Troia (FG), domenica 15 febbraio 2015. Evento sui “SAPERI E SAPORI”.
ASSOCIAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
UNA GIORNATA DEDICATA A “SAPERI E SAPORI”.
La giornata inizia lenta alle 9,30 e la grande sala messa a nostra disposizione a poco a poco si riempie di tutti noi!
L’allegra canzone di Rita Pavone “Viva la Pappa” ci fa subito entrare nell’argomento.
Alcuni di noi prendono la parola e raccontando cosa significhi mangiare sano oggi.
E’ emerso che sebbene mangiare vegetariano, o vegano può’ essere utile, comunque molti non riescono a mantenere questo tipo di alimentazione per tutta la vita, perché’ mangiare non significa solo nutrire il nostro corpo, ma e’ anche un momento di convivialità, di socialità che ci soddisfa emotivamente.
A volte e’ difficile conciliare il “mangiare sano” con la nostra frenetica vita, fatta di orari ed impegni da rispettare.
Per esempio, Michele ha risolto questo problema facendo per cinque giorni un’alimentazione controllata e vegetariana, per gli altri due giorni un’alimentazione più’ libera.
Anche l’essere vegano ha i suoi “problemi” : non sempre partecipa al banchetto nelle feste poichè il tipo di alimentazione che adotta è molto restrittiva.
E’ emerso infine che l’alimentazione è molto correlata alla psiche, mangiare ci fa piacere, ci riporta alla nostra tradizione, perché l’alimentazione è moto legata a questa e non farlo ci rende tristi ed infelici.
Poi la parola passa all’esperto: Pino Africano, autore di un libro scritto con molta leggerezza, divertente anche: “Vivere mi piace da morire“.
E’ partito da una ricerca che lui ha fatto sull’alimentazione: quando un alimento viene sperimentato in tutto il mondo alla stessa maniera e si raggiungono gli stessi risultati dappertutto, solo allora vuol dire che quel cibo funziona.
Ci ha parlato di come a volte gli ospedali non stiano dalla parte del paziente: a questo proposito ha riportato uno dei cibi nel menù degli ospedali: la pastina. Questa viene direttamente ingerita, giustamente dice Pino Africano: “Provate a masticarla, la pastina!“; mentre proprio i carboidrati dovrebbero essere masticati a lungo, poichè vengono scissi dalla ptialina che si produce nella bocca con la masticazione, per essere meglio digeribili.
Ci ha parlato inoltre di come siano importanti i semi nella nostra alimentazione, sia della frutta che di girasole o di lino ed andrebbero mangiati crudi, per non perdere la grossa azione che hanno come inducenti il suicidio delle cellule tumorali.
Particolare è quello che ha detto sulla caseina contenuta nel latte e che solo il bambino fino a tre anni circa è in grado di digerire.
Molte malattie della nostra epoca (diabete,ipertensione,obesità, artriti artrosi…) potrebbero essere curate anche con il cibo.
All’ora del pranzo, Alberto il nostro cuoco e Linda, principale attrice di quello che avremmo mangiato, ci hanno consigliato di iniziare il nostro pranzo dalle insalate crude per poi passare ai cibi cotti fatti con pasta integrale e pizze integrali con lievito madre.
Nel primo pomeriggio, così tanto per digerire meglio, molto piacevole e rilassante è stata la passeggiata fatta con Mariano: il nostro cicerone per le strade di Troia.
Passando per il corso, molto bello è stato notare come a sinistra (est) era facile osservare da ogni traversa i monti del sub-appennino e come nel paese sia stato ancora possibile osservare lo stretto contatto che c’è tra uomo e natura, cosa non possibile ormai nelle grandi città.
Caratteristico ed anche molto speciale per la sua grandezza, il rosone della cattedrale.
Al ritorno in sala ci aspettavano dei dolcetti molto buoni e naturali fatti con fichi secchi, mandorle e cioccolata fondente. Il pomeriggio è iniziato a piedi scalzi, per un contatto più vicino con la terra, con Donatella, insegnante di biodanza.
Abbiamo camminato, con sottofondo una musica rilassante, prima da soli poi a coppia e, nel momento in cui dovevamo lasciare il nostro compagno di passeggiata, questo doveva essere fatto con dolcezza, sguardi, strette di mano o abbracci.
La relazione tra individui è una cosa importantissima perché non si può vivere da soli.
Anche altri esercizi o giochi che ci ha suggerito di fare avevano sempre come collante la relazione tra le persone ed il con-tatto con le mani, lo sguardo, la carezza: un saluto non dovrebbe mai avvenire senza con-tatto.
L’introduzione alla teoria viene fatta molto simpaticamente da Adriana, una ragazzotta ormai attempata, spinta dalla madre a seguire la giornata: Adriana non ha ancora capito bene a cosa… serve e se… serve.
Grazia e Francesca cercano di farle capire, con parole semplici, la relazione che c’è tra codice razionale, codice del corpo e codice delle emozioni.
Questi tre codici vengono applicati alla giornata con l’unità didattica del “Graal“. Il Graal ha la forma di un calice e, se noi riuscissimo a viverlo nella sua interezza, potremmo stare meglio nella nostra vita.
Nella mattinata è proprio il codice simbolico, quello della razionalità che si è espresso. E’ il più recente della nostra storia, ci dà informazioni, che possono essere utili, ma restano un po’ in superficie, risentono della nostra cultura.
Queste informazioni stabiliscono ciò che è bene e ciò che è male per la nostra alimentazione, si servono della parola per esprimere concetti e questi condizionano anche il nostro corpo. Oggi noi ci esprimiamo soprattutto con la razionalità, la tecnologia, con l’ultimo dei codici.
Dovrebbe essere il contrario, cioè dovremmo partire da solo quello che noi siamo e poi arrivare ai simboli, alla comunicazione.
Oggi invece succede il contrario: sono i simboli, i mezzi di comunicazione che condizionano solo quello che noi siamo: c’è un simbolico esterno che mi dice ciò che è buono fare e ciò che è cattivo.
La biodanza invece è una disciplina che lavora meglio con le nostre profondità. Attraverso il contatto, attraverso il movimento riesco ad entrare meglio in rapporto con ciò che sta dentro.
Se però noi ci fermiamo al con-tatto rimane comunque una tecnica parziale. Con la biodanza si può arrivare all’emozione, come i giovani ci arrivano con la musica, ma queste emozioni è buono poi spiegarle e capirle con la teoria che significa: “vedere, osservare, contemplare” per farci sentire interi.
Infine Mariano si riaggancia a ciò che è stato detto nella giornata, con l’unità didattica del quadrangolare.
L’alimentazione ci riporta al nostro “angolo alfa“, al passato, a ciò che ci hanno trasmesso ed ha un valore.
Il cambiamento non è solo l’”angolo beta”, cioè l’ascolto, e noi abbiamo ascoltato ciò che Pino ha detto stamane sull’alimentazione; ma il cambiamento è il passaggio “beta-gamma” e non basta la paura per farci cambiare alimentazione, ma e’ necessario un accompagnamento.
Sradicare abitudini di vita e quindi anche di alimentazione non è così facile, non basta la conoscenza: l’uso dell’alcol, per esempio, è legato nella tradizione alle feste e dire non bisogna bere diventa difficile, è come togliere la festa.
Così anche dire non bisogna più bere il latte vaccino: per molti significherebbe togliere la madre che è la prima che ce lo ha donato. Per questo ogni cambiamento, anche alimentare, ha bisogno di un accompagnamento per essere efficace.
Mariella Sacco
1 Commento/i
Anonimo
Che bello….avete iniziato il pranzo dalle insalate crude e poi il cotto…..bravi, bravi, bravi, veramente al Metodo si sta andando per la strada giusta, anche con l'alimentazione, BRAVI.
Annita Patrizia