Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), venerdì 6 febbraio 2015 – Corso di Epistemologia Globale e Dinamiche di Vita.Terza giornata della I^ Settimana
Prefettura di Foggia
GLO BALE E DINAMICHE DI VITA”.
TERZA GIORNATA
DELLA I^ SETTIMANA.
Arrivati al centro, Mariano già aveva iniziato e in quel momento stava trattando il Pira-Graal (rapporti con se stessi, forti, gruppi e globale massimo).
Che dire, vedere schematizzato sullo schermo quello che poteva essere la soluzione dei miei problemi mi tormenta, visto così sembra l’uovo di colombo…ah, se lo avessi incontrato prima il Metodo alla Salute probabilmente la mia storia e quella della mia famiglia sarebbe stata sicuramente diversa.
Mariano ci spiega che ormai siamo immersi in una società dove la parte del “Leone” la fa l’economia. Infatti nessuno si preoccupa del motivo per cui, per leggi di mercato, i frutti e in generale i prodotti in eccedenza, vengano lasciati marcire o deperire. Una società globale si preoccuperebbe di curare le piante, ma questo certamente non sarebbe utile all’economia; riflettendoci bene, siamo sotto una vera e propria dittatura mondiale che non lavora per la vita, ma contro di essa.
Per sovvertire le sorti della nostra società bisogna creare un nuovo punto di vista, appunto una epistemologia globale che tenga presente le tre “epistemologie parziali”, con l’obiettivo di superare gli opposti mettendoli in dinamica.
Solo cosi possono venire valorizzate le nostre parti più intime e profonde per avvicinarsi quanto più è possibile all’In.Di.Co. (Infinito-Dinamico-Complesso).
Bello è stato il racconto scritto e recitato da Giovanna “Il Paese di Retap“, ci ha insegnato che per cambiare e quindi andare incontro alla vita, bisogna mettere in campo le “strategie comportamentali”.Per mettersi in cammino dunque è indispensabile la condivisione.
Siamo partiti dal fenomeno vivo e abbiamo visto che il disagio non è il tutto, ma è parziale.
Sono i meccanismi psicotici che non permettono una crescita globale, tenendo ben conto che, se veramente si ha l’intenzione di curare e guarire un disagio psicotico, bisogna andare più in profondità e non fermarsi all’8%, come spesso avviene.
Indispensabile, per la cura del disagio, è quindi l’inclusione di “altro” che prima non era nemmeno contemplato.
Aveva sostituito la figura del padre con quella del nonno, che rappresentava il suo riferimento, per la sua “identità”. Ecco dimostrato che la “visione globale” di un “disagio” è la via più giusta da perseguire.
Mariano precisa che l’inclusione fa parte del Metodo alla Salute, mentre l’esclusione è da attribuirsi ai punti di vista che si fermano al sintomo e questo è, secondo lui, il vero “Peccato”.
E La conoscenza a sua volta ci riporta alla vita che in questo modo si esprime sempre di più.