Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), mercoledì 4 febbraio 2015. EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI GRUPPO. Prima giornata della I^ Settimana.
CORSO DI “EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI GRUPPO”.
PRIMA GIORNATA
DELLA I^ SETTIMANA.
Il corso si svolge presso l’Aula didattica globale “Gianna Stellabotte“, che data l’importanza del corso stesso, considerato un pilastro del Metodo alla Salute, è gremita di persone. Mariano inizia questo corso parlandoci dell’ansia, cosa molta conosciuta in questo momento storico sempre più afflitto da molteplici forme di disagio. L’ansia insorge quando la vita insoddisfatta che conduciamo, sterile di emozioni, ci spinge al cambiamento. Purtroppo quando ci accingiamo al cambiamento di una identità alla quale siamo abituati, ciò ci procura ansia. Inoltre quanto più il nostro comportamento è da Giano Bifronte e cioè guardiamo un po avanti ed un po’ indietro, non facendo prevalere né l’incedere né il retrocedere, allora l’ansia è da considerarsi cronica. In questi casi il viaggio fa bene, poiché rompe l’equilibrio di una identità che noi consideriamo definitiva, stessa considerazione che riserviamo per la vita, ma che al contrario risulta essere un In.Di.Co. (Infinito Dinamico Complesso), quindi non definibile o circoscrivibile. Il lasciare un’identità psicotica richiede tanto sforzo e sofferenza che qualora ci riuscissimo, bisogna essere accompagnati nella fase di scoppio che avviene quando lasciamo morire le vecchie abitudini.
Mariano procede poi chiedendo a coloro che non c’erano all’Accoglienza, di presentarsi. Quella che doveva essere una presentazione è stato a parer mio l’inizio vero e proprio del Corso, magistralmente avviato dal veterano comandante troiano.
L’umile, generoso ed a tratti crudo comandante Mariano si è abilmente destreggiato (chi meglio di lui) nell’applicare le sue varie Unità didattiche nel mentre i corsisti si presentavano ed esponevano le problematiche che li avevano spinti a seguire il corso. Mi sono rivisto in un bel po’ di storie ed in alcune fasi delle predette unità che calzavano a pennello alla mia persona ancora alquanto corazzata e reticente, per paura, al cambiamento. Inutile dire che in questi momenti ho pienamente riconosciuto, come non mai, di aver risolto i miei problemi con la soluzione placebo di restare nella mia funzione-ruolo e negli obblighi-doveri, cose perfette per no farmi vedere il mio star male. Ancora mi sento un figlio che sta ad idolatrare, senza intaccare la propria famiglia d’origine e, porca miseria, non so perché ma ho ancora le cataratte che mi abbagliano la vista. Forse la paura di perdere mi blocca, non mi fa abbandonare del tutto, nonostante Mariano ci abbia spinto a lasciare, a perdere, perche la vita ce ne centuplica la ricompensa.
A sorpresa poi tutti mi fanno gli auguri per mio cinquantunesimo compleanno (compiuti il giorno prima), io sono stordito e commosso da tanto affetto mostratami da tanti fratelli-compagni di viaggio, mentre ci accompagna nell’augurio la canzone del “O Surdato Nnammurato”, sono letteralmente rimasto senza parole. Grazie a tutti!
Mariano riprende spiegandoci che la spinta al cambiamento nelle famiglie statiche, quasi sempre la danno i figli, i quali sono come il Siddharta, che racchiuso dal padre in una reggia dorata, una volta che scopre il mondo esterno, va in crisi, diventando così il Buddha, il risvegliato. La nostra vita non vita, ci spiega Mariano quando è vissuta in estrema sofferenza, può portare il nostro organismo a sviluppare malattie come il cancro, poiché le nostre cellule interne non vivendo, impazziscono. Le relazioni morte non nutrite da un amore devoto, senza scambio di parti, sono altrettanto deleterie.
Nella sua relazione con Giovanna, Mariano la definisce un “Satan”, un tentatore per lui che ne mette alla prova i limiti, ma anche un allenatore che ha fatto in modo che Mariano stesso si fortificasse sempre più per poter perseguire il suo progetto di vita.
Questo corso vedrà come conduttrici anche Barbara e Giovanna. Barbara, già da tempo considerata da Mariano come compagna di viaggio mentre Giovanna come moglie. E’ tempo favorevole che le grandi potenzialità di Barbara, da lei stessa non riconosciute e valorizzate, vengano finalmente fuori.
E’stata letta da Mariano una mail di Silvio in cui ci spiega un po’ il senso del corso per noi tutti rispetto alle potenzialità che ognuno ha per far grande la via, di allargarla, farla crescere o farla incrociare. E’ ora di prendere il frutto maturo che Mariano ci dona con amore, apprezzarne il gusto inedito ed il valore inestimabile il tutto derivato dal suo viaggio verso L’In.Di.Co.
Barbara ci dice che questo corso sarà come un corso di speleologia che ci porterà ad esplorare le caverne delle nostre profondità e ad affrontare le insidie che si nascondono nelle psicoticità dei vari codici dove ognuno tira per se stesso. Il corso sarà anche spelleologo nel senso che ci toccherà la pelle provocandoci dolore. Barbara poi chiama Giacomo ed illustra tramite l’Unità didattica dell’Iceberg come lui ha sviluppato, anche grazie all’aiuto di Mariano, un nuovo punto di vista e quindi ha potuto raggiungere le proprie profondità, superando il sintomo, risalendo alle radici e quindi alla causa.
Segue una pausa, ascoltiamo la canzone “Dipende” di Jarabe De Palo. Viene poi letta da Mariano una mail inviata da Renato alla moglie, lettera di un innamorato, lettera molto profonda che ha commosso un bel po’ di persone. Secondo Mariano attuare un cambiamento di punto di vista ricongiunge anche la coppia. Questo cambiamento, così come “Il principio di Leva” di Archimede: “Datemi una leva e vi solleverò il mondo” (cambierò).
Avere un punto di vista proprio è importante, poiché quasi sempre abbiamo un punto di vista di riflesso, che ci viene propinato da Istituzioni statiche, obsolete e schiave di una cieca Economia finanziaria che sempre più specula sul disagio di noi tutti. C’è da dire che oggi il punto di vista deciso dall’uomo, con tutti i limiti che ha, non è ciò che la vita, sin dai suoi albori ha deciso. Viviamo in un mondo di omologhi, dove stanno venendo sempre meno le diversità con le loro varie forme espressive. Vengono proiettati sullo schermo un quadro di Michela sul disagio diffuso ed a seguire l’uomo pietrificato, quello sedato ed infine quello ghiacciato.
Mariano ci dice che attraverso questo corso lui intende spiegarci l’alfabeto dell’esistenza, criticando i limite delle Epistemologie religiosa, filosofica e scientifica e valorizzandone i lati positivi. Ci dice inoltre che in questo percorso bisogna effettuare un Blow up, un ingrandimento graduale per poter così procedere “L.I.D.I.A.“, ossia Lenti, Incerti, Dubbioso, in modo Inedito ed Aperto.
Bene, penso di aver tralasciato poco, ora l’angolo del dio Morfeo mi chiama ad un sonno che spero sia ristoratore. Come disse il grande Eduardo de Filippo: “ADDA PASSA’ A’ NUTTATA“.
Mimmo Ambrosio