Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), martedì 3 febbraio 2015. EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI VITA. Accoglienza della I^ Settimana di Corso.



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia
 





 
CORSO DI “EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI GRUPPO”.
ACCOGLIENZA
DELLA I^ SETTIMANA. 
 
 
 


Il pomeriggio dell’Accoglienza inizia alle ore 18.00 e Mariano chiama alcuni di noi per presentarci e per ascoltare il nostro stato quiete.
 
La prima a presentarsi è Daniela che arriva a Foggia accompagnata dall’”amica” ansia. A questo proposito Mariano, tramite l’unità didattica “La Piramide del Sarvas”,  ci spiega che l’ansia arriva nel momento in cui decidiamo di iniziare un lavoro sul RAPPORTO CON NOI STESSI e quindi tutti gli altri piani della piramide vengono messi in discussione. 

Abbiamo paura di perdere la nostra identità (da Idem = stessa cosa), perché cambiando, gli altri non ci riconoscono più. Tutti arriviamo con un’identità di partenza psicotica, un’identità “Padre” che ci confina. Finché abbiamo sempre le stesse cose stiamo “bene” perché abbiamo delle certezze, ma nel momento in cui una sola di queste cose viene a mancare ci sentiamo male perché non abbiamo più la nostra identità, la nostra certezza. Mariano ci consiglia di immergerci nel rapporto con noi stessi, senza spaventarci di abbandonare tutto ciò che ci circonda, perché solo partendo dalla nostra specificità possiamo ritornare nella Storia, lasciando un’impronta che è solo nostra, di ciò che solo noi siamo (Jhavè).

Dopo Daniela, a presentarsi è Assunta e lo fa con una vocina monotona; infatti si racconta sempre con lo stesso tono di voce, senza far trapelare le sue emozioni

La voce è il primo ambasciatore tra quello che siamo dentro e l’esterno. Solo nel momento in cui entriamo in contatto con le nostre profondità riusciamo a trasmettere, tramite le parole, le nostre emozioni. Anche il corpo reagisce ed esprime ciò che noi ancora non riusciamo ad esprimere, perché i meccanismi psicotici, che sono alla base della nostra identità, nel momento in cui vogliamo cambiare, oppongono resistenza.


Siamo come Giano, la divinità con due facce : una guarda indietro, verso la storia, e non vuole cambiare; l’altra guarda in avanti, verso la Metastoria, verso quelle parti che non ha.
Nel momento in cui vogliamo andare sia verso la Storia (Padre – il vecchio) che verso la Metastoria (Figlio – il nuovo) rimaniamo fermi e ci viene l’ansia; c’è bisogno dello Spirito che ci permette di andare verso il Figlio sincronizzandoci con il Padre.
Non avere paura della Storia e affidati alla Metastoria”.

Propongo a me stessa e a tutti i partecipanti al corso, di tornare nelle case la sera ponendoci almeno una domanda: “ma io che specificità sono”?

Serena

Ore 01:24 – con il sostegno morale di Grazia, Marco, Giada e i sensi di colpa di Adriana che pur di non fare il post si è fatta venire il mal di testa.

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