Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), sabato 7 febbraio 2015 – Corso di Epistemologia Globale e Dinamiche di Vita.Quarta giornata della I^ Settimana
Prefettura di Foggia
CORSO DI EPISTEMOLOGIA
GLOBALE E DINAMICHE DI VITA.
QUARTA GIORNATA
DELLA I^ SETTIMANA.
Per creare, quindi, qualcosa di nuovo si deve prima di tutto ospitare l’estraneo, ospitare deriva da “hosti potus” cioè “hostis“=estraneo ostile e “potis“= bevanda. Quindi l’ospitalità al nemico ostile, dà l’opportunità a creare vitalità ed è l’occasione per far nascere cose nuove, cioè il viaggio. I religiosi da questo concetto hanno creato l’ospedale, che in passato era un ospitalità per il malato; oggi questa ospitalità è tradotta nella somministrazione di farmici e non di ospitalità, come accoglienza.
Il viaggio lo inizia il “Padre”, che muore perché comincia a non soddisfare più; si entra in crisi e quindi si crea un meccanismo di insoddisfazione che può manifestarsi con l’ansia e l’angoscia, o quando nel cum-munitometro scendiamo nell’”anello diabolico” perché l’obbligo-dovere non ci nutre più. A questo punto ci serve qualcosa di inedito (dal verbo “edere” = mangiare e pubblicare), che è rappresentato dal negativo, per cui dovremmo dar valore al negativo come spinta e opportunità.
L’esempio del racconto di un vecchio asino caduto nel pozzo, che utilizza la terra usata per sotterrarlo, come mezzo per uscire dal pozzo.
Il “Figlio” è un “kairos“, un tempo favorevole che desidera essere ascoltato e accolto. Leggendo l’archetipo del “Padre” che genera il “Figlio” che ci salva attraverso la nascita sulla terra di Gesù, possiamo paragonarla a 10 tappe: Annunciazione, che è possibile attraverso il femminile di Maria che accoglie il nuovo; Incarnazione, cioè innestare l’ospite dentro di te, incarnandolo; Nascita, quando entra nella storia e può creare interazioni opposte: che sono, positive di accoglienza (i Re magi, i pastori, la stella) o negative di distruzione (Erode); percorso ordinario di vita; Iniziazione: il rito di Passaggio nel deserto attraversando le prove; Battesimo con il passaggio del testimone; percorso nella storia, Passione: sofferenza e morte; la Resurrezione in cui si trasforma in qualcosa di diverso, Ascensione: la capacità di creare vuoto; Pentecoste: la discesa dello “Spirito” che si fa comprendere da tutti. Il “Figlio o Meccanismo globalizzante” ci fa conoscere il “Padre”, perché cambiamo.
Il “cum“, cioè chi mette in relazione “Padre” e “Figlio”, è lo “Spirito” o meglio definito “Strategie relazionali”, quindi il femminile. Questo non prende le parti di nessuno nè del “Padre” ne del “Figlio” ed include tutto in un globale totale, ipotizzato. Mariano ci introduce i cinque verbi presenti nello “Spirito” (“Bereshit“):
- E Dio disse: diamo un nome a quello che vogliamo fare.
- Luce fu: lo devi rappresentare, lo devi incarnare.
- E Dio vide che era buono: l’atto creativo è una sperimentazione.
- Separò la luce dalle tenebre: l’identità si chiarisce con la distinzione.
- Chiamò: la nostra identità è un punto di arrivo, non di partenza.
- Separazione dalle proprie esigenze psicotiche che permettono di conoscermi.
- Sballo: che ci sballa, ma che anche confonde.
- Solidarietà: io faccio per primo quello che l’altro non riesce ancora a fare.
- Continuità: ci vuole un periodo (“kairòs”– tempo favorevole).
Il terzo aspetto è Avere fiducia abbandonandosi all’In.di.co. o anche all’ontologico.
“Dobbiamo imparare a sperimentare la nostra nuova identità”.
Poi Mariano, in maniera più semplice e armoniosa, ci spiega il perché dovremmo affidarci all’inedito, attraverso la lettura di due scritti: “i due gemelli nella pancia” e “la poesia di un anonimo brasiliano”.
Infine Mariano chiude la giornata con la descrizione dell’”Uno-trino” attraverso la meravigliosa lettura delle “Tre metamorfosi” di Nietzsche.
In particolare, ringraziamo “la Trinità di Nuova Specie”: Giovanna (il “Padre”), Barbara (il “Figlio”) e Mariano (lo “Spirito“) che ci hanno fatto navigare verso il nuovo porto dell’Epistemologia Globale.
E poi per concludere, noi PostNauti , ringraziamo: Giovanna, i giovani, Gioele e la gioccolata, per la loro presenza e accompagnamento in questo corso, battezzato “Din.Gio”.
P.S.:reduci dalla festa ore 01:30 di notte