Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), sabato 7 febbraio 2015 – Corso di Epistemologia Globale e Dinamiche di Vita.Quarta giornata della I^ Settimana

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
 Prefettura di Foggia
 
CORSO DI EPISTEMOLOGIA
GLOBALE E DINAMICHE DI VITA.
QUARTA GIORNATA
DELLA I^ SETTIMANA.

E fu sera e fu mattina… 

oggi Mariano ci accoglie nell’Aula Didattica GlobaleGianna Stellabotte” e in questo giorno ci presenterà il “Figlio o Meccanismi Globalizzanti“, che ci salvano dalla gabbia dei meccanismi psicotici e totalizzanti; e lo “Spirito o Strategie Relazionali”, che mettono in relazione il “Padre” e il “Figlio”.

Poi lui introduce quindi il libercolo: “Sirene al positivo, sirene al negativo”. In questa raccolta in tre atti, Mariano teorizza che ogni navigante della vita, “vitonauta“, durante la sua traversata non si deve lasciar tentare dalle sirene, che cercano di allontanarlo dal suo procedere. Le sirene sono quindi tentazioni che l’identità psicotica mette in atto per impedire al “Figlio” di creare un nuovo, ponendo le basi per l’entrata in un nuovo globale massimo.


Per creare, quindi, qualcosa di nuovo si deve prima di tutto ospitare l’estraneo, ospitare deriva da “hosti potus” cioè “hostis“=estraneo ostile e “potis“= bevanda. Quindi l’ospitalità al nemico ostile, dà l’opportunità a creare vitalità ed è l’occasione per far nascere cose nuove, cioè il viaggio. I religiosi da questo concetto hanno creato l’ospedale, che in passato era un ospitalità per il malato; oggi questa ospitalità è tradotta nella somministrazione di farmici e non di ospitalità, come accoglienza.

Mariano ascoltando lo stato quiete di noi corsisti, invita poi T. ed S. a raccontare le loro storie di abusi subiti, che hanno caratterizzato nella loro vita la loro identità psicotica, trasformata in azioni positive per l’una e negative per l’altra, ma con lo stesso Fondo Comune, precisando che il racconto è il primo passo per l’albero della conoscenza per immergerci con tutti i codici. 

Il viaggio lo inizia il “Padre”, che muore perché comincia a non soddisfare più; si entra in crisi e quindi si crea un meccanismo di insoddisfazione che può manifestarsi con l’ansia e l’angoscia, o quando nel cum-munitometro scendiamo nell’”anello diabolico” perché l’obbligo-dovere non ci nutre più. A questo punto ci serve qualcosa di inedito (dal verbo “edere” = mangiare e pubblicare), che è rappresentato dal negativo, per cui dovremmo dar valore al negativo come spinta e opportunità.

L’esempio del racconto di un vecchio asino caduto nel pozzo, che utilizza la terra usata per sotterrarlo, come mezzo per uscire dal pozzo. 

Il “Figlio” è un “kairos“, un tempo favorevole che desidera essere ascoltato e accolto. Leggendo l’archetipo del “Padre” che genera il “Figlio” che ci salva attraverso la nascita sulla terra di Gesù, possiamo paragonarla a 10 tappe: Annunciazione, che è possibile attraverso il femminile di Maria che accoglie il nuovo; Incarnazione, cioè innestare l’ospite dentro di te, incarnandolo; Nascita, quando entra nella storia e può creare interazioni opposte: che sono, positive di accoglienza (i Re magi, i pastori, la stella) o negative di distruzione (Erode); percorso ordinario di vita; Iniziazione: il rito di Passaggio nel deserto attraversando le prove; Battesimo con il passaggio del testimone; percorso nella storia, Passione: sofferenza e morte; la Resurrezione in cui si trasforma in qualcosa di diverso, Ascensione: la capacità di creare vuoto; Pentecoste: la discesa dello “Spirito” che si fa comprendere da tutti. Il “Figlio o Meccanismo globalizzante” ci fa conoscere il “Padre”, perché cambiamo.


Il “cum“, cioè chi mette in relazione “Padre” e “Figlio”, è lo “Spirito” o meglio definito “Strategie relazionali”, quindi il femminile. Questo non prende le parti di nessuno nè del “Padre” ne del “Figlio” ed include tutto in un globale totale, ipotizzato.  Mariano ci introduce i cinque verbi presenti nello “Spirito” (“Bereshit“):
  1. E Dio disse:  diamo un nome a quello che vogliamo fare. 
  2. Luce fu: lo devi rappresentare, lo devi incarnare. 
  3. E Dio vide che era buono: l’atto creativo è una sperimentazione. 
  4. Separò la luce dalle tenebre: l’identità si chiarisce con la distinzione. 
  5. Chiamò: la nostra identità è un punto di arrivo, non di partenza.

I tre aspetti dello “Spirito” sono: per primo, l’immersione che unisce il padre e il figlio (due entità psicotiche diverse) in modo concreto, entrando in qualcosa di nuovo. Quindi è difficile perché coinvolge e ci potrebbe mandare in confusione, tutti i codici.
Successivamente Mariano ci ripresenta le 4 regole dell’immersione:
  1. Separazione dalle proprie esigenze psicotiche che permettono di conoscermi.
  2. Sballo: che ci sballa, ma che anche confonde. 
  3. Solidarietà: io faccio per primo quello che l’altro non riesce ancora a fare.
  4. Continuità: ci vuole un periodo (“kairòs”– tempo favorevole).
Il secondo aspetto è il Fondo comune che serve a separarsi dagli eventi in corso .

Il terzo aspetto è Avere fiducia abbandonandosi all’In.di.co. o anche all’ontologico.

“Dobbiamo imparare a sperimentare la nostra nuova identità”.

Poi Mariano, in maniera più semplice e armoniosa, ci spiega il perché dovremmo affidarci all’inedito, attraverso la lettura di due scritti: “i due gemelli nella pancia” e “la poesia di un anonimo brasiliano”.

Infine Mariano chiude la giornata con la descrizione dell’”Uno-trino” attraverso la meravigliosa lettura delle “Tre metamorfosi” di Nietzsche.


In particolare, ringraziamo “la Trinità di Nuova Specie”: Giovanna (il “Padre”), Barbara (il “Figlio”) e Mariano (lo “Spirito“) che ci hanno fatto navigare verso il nuovo porto dell’Epistemologia Globale.

E poi per concludere, noi PostNauti , ringraziamo: Giovanna, i giovani, Gioele e la gioccolata, per la loro presenza e accompagnamento in questo corso, battezzato “Din.Gio”.

Eleonora, Teresa, Maria Gabriella e Giancarlo 

P.S.:reduci dalla festa ore 01:30 di notte
 

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