Troia (FG), giovedì 20 novembre 2014. PROGETTO “LA FINESTRA DI BABICH”. Quarto giorno.
IV° EDIZIONE DEL PROGETTO
“LA FINESTRA DI BABICH”.
DALLA MISERIA
ALLA GRANDEZZA.
Quarto giorno.
La quarta giornata si apre con una canzone commovente proposta da Silvia “Donne in rinascita” che stimola le donne a riconoscere la loro potenza e la voglia di ricominciare.
Seguendo il Graal alla Salute, Giovanna e Pina hanno invitato le partecipanti a comunicare e ad immergersi nell’Utero devoto, rispettando le proprie specificità e la diversità dei linguaggi utilizzati per esprimere il proprio sentire.
Il coraggio di Giorgia nell’esprimere un suo disagio, sommato a quello di Patrizia e Donatella, ha permesso di agire un limite e, facendo patire, è potuto riprendere il lavoro favorendo lo scambio più profondo e vero nel gruppo.
Attraverso il racconto di un sogno, Silvana collega il suo senso di solitudine al momento della sua nascita.
Maria ci legge una lettera scritta a sua sorella che ha protetto con un grande senso materno e che è stata strappata al suo affetto.
Esprime la propria sofferenza nell’aver patito insieme a lei ma riconosce la necessità di interrompere questa relazione simbiotica che non le permetteva di vivere la propria vita.
Il senso di morte e la paura espresse da Sandra spingono alcune donne ad interagire utilizzando il codice analogico dapprima intessuto d’amore e tenerezza, poi con un contatto più forte per stimolarla a reagire. La dinamica richiama in Rosa Paola un’antica rabbia che fa emergere il suo dolore dietro ad un corpo pietrificato accolto da Chiara e Pina. Gina esprime il suo dolore per la relazione conflittuale con la madre, il profondo senso di solitudine e la perdita di due figli. Decide però di rinascere come Gina dopo tanti anni di dedizione ai figli.
Le dinamiche forti della mattinata si sono stemperate grazie ad alcune musiche ascoltate in cerchio, ad occhi chiusi, riportando ognuna ad alleggerirsi.
La teoria del pomeriggio pone un interrogativo sul come far avvenire una transizione. Non esiste un’unica modalità, uno schema rigido ma possono essere coinvolti tutti i codici. E’ emerso che alcune modalità possono risultare feconde se vengono fatte con amore, senza l’amore sono sterili.
Abbiamo evidenziato la difficoltà di trovare la chiave per entrare in alcune situazioni chiuse, di donne che non scelgono. Manca il loro sì. Vanno accolte nel grembo così come sono.
Il passaggio da fare è quello dell’essere donna, non è più né solo figlia, né solo madre.
La transizione avviene solo se accogliamo la morte come parte integrante della vita. Ci può essere una gravidanza della morte in cui i passaggi vita-morte accadono gradualmente. Per poter transitare occorre far morire l’attesa, l’aspettativa, la speranza, la dipendenza, svuotarsi del vecchio per poter fare il salto precipiziale, per passare dalla vita terrena alla vita divina, ed è per sempre.
Donatella,
Silvana e
Sandra