Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), giovedì 23 ottobre 2014. CORSO “TEORIA SULLA GRAVIDANZA”. Seconda giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia


TRE CORSI PER UN PERCORSO.  
II° CORSO: 
“TEORIA GLOBALE” 
SUL VIAGGIO 
DELLA GRAVIDANZA”.


Seconda giornata.
 

Iniziamo la giornata con il pensiero rapsodico
di Martino
dal titolo “Le trasformazioni”, in quanto la Gravidanza è un
continuo movimento e trasformazione.

Martino ci legge un brano dal
libro “Rapsodie romagnole” nel quale Mercadini commenta il detto
popolare: 

“Chi nasce tondo non può morire quadro”.

Il poeta
contraddice il detto e questo ci introduce nella Gravidanza, che è un
continuo movimento, tant’è che in essa la staticità provoca l’aborto.

 

La nostra natura è il non rimanere fermi e statici è il continuo cambiare. Ogni fase deve finire per originare altro. La prima cosa che sentiamo, quando abbiamo la spinta alla trasformazione, è la minaccia
Ogni
volta che dobbiamo cambiare (trasformazione) entriamo in crisi, non
riconoscendo che la minaccia è in realtà un desiderio, che noi abbiamo,
perché l’imprinting di base è il viaggio trasmutativo.
 
La soglia minima che accettiamo per vedere questo desiderio è il sogno. Gli incubi sono un segnale delle cose profonde che noi tocchiamo e che richiedono cambiamenti. Quando il sonno/sogno ci chiede di svegliarci, dobbiamo svegliarci (Buddha).


A
questo punto possiamo tornare ad essere quelli di prima, oppure
ascoltare il sogno ed utilizzarlo per la vita. Le situazioni cosiddette “psicotiche”
sono gli incubi che si incarnano nella vita.
 
Un altro spettacolo della vita che noi non riconosciamo è l’onda, l’antenato dell’esistenza. “Onda” significa “sinolo”, o danza, degli opposti, insieme che fa l’intero.
Quando noi ci avviciniamo all’ontologico diventiamo onda e possiamo comunicare.
Le onde si diffondono, non hanno limiti, odiano, amano, sono come noi. Si diffondono ovunque perché in continuo movimento e la loro frequenza è la sofferenza dal distacco dall’In.Di.Co.
 
Quando uno non è pieno riesce a comunicare attraverso le onde, comunica a distanza. Se sei collegato in profondità riesci a comunicare a distanza senza l’uso della parola. Questo è quello che era successo la sera prima tra Martino e Gioele.
 
I
passaggi di Gioele tra sonno/sogno e sveglia, gli hanno permesso di
sentire la contraddizione delle sue profondità, che ha poi elaborato
attraverso un testo scritto intitolato Inno alla vita.

Nel suo
scritto Gioele ci fa veder come sua necessario nell’esistenza mettere insieme gli opposti, danzare tra negativo e positivo, tra vita e morte,
tra maschile e femminile, come partendo da una forte riduzione (meiosi),
il viaggio si può trasformare in opportunità e riprendere parti
dimenticate, mettendo insieme gli opposti come nell’Ondanza.
 
Infatti nella Gravidanza la Vita comincia con la regressione.
 
Quando
perdiamo, invece, di vedere solo il buio e solo dolore dobbiamo pensare
che perdo uno e guadagno tre. Nessuno risorge se prima non passa dal “mi
distinguo”
, “mi separo”, “decido” (Unità di Crisi).
Sono fasi dolorose, ma il dolore non nasce nel momento in cui lo viviamo; se ce lo viviamo, vuol dire che c’era già prima.
Quando
stiamo male e attraversiamo la fase di cambiamento c’è bisogno di
silenzio e solitudine: silenzio delle relazioni e solitudine intesa come
rapporto con me stesso e il mio ontologico.
 
Per dare inizi al viaggio c’è bisogno della Gravidanza, i cui presupposti sono:
  1. esistenza della donna come entità viva, che ha una storia dentro di sè. Solo chi ha vita può dare vita;
  2. apparato riproduttivo che continuamente produce semi, genera
    autonomamente continue possibilità, attendendo il tempo favorevole
    (Kairòs) e lo fa ogni volta come se fosse la prima volta. Crea a prescindere dall’esterno. Sintonizzarsi con il proprio apparato riproduttivo è importante. Quando ci perdiamo? Quando non lo riconosciamo. L’apparato riproduttivo non basta occorre:
  3. l’utero. Solo nell’utero inizia la scintilla della vita. L’utero
    separatosi dall’esterno pensa solo all’ospite ed è al servizio del
    viaggio dell’altro, si adegua.
E’ l’insieme dei tre elemetti che fa la Gravidanza.
 
Il viaggio comincia con due personaggi: lo spermatozoo, il viandante, l’emigrante e l’ovulo.
 
Gli
spermatozoi partono e vanno in terra straniera, ci vanno senza niente,
si espropriano di tutto per partire, con il desiderio e nostalgia di
tornare all’intero. L’ovulo attende.
 
Mariano spiega le fasi del
viaggio con il brano dell’Apocalisse, capo V verso 1, che parla dei sette
sigilli
, identificandoli con le sette tappe del Viaggio:
  1. fase gametica = andare a nozze. E’ la fase degli opposti Mitosi/ Meiosi (primi due comandamenti);
  2. fase zigotica = da zygo (ζυγω), “mi unisco”. E’ la fase dell’incarnazione (Zigote = terzo comandamento);
  3. sincizio trofoblasto = è la fase dell’interramento, dell’attaccamento
    all’utero e dura una settimana (quattro comandamenti: morula, salto precipiziale, perdita della zona pellucida, sincizio trofoblasto;
  4. embriogenesi = fase psicotica dove l’uno è il tutto (ottavo comandamento);
  5. fetogenesi = che tutto sia uno (Gv 3,30 – nono comandamento);
  6. tunnel della nascita (decimo comandamento);
  7. nascita Vitonauta.
La
prima fase è il viaggio gametico o “sex” da seccare, tagliare. E’ il
viaggio che ci fa perdere, regredire per diventare un inedito, che è il
motivo del Viaggio (Meiosi).


Il primo comandamento di questa fase è la Mitosi, dal greco mytos (μῦθος), cioè “filamento”, “parola”, “discorso”.
Nelle cellule la Mitosi serve per clonarsi e riprendere lo stesso patrimonio. Il comandamento enuncia: 

“Riproduci la tua identità, il filamento di ciò che già sei”.

La Mitosi è un voler ribadire e festeggiare la propria storia, quello che
già si è, lo stato quiete, l’angolo alfa, senza i quali non si può
cambiare.
Occorre avere sempre un proprio punto mitotico, che ci permette di danzare ai margini del caos.
 

La Mitosi è la parte superiore del Cum-munitometro ed è il femminile, la Meiosi è la parte diabolica.
Il punto mitotico è la fides (cordicella che ci lega all’In.Di.Co.
 
Ma la Mitosi non basta, occorre anche la parte sottostante dell’anello. Entrambi sono fondamentali per essere l’onda.
 
Il punto mitotico che  dura di più è quello che si alterna alla Meiosi e accetta di perdere. 

Chi ama la sua vita la perde, chi perde la sua vita la trova.

Angela,
Ombretta, Titti, Agata, Serena
e la gentile collaborazione di Ammanuel
che all’1:15 ci ha tolto dell’impasse
sulla Meiosi/Mitosi.


 

Un grazie a Mariano che ci fa intraprendere questo viaggio perdendo parti di noi è trovandone altre per diventare interi.

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