Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), giovedì 23 ottobre 2014. CORSO “TEORIA SULLA GRAVIDANZA”. Seconda giornata.
Iniziamo la giornata con il pensiero rapsodico
di Martino dal titolo “Le trasformazioni”, in quanto la Gravidanza è un
continuo movimento e trasformazione.
libro “Rapsodie romagnole” nel quale Mercadini commenta il detto
popolare:
“Chi nasce tondo non può morire quadro”.
contraddice il detto e questo ci introduce nella Gravidanza, che è un
continuo movimento, tant’è che in essa la staticità provoca l’aborto.
volta che dobbiamo cambiare (trasformazione) entriamo in crisi, non
riconoscendo che la minaccia è in realtà un desiderio, che noi abbiamo,
perché l’imprinting di base è il viaggio trasmutativo.
questo punto possiamo tornare ad essere quelli di prima, oppure
ascoltare il sogno ed utilizzarlo per la vita. Le situazioni cosiddette “psicotiche”
sono gli incubi che si incarnano nella vita.
passaggi di Gioele tra sonno/sogno e sveglia, gli hanno permesso di
sentire la contraddizione delle sue profondità, che ha poi elaborato
attraverso un testo scritto intitolato “Inno alla vita“.
scritto Gioele ci fa veder come sua necessario nell’esistenza mettere insieme gli opposti, danzare tra negativo e positivo, tra vita e morte,
tra maschile e femminile, come partendo da una forte riduzione (meiosi),
il viaggio si può trasformare in opportunità e riprendere parti
dimenticate, mettendo insieme gli opposti come nell’Ondanza.
perdiamo, invece, di vedere solo il buio e solo dolore dobbiamo pensare
che perdo uno e guadagno tre. Nessuno risorge se prima non passa dal “mi
distinguo”, “mi separo”, “decido” (Unità di Crisi).
stiamo male e attraversiamo la fase di cambiamento c’è bisogno di
silenzio e solitudine: silenzio delle relazioni e solitudine intesa come
rapporto con me stesso e il mio ontologico.
- esistenza della donna come entità viva, che ha una storia dentro di sè. Solo chi ha vita può dare vita;
- apparato riproduttivo che continuamente produce semi, genera
autonomamente continue possibilità, attendendo il tempo favorevole
(Kairòs) e lo fa ogni volta come se fosse la prima volta. Crea a prescindere dall’esterno. Sintonizzarsi con il proprio apparato riproduttivo è importante. Quando ci perdiamo? Quando non lo riconosciamo. L’apparato riproduttivo non basta occorre: - l’utero. Solo nell’utero inizia la scintilla della vita. L’utero
separatosi dall’esterno pensa solo all’ospite ed è al servizio del
viaggio dell’altro, si adegua.
spermatozoi partono e vanno in terra straniera, ci vanno senza niente,
si espropriano di tutto per partire, con il desiderio e nostalgia di
tornare all’intero. L’ovulo attende.
viaggio con il brano dell’Apocalisse, capo V verso 1, che parla dei sette
sigilli, identificandoli con le sette tappe del Viaggio:
- fase gametica = andare a nozze. E’ la fase degli opposti Mitosi/ Meiosi (primi due comandamenti);
- fase zigotica = da zygo (ζυγω), “mi unisco”. E’ la fase dell’incarnazione (Zigote = terzo comandamento);
- sincizio trofoblasto = è la fase dell’interramento, dell’attaccamento
all’utero e dura una settimana (quattro comandamenti: morula, salto precipiziale, perdita della zona pellucida, sincizio trofoblasto; - embriogenesi = fase psicotica dove l’uno è il tutto (ottavo comandamento);
- fetogenesi = che tutto sia uno (Gv 3,30 – nono comandamento);
- tunnel della nascita (decimo comandamento);
- nascita Vitonauta.
prima fase è il viaggio gametico o “sex” da seccare, tagliare. E’ il
viaggio che ci fa perdere, regredire per diventare un inedito, che è il
motivo del Viaggio (Meiosi).
Nelle cellule la Mitosi serve per clonarsi e riprendere lo stesso patrimonio. Il comandamento enuncia:
“Riproduci la tua identità, il filamento di ciò che già sei”.
La Mitosi è un voler ribadire e festeggiare la propria storia, quello che
già si è, lo stato quiete, l’angolo alfa, senza i quali non si può
cambiare.
Occorre avere sempre un proprio punto mitotico, che ci permette di danzare ai margini del caos.
Il punto mitotico è la fides (cordicella che ci lega all’In.Di.Co.
Chi ama la sua vita la perde, chi perde la sua vita la trova.
Ombretta, Titti, Agata, Serena