Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), domenica 26 ottobre 2014. CORSO “TEORIA SUL VIAGGIO DELLA GRAVIDANZA”. Quinto ed ultimo giorno.
E tra una contrazione e l’altra siamo arrivati a domenica 26 ottobre.
C’è una piacevole atmosfera in giro, tutti sembrano leggeri, positivi e pieni di entusiasmo.
E’ giunto il momento di fare festa cantando a Mariano e Giovanna le canzoni che abbiamo messo a punto su di loro… anche qui la nostra creatività ha avuto spazio, sono venuti fuori dei piccolo capolavori di arte globale, oltre al fatto che ci siamo divertiti proprio nel comporle.
Mariano teorizza questo atteggiamento di Giovanni verso l’altro, anche come modalità di prendere distanza e fare il contrario rispetto a quello che ha vissuto in famiglia, dove invece si era portati ad accumulare senza tener conto dell’altro.
Dopo questo momento intenso, perché ci fa vedere tanti meccanismi comuni a tanti di noi, ritorniamo al corso… in realtà anche questo è Corso, è Gravidanza, è voler provare a fare un Salto precipiziale, perché quando facciamo fatica ad abbandonare posti sicuri, caldi, è proprio là che il Viaggio ricomincia e ci porta verso l’inedito.
A questo punto Mariano ci fa riconoscere come la nascita sia in realtà la morte della gravidanza, perché mai più ritorneremo nell’utero materno e quindi ci ritroveremo a fare un salto e a ritrovarci nell’esistenza. Non abbiamo scampo: deve finire la gravidanza per poter nascere.
E’ con questo che per la prima volta sperimentiamo che vuol dire crisis: dobbiamo separarci definitivamente, distinguerci e decidere… che fatica ma se non avvenisse non conosceremmo mai cosa c’è fuori. Non vedremmo mai chi ci ha generato… forse sarebbe meglio? Ops… questo non si può dire… dai non vi arrabbiate… stiamo scherzando. Tutto serve.
Ma in realtà anche l’utero che ci ha tanto accolti, dopo nove mesi, comincia a essere stretto, angusto, bisogna uscire da questa nicchia, dobbiamo sradicarci.
Infatti l’utero che è molto saggio e lo fa dall’origine del mondo, aiuta il bambino a venire fuori attraverso le contrazioni e alternando l’uscita anche con momenti di quiete, di piacere in quanto assenza di dolore.
Tre sono le sofferenze che avvengono durante questa fase: la prima è quella dell’allontanamento, dell’esplusione, del tradimento, della delusione per la perdita di qualcosa che ci piaceva, non riuscendo ancora a vedere il “positivo”, quello che nascerà.
Ed è cosi anche da adulti, dopo aver attraversato un momento di crisi, difficile in cui ci sembra di aver perso tutto, dove tutto ci sembra scomodo e complesso, una volta attraversato viene fuori il nostro nuovo primo respiro, rivediamo di nuovo la luce e benediciamo con lacrime di gioia il nostro venire fuori nuovi. Non è forse anche questa una nascita?
“Tunnel della nascita e delle tre sofferenze: attraversa e fatti attraversare dalle tre sofferenze per rinascere ogni volta vitonauta trascendente in mission nella storia”.
Come è finita la giornata? Noi quando ci pensiamo ancora ridiamo… Questo non si può descrivere… preferiamo lasciare parola a questa foto memorabile.
1 Commento/i
rita
Mariano, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, ma per farlo servirebbe molta fantasia e un altro genio come lui!