Troia (FG), domenica 21 settembre 2014. FESTA DELL’EQUINOZIO DI NUOVA SPECIE.
iscritta ai sensi della l.r. n. 11 del 16 marzo 1994
nel reg. gen. assoc. Volontariato col N. 305 – d.r. 56 del 25 maggio 1998
Via Candelaro 98/A – 71100 – Foggia
nel reg. gen. assoc. Volontariato col N. 305 – d.r. 56 del 25 maggio 1998
Via Candelaro 98/A – 71100 – Foggia
FESTA DELL’EQUINOZIO
DI NUOVA SPECIE
ALLA MASSERIA-STALLA DEL PRO.NU.S.
La giornata è cominciata con uno splendido e adrenalinico viaggio in motocicletta con mio padre.
Dopo curve, sorpassi e insetti tanti insetti, siamo giunti a destinazione alla Stalla del Pro.Nu.S.
Accolti da tante belle donne, tra cui la piu temeraria (Dina) che ha espresso il desiderio di fare un giro con la motocicletta, il quale desiderio è stato prontamente esaudito.
Io nel frattempo mi immergevo nell’atmosfera della “masseria“ trovando tutto ciò che mi aspettavo: una atmosfera accogliente e calorosa.
Tutti sembravano avere occupazioni, dagli addetti all’accoglienza, ai lavori più fisici adempiuti dai volontari più audaci come Mariano, Barbara, Francesco, Ilona e molti altri impegnati in un fine e raffinatissimo lavoro di smantellamento di muri a colpi di martello.
Muniti di mascherine e molta forza, i volontari sono andati avanti per molte ore tra calcinacci e una nube di polvere bianca.
Tra le altre attività c’erano, sparsi qua è là nel giardino, molti banchetti delle proprie produzioni che offrivano prodotti alimentari, libri usati e veri e propri stand accuratamente allestiti con oggetti lussuosi di alta classe. Praticamente sembrava di essere alla fiera della moda di Milano.
Tra musica, balli e anche qui ahimè insetti, tanti insetti, siamo arrivati all’ora di pranzo, rigorosamente vegano e improntato all’insegna dell’eco-sostenibilità con cibo e prodotti a impatto 0.
Il pranzo si è concluso con uno squisito dessert, accuratamente cucinato da Gioele che a discapito di quanto si dica sulla scarsa sapidità dei cibi vegani questo, è stato un trionfo di successo che ha fatto risuscitare pure Mila che non era al massimo della condizione fisica.
Tra spensieratezza, buona musica e spietate e lunghe “aste clandestine di giovani” [😉] affascinanti bellimbusti si è svolto il pomeriggio alla masseria.
Giunti quasi al termine della giornata, ci riuniamo attorno la console e facciamo un bilancio della giornata, con la conduzione di Gaetano e Filippo al microfono contiamo le quote che tutte le attività hanno prodotto, ma non tardano ad arrivare le prime incomprensioni… Gaetano avendo visto e percepito degli atteggiamenti distanti dal suo modo di pensare e poco uniformi alla grande solidarietà e generosità che vi è dietro questi progetti non si trattiene dal confessarlo pubblicamente ferendo la sensibilità di Rita. La verità percepita da lei, invece, è che la critica le è stata fatta solo per recarle danno e non volta alla costruzione, ma aiutata da Mariano viene invitata a vedere il suo punto di vista e non doversi giustificare-difendere ma, anzi, di considerare il pensiero di Gaetano non per forza come verità assoluta che abbia del vero sulla sua personalità in quanto solo lei può sapere qual’è la verità delle sue intenzioni. Inoltre Rita ferita dice di non voler piu partecipare a queste attività dato che non vengono riconosciute le sue azioni. Ancora una volta viene invitata a non chiudersi e distruggere tutto ma, ascoltare l’unica cosa che importa: se lei sa di essere nel buono non ha motivo di preoccuparsi di ciò che qualcuno pensa.
Mi viene in mente una frase di Osho:
“Se conosci il tuo valore, perchè mai ti dovresti preoccupare dell’accettazione o del rifiuto degli altri?
Ed è così che, in questa giornata dell’Equinozio di Nuova Specie anche il sole piano piano compie il suo ciclo naturale e, calmate un pò le acque Mariano invita rita insieme al marito a piantare l’ulivo.
In compagnia della filastrocca “Ci vuole un fiore“, ci appropinquiamo tutti verso la zolla di terra scelta per piantare ulivita (cosi battezzata la fortunata pianticella). A colpi di forti e virili rastrellate viene creata la buca con tanto di scintille che stupiscono tutti gli spettatori.
Piantata l’ulivita vengono fatti molti pensieri tra cui quelli incoraggianti di Mariano sull’etimologia del termine “equinozio”, il quale utilizza l’autunno come metafora per descrivere il sentiero della vita e paragonando il percorso di ognuno di noi ad un albero che con le sue radici ha la forza di espandersi là dove trova il nutrimento e, con molta flessibilità là dove non trova linfa cerca una nuova via, senza fretta e attraversando tutti i cicli dell’anno pure quello che apparentemente sempre il più brutto in quanto si riflette all’esterno come morte, perdita e caduta. Come le stagioni ci insegnano che la nascita della primavera è imprescindibile dalla morte dell’autunno e pure Come ci insegna il sole che, nel giorno dell’equinozio anche dopo BEN DODICI ORE di buio seguono SEMPRE, SEMPRE DODICI ORE di luce anche noi non dobbiamo mai dimenticarci di percorrere la tempesta. Perchè tanto l’arcobaleno arriva. Sempre.
Giorgia N.
4 Commenti
Rita
Carissima Giorgia,non mi riferivo a te per la 'lezione pubblica' ma a chi ha cominciato la dinamica e che dovrebbe imparare a essere meno grossolano. Comunque io ho tratto la mia lezione personale da tutto ciò e ne farò tesoro, un abbraccio
Fregola
ciao Rita
premetto che non penso di aver dato delle 'lezioni pubbliche'.. qualora l'avessi fatto ti chiedo scusa perchè non era assolutamente mia intenzione.
Poi volevo aggiungere che sicuramente mi sarò espressa male io, ma quando dici che non potrà mai essere spiegata la verita perche troppo complessa e profonda confermi quello che volevo scrivere :
' '..ma aiutata da Mariano viene invitata a vedere il suo punto di vista e non doversi giustificare-difendere ma, anzi, di considerare il pensiero di Gaetano non per forza come verità assoluta che abbia del vero sulla sua personalità in quanto solo lei può sapere qual’è la verità delle sue intenzioni' '
anche se solo in parte spero di aver chiarito un pò l'incomprensione.
PS grazie filippo!
filippo
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rita
Cara Giorgia n.il tuo post,scritto molto bene, mi induce a chiarire però alcuni concetti che non trovo vicini alla mia verità e che mi feriscono ulteriormente:non mi devo nè giustificare nè difendere,il mio valore lo conosco, e le mie azioni pure,quella grande solidarietà e generosità che sta dietro a questi progetti,l'ho capita benissimo e la esprimo come e quando posso,molto spesso nell'ombra,non ho bisogno di elencare le risorse che finora ho apportato al metodo e che continuerò a fare,ma quello che non accetto è di prendere lezioni pubbliche da chi conosco appena e mi conosce ancora meno,e sopratutto non accetto la cattiveria e la falsità di chi nel metodo dovrebbe crescere e trovare le modalità giuste per interagire con persone che ritiene sbaglino.Aggiungo questo alla tua comunque buona sintesi della giornata, perchè quello che si è sentito visto e percepito è solo una parte della verità,verità che non potrà mai essere spiegata e svelata con due parole poichè le nostre profondità e vissuti sono infiniti,dinamici, complessi e inaccessibili, già è tanto se ci arriviamo noi.Comunque penso che tutte le dinamiche che succedono nel metodo siano benedette,sopratutto se a ricucire c'è Mariano il nostro grande maestro. ringrazio lui, ringrazio te e forse anche Gaetano