FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
PRIMA SETTIMANA
INTENSIVA INTERNAZIONALE.
SCRITTO DELLO PSICHIATRA
LONDINESE REX HAIGH,
ESPONENTE DEL
ROYAL COLLEGE OF PSYCHIATRISTS.
LE SUE PRIME IMPRESSIONI.
“La maratona delle maratone”.
Quando ho iniziato la formazione come analista di gruppo, occasionalmente abbiamo fatto gruppi “maratona”, che erano generalmente della durata di tre ore – anche se credo che alcune delle più bizzarre terapie di gruppo californiane degli anni ’60 (molto prima del mio tempo) potrebbero essere durate più a lungo.
Qui parliamo di gruppi di terapia che durano quattro ore ciascuno e il programma intensivo comprende due di loro ogni giorno per una settimana – un totale di dieci gruppi da quattro ore (più l’introduzione di due ore e mezza). Ora, questa è quella che io chiamo una maratona!
La disposizione.
- Un confortevole albergo di medie dimensioni a San Giovanni Rotondo, Puglia (2 ore di auto dall’aeroporto di Bari).
- Una grande sala conferenze con aria condizionata al piano superiore.
- Sedie disposte in sei file a ferro di cavallo, con quattro o cinque sedie di fronte rivolte verso il gruppo.
- Un proiettore e sistema audio potente collegato a musica e video on-line su pc, alcuni semplici strumenti musicali – tra cui cinque tamburi africani, una chitarra e una fisarmonica.
- Un grande tappeto a trama blu e oro disposto tra le sedie rivolte verso il gruppo e le sedie disposte in fila di fronte dove si siedono i partecipanti.
Chi c’è?
1. ~ 130 utenti del servizio con le loro famiglie, per lo più genitori e figli – ma anche alcune coppie.
2. Molti bambini piccoli, in giro a giocare e sdraiati sul tappeto.
3. Sebbene nessuna diagnosi venga fatta o discussa, è chiaro che il gruppo comprende persone con:
- Psicosi cronica e talvolta grave;
- Oppiacei e alcool dipendenze;
- Lutto;
- Rapporti familiari e disarmonia coniugale;
- Bambini in difficoltà – probabilmente diagnosticabili con disturbo da deficit di attenzione e iperattività;
- Disturbo dello spettro autistico (autismo anche grave);
- Sindrome di Down;
- Complessi disturbi emotivi / della personalità;
- Depressione e ansia;
- Ossessioni e rituali;
- Reazioni di stress e di adeguamento;
- La diagnosi complessiva è “DISAGIO DIFFUSO“.
Sono anche presenti:
4. circa sei persone dello staff che conducono i gruppi e molti collaboratori attivi che sono passati loro stessi attraverso il processo;
5. io e altri ospiti britannici;
6. un interprete simultaneo (seduto in mezzo a noi – con Wi-Fi e sistema di cuffie).
Cosa succede?
Due grandi gruppi al giorno, ciascuna della durata di quattro ore (o più). Come di solito accade in Italia, la concezione del tempo è piuttosto flessibile: la musica inizia a suonare prima dell’orario prefissato finché la maggior parte dei membri si allontana e i conduttori del gruppo iniziano a richiamare tutti all’ordine per circa un quarto d’ora dopo l’orario ufficiale.
Alcune persone si avvicinano volontariamente o sono chiamati, una per volta, a essere la persona centrale al microfono rivolta verso il gruppo – più “centro dell’attenzione” che “protagonista” (come nello psicodramma).
La discussione tra loro è strettamente condotta da alcuni o da tutti e tre i conduttori, a volte con altri collaboratori e occasionalmente con altri dei partecipanti. E’ tutto fatto con microfoni a mano, attraverso un (piuttosto forte) sistema audio.
Questo momento in cui ci si rivolge al gruppo, dura di solito circa 10-30 minuti per ciascuno. C’è una progressione di ciò di cui si è parlato per tutta la giornata, un po’ sulla base dei tre “codici”:
- il racconto dei fatti di storie biografiche (~ codice razionale-simbolico);
- seguiti da quelli più emozionali (~ codice analogico);
- poi, prima di pranzo, l’“immersione“;
- dopo pranzo, le reazioni delle persone riguardo a ciò che hanno sentito nella mattinata, per esplorare il “fondo comune“;
- poi la raccolta dei temi di quelli che scelgono di contribuire, sulla base di storie ed emozioni del mattino;
- scelta del tema predominante del giorno;
- riflessioni di chi vuole riguardo a questo tema;
- terminando con la “teoria” – per lo più i tre conduttori – in base al tema scelto, alle narrazioni e ai sentimenti discussi durante la giornata, apertura sulle proprie storie, e utilizzo dei diagrammi del “Metodo“.
Prima del processo di “immersione”, lo schema generale è lo stesso per ogni partecipante: dire – sentire – toccare. Nella parte del “dire” c’è la narrazione, con domande da parte dei conduttori, tra cui una notevole quantità di strette di mano, carezze per dare supporto fisico (~ codice bio-organico).
L’obiettivo è di arrivare ai sentimenti della persona – “sentire” (a volte le domande e le azioni fisiche per arrivarci possono sembrare abbastanza dure).
I sentimenti stessi vengono esplorati in quantità variabile, ma il finale è sempre un crescendo di “toccare” – spesso i conduttori chiamano altri partecipanti per abbracciare (individualmente o in gruppo), coccolarsi, distendersi, accarezzarsi, sedersi in grembo o altro contatto fisico continuo, di solito sul tappeto – con i bambini, aiutanti, altri partecipanti che si sentono vulnerabili e, talvolta, i conduttori stessi.
Spesso viene scelta una musica adatta e tutti sono invitati a ballare. La musica include ninna-nanne, ballate italiane, pop e rock ad alto volume, e la canzone “Vaffanculo” – che era molto popolare! Questo processo spesso innesca una reazione emotiva negli altri (esattamente ciò che gli analisti di gruppo chiamano “risonanza”), che sono poi invitati a sedersi di fronte al gruppo per passare attraverso lo stesso processo o che sono silenziosamente sostenuti da persone vicine che accorrono dall’altra parte della stanza, quando vedono il bisogno di aiuto. I conduttori stessi del gruppo, sono solo coinvolti occasionalmente nella dinamica.
C’è movimento di persone per quasi tutto il tempo, tra andare e venire. L’intero evento è continuamente fotografato, videoregistrato e audio-registrato per l’archivio.
Ad eccezione della fase delle “immersioni” durante la quale diverse persone, che hanno già narrato un episodio della loro vita, scelgono di esplorare le emozioni in modo più approfondito.
E’ spesso descritta dalla gente come una parte importante della loro “transizione“. Per questo, le luci si abbassano e tutti sono tenuti a rispettare la situazione spegnendo i telefoni e stando in silenzio.
Le mie prime domande.
1. La leadership carismatica di Mariano Loiacono trasmette un transfert positivo incessante: può il Metodo alla Salute funzionare senza di lui o senza il suo carisma?
Questa domanda ha avuto in qualche modo risposta durante i Gruppi di quattro ore dei due giorni successivi, che sono stati condotti da tre donne il lunedì (Cindy, Graziana e Dina) e due donne e un uomo (Sandra, Michela e Silvio) il martedì, senza che lui ci sia stato affatto.
2. L’etica di un così esteso contatto fisico: si poteva ben notare nel workshop che gli italiani del sud sono molto più a proprio agio con il contatto fisico rispetto a quelli del nord – ma questo è ancora più estremo rispetto al nord dell’Europa. Anche se nella parte introduttiva, Mariano ha sottolineato che il contatto è non-sessuale agli occhi del nord Europa, non sembra sempre così!
3. Questa è una grande terapia di gruppo (che dà chiaramente un certo sollievo immediato ed è una catarsi per l’afflizione delle persone) – ma se i suoi benefici la rendono utile e attendibile, dovranno essere dimostrati miglioramenti a lungo termine. Diversi studi del caso e singole voci hanno dato testimonianza di questo, anche se non è chiaro se il consiglio di Bob Johnson riguardo all’uso sistematico del Questionario sul Benessere Generale (GHQ), quattro anni fa, è stato poi accolto e portato avanti (vedi http://www.truthtrustconsent.com/public_html/psychiatry/il-methodo-loiacono).
Una domanda qualitativa più interessante – fissa nella mia mente – è: cos’è che ha in comune con gli approcci analitici di gruppo (una matrice di gruppo super accelerata?), con le comunità terapeutiche (gerarchia totalmente appiattita e forte esperienza di contenimento emotivo), e con gli ambienti positivi più in generale (progettati, pianificati ed eseguiti in maniera relazionale; informalità – come i bambini che corrono, musica e altre funzionalità per arricchire lo spazio)?
Continua…
Dr. Rex Haigh,
tradotto da
Linda Di Filippo
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2 Commenti
Anonimo
Eeeehhhhi addirittura!!! 🙂
Grazie Vicky, anche tu lo sei!!! Mi diverto troppo a fare le traduzioni! Un bacione!!! Linda
Anonimo
Linda sei un mito!!! Bravona, un abbraccio Victoria