Crispano (NA), 2 giugno 2014. SUPERVISIONE DELL’ ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE CAMPANIA.

 FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS


 Registro Persone giuridiche n. 429 

Prefettura di Foggia

 

 Prima di iniziare a scrivere questo post, metto su una bella playlist di canzoni della tradizione napoletana, mi sembra il minimo anche per ricreare un po’ di quello spirito che aleggiava ieri, 2 giugno 2014, a Crispano, durante la supervisione della “forse” Associazione all Salute Campania.

 

Ci siamo incontrati in questo piccolo borgo della provincia napoletana, nei locali (molto belli e spaziosi) dell’oratorio del paese. Nell’attesa (un po’ lunghetta!!) che arrivassero tutti i campani abbiamo familiarizzato un po’ con i locali, giocando a pallone nell’atrio e scherzando con la statua di Papa Karol Wojtyla… 
Eravamo in tanti anche “turisti”: da Bari io (Giusi Pascolla), Marina, Gaetano e Veronica (di sangue napoletano però), dalla Romagna Martino e Davide, dalle Marche Sandra e Raffaele.
 

Ha aperto la mattinata Marina che ha seguito, insieme al Gruppo B.A.T., sino ad ora i lavori di preparazione di questo gruppo di campani, tanto desiderosi ma anche bloccati, se vogliamo, da dinamiche che ora cercherò di raccontare. Insieme a Marina a condurre la supervisione ci sono anche Gaetano, Sandra e Raffaele, rappresentanti della Fondazione Nuova Specie.
 

Dopo la presentazione dei forestieri, Raffaele e Sandra introducono il senso di quello che si sta per fare e sottolineano alcuni punti importanti ovvero che “non è sufficiente stare insieme, cosa che a sud sappiamo anche fare, per costruire”. E’ questa solo un’illusione che ci fa credere che stiamo costruendo ma in profondità non scambiamo.
A questo Raffaele aggiunge che è anche importante per chi inizia, avere un minimo di angolo alfa (puntualità, strumentazione, modalità di convocazione delle persone, etc.).
I conduttori, tutti d’accordo, intuiscono che piuttosto che portare i presenti a venire fuori con il negativo tra di loro, è importante partire dal fondo comune che c’è tra i tre nuclei familiari presenti ovvero: la famiglia di Lucia, Mimmo e Francesco, la famiglia di Pasquale, Annamaria, Antonio e Pia e la famiglia di Ernesto e Teresa.
 

Il fondo comune di questi tre nuclei è stato il disagio dei figli che ha spinto loro a mettersi in cammino. Ma questo basta per transitare verso un nuovo punto di vista? E’ sufficiente per ritrovarsi poi insieme per costruire e far vivere l’Associazione?
 

Secondo Raffaele il problema è proprio che queste tre famiglie fanno difficoltà a mettersi insieme perché su tante dinamiche si fanno da specchio e quindi, quando tentano un approccio più vicino, si spaventano e si respingono.
E’ per questo che questa fase risulta essere molto delicata e bisogna andare lentamente, molto lentamente.
 

Prima di entrare nel fenomeno vivo, cantiamogoccia dopo goccia e viene spiegata da Gaetano, la regola del C.A.C.AR.E, la griglia di orientamento utilizzata per le supervisioni.
 

Ecco, ho sentito che chi conduceva oggi, non aveva la presunzione di arrivare a costruire chissà cosa ma dall’inizio ho percepito che lo spirito era quello di aggiungere “una goccia” a questo mare.Viene chiesto ai presenti di approfittare di questo momento di “faccia a faccia” per dirsi quello che magari sino ad ora non si è detto o comunque si fa fatica a comunicare, anche beneficiando di persone distinte e autorevoli.

I conduttori, ben intuiscono che per far nascere una “nuova famiglia” sul territorio, bisogna superare la logica delle famiglie d’origine e quindi si sottolinea anche come non è necessario che tutti i componenti della stessa famiglia debbano muoversi necessariamente compatti e con gli stessi tempi nell’adesione e nell’impegno che vorranno dare a questa creatura che sta per nascere.
 

E’così  che si parte dalla famiglia di Francesco, Mimmo e Lucia e viene chiesto ad ognuno di loro di apprezzare e criticare ogni componente della famiglia, aiutati dai conduttori che hanno teorizzato ed aiutato ad elaborare quanto veniva detto, dando anche delle prospettive concrete ai singoli familiari.

Al termine del confronto, ci catapultiamo sulla pizza e su tutte le altre leccornie presenti (ovviamente queste immagini non sono documentate perché avevo le mani occupate…).
Nella pausa, Pasquale insieme ad una schiera di giovani leve del posto (Pia, Antonio, Valeria) e non solo, suona e canta con passione buona parte del repertorio napoletano, qualcun altro balla, chi chiacchiera… insomma il quadretto è piacevole ma bisogna procedere e quindi, dopo un ottimo caffè ci sediamo e ricominciamo questa volta con la famiglia composta proprio da Pasquale, Annamaria, Pia e Antonio, accompagnati anche da Valeria, fidanzata di Antonio che a quanto pare sembra molto legata non solo ad Antonio ma a tutti e che, nonostante la sua giovane età, aiuta ad elaborare le dinamiche familiari, anche molto simili a quelle della sua famiglia. Anche qui, il materiale è tanto e a tratti ho la sensazione che, nonostante sia passato tanto tempo, questa famiglia non si sia ancora formata e soprattutto Pasquale e Annamaria, pur volendosi bene, ancora non si sono incontrati come coppia distinti, senza pesi e vincoli derivanti dalle loro famiglie d’origine. Il lavoro da fare tra di loro come singoli è tanto ma questi napoletani non sembrano scoraggiarsi, anzi a me sembrano quasi contenti delle prospettive che i conduttori e anche gli altri presenti consigliano loro e fanno intravedere.
 

Al termine di questo confronto in cui anche i codici profondi sono venuti fuori non senza difficoltà, i conduttori fanno una somma di tutto quello che è venuto fuori a partire dall’ultima fase di questo gruppo che, negli ultimi mesi, ha mosso diversi passi aiutato dall’intervento delle donne del Gruppo B.A.T., di Gaetano, la presa delle redini di Pasquale, investito del ruolo da Mariano.
 

Non è facile mettersi insieme, ricorda Raffaele anche perché magari vorremmo già arrivare a fare grandi cose. E invece è proprio dalle piccole cose che dobbiamo partire come ci ricorda il proverbio napoletano letto da Davide: “pochi amici e tanta felicità”.
 

Chiude Gaetano ricordando che oggi è la festa della Repubblica e che noi possiamo festeggiare questa che non è una colonizzazione di un posto ma una repubblica fondata su noi stessi, dove viene data centralità alle persone.
E chissà che l’anno prossimo, spera Gaetano, non si possa celebrare la prima festa della repubblica partenopea. Spinge così i più giovani a sperimentarsi, liberandosi anche da soli dalle briglie vecchie che ci tengono imprigionati.
 

Anche Veronica, napoletana di nascita ma ancora in confusione rispetto a queste sue origini, sottolinea che le sembra, rispetto all’inizio della giornata, che le acque sono più fluide e che l’entrare nelle storie di queste famiglie ha dato una spinta importante.

Viene così individuato il trio che condurrà questa nuova fase di sperimentazione per l’Alsa Campania

Occhio! Sono pure tre bell’ guaglion’! Pasquale, Francesco e Antonio.
E chissà che tra un babbà e una pizza anche questa terra possa sentire il beneficio di avere un nuovo posto al sole dove riscaldarsi, accompagnarsi e crescere insieme.
 

Ah! se per caso vi fosse venuta voglia di ascoltare musica napoletana, vi consiglio la mia playlist
 

http://www.youtube.com/watch?v=c0T0Ol3WYtslist=PL3C670218709BE8C9 

Buona notte.


Giusi, ballerina ribelle

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