Casamassima (BA), sabato 26 aprile 2014. I° SALOTTO LETTERARIO GLOBALE A CASAMASSIMA RACCONTATO DA FLAVIO.

Prefettura di Foggia
RACCONTATO DA FLAVIO.
che è dentro di noi.
Il 26 aprile c’è un appuntamento speciale a Casamassima: il Salotto letterario globale. “Salotto” perché deve essere un momento piacevole; “letterario” perché tra le modalità di osservare la vita quella che viene analizzata è l’arte letteraria; “globale” perché è un momento che serve per immergersi, per osservare la vita in profondità. E’ un incontro in cui Mariano svilupperà la sua teoria globale leggendo ed interpretando il libro “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” di Luis Sepùlveda. Si tratta di fare haggadah: è un termine ebraico che sta a significare che ad un contenuto esistente si aggiunge una nostra parte che non altera la natura del testo ma lo arricchisce.
Fedele alla sua modalità Mariano ci aiuta a transitare dalla vita di tutti i giorni ad un momento di immersione nella globalità della vita che sarà l’analisi del testo. Per “riscaldarci” Mariano ci mostra la sua arte nel vivere le dinamiche che partono sempre dall’“ascolto dello stato quiete” cioè dal comprendere come sta in quel momento la persona che abbiamo davanti. Non lo racconta a parole ma lo fa accogliendo le persone nuove al Metodo alla Salute prima di iniziare la giornata, come ogni bravo padrone di casa dovrebbe fare. Qualche domanda, un sorriso, un po’ di ironia: tutto estremamente semplice ma di grande valore. Segue una fase di comunicazioni. Viene presentato il “Cerchio magico” (piccoli Gruppi alla Salute nelle scuole) tenuto il giorno prima da Marco e Riccardo a Cerignola con un gruppo di giovani adolescenti e poi viene esposta la Supervisione operata da Mariano alla futura Associazione alla Salute B.A.T. (Barletta, Andria, Trani).
Prima dell’inizio della parte di teoria vera e propria vengono anche presentati gli organizzatori dell’evento. I più evidenti a noi partecipanti erano la neo eletta presidente Maria dell’Associazione alla Salute Bari e Gaetano che curava la parte musicale con l’aggiunta fondamentale di Lara arrivata con la sua pluralità di competenze. A questi si uniscono ovviamente molti altri, casamassinesi e non, che da dietro le quinte hanno permesso il successo della giornata. Maria ha anche concepito il rito poi sviluppato da Gaetano dal titolo “il primo seme in terra Casamassimese”: piantando semi di Altea e Tarassaco in un vaso ci si è augurati che fossero bene auguranti per il futuro. L’immagine di Mariano che prima sposta la terra con una paletta di quelle da spiaggia e poi, dopo aver piantato i semi, getta acqua sul terriccio con un irrigatore giocattolo mi fa sorridere.
Si parte!
Una delle peculiarità dei momenti legati alla letteratura è che il testo viene inviato in anticipo a chi si iscrive per far si che venga letto e che ognuno scriva ed invii la propria teoria globale: è infatti la “semplice” contemplazione della vita ed ognuno di noi è in grado di farlo. Purtroppo questa volta pochi hanno seguito la richiesta (compreso chi scrive)…
Autorevole braccio destro di Mariano (anche se è seduta alla sua sinistra) è Graziana che per tutta la giornata lo accompagnerà leggendo interamente il libro a piccoli frammenti.
L’inizio è centrato sul “negativo”, visto come un vento positivo che fa spostare la nostra immobilità, come istanza al cambiamento.
Come ha trovato l’accompagnatore la lumaca? Ascoltando i propri bisogni che l’hanno portata a muoversi, anche e sopratutto attraversando le sue paure. E’ un personaggio distinto da lei, che l’ha aiutata a riconoscere la sua identità di accompagnatore quando lei pensava fosse altro (mica sai prima chi ti può accompagnare, lo scopri solo vivendo), che c’è stato con i codici profondi più che con le parole (il respiro che dava tranquillità, il comunicare la soddisfazione di se stesso), che le ha donato la memoria storica anche del negativo ben sapendo lui che chi sta male cerca solo il positivo. Solo alla fine di un percorso è arrivato a soddisfare i bisogni della lumaca ma facendole scoprire le soluzioni che già erano dentro di lei: il valore della lentezza come qualità per osservare la vita da un punto di vista privilegiato e il suo nome raffigurato in ciò che lei già era: “Ribelle”.
Alla fine l’ultimo gesto dell’accompagnatore quando ha verificato che il progetto di cambiamento è nato è che se ne va (e così infatti fa la tartaruga) perché il suo compito è finito: non deve mai sostituirsi all’accompagnato.