Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), sabato 29 marzo 2014. III° CORSAGGIO. Secondo giorno.

 FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
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III° CORSAGGIO.

Secondo giorno.

Mariano ci invita ad utilizzare in maniera creativa le unità didattiche, che sono strumenti semplici ma profondi per fare luce sui nostri vissuti, sono metafore e in quanto tali hanno la capacità di farci transitare (metà-fero), cogliendo il senso profondo, antenato di ciò che viviamo.  

Vita e Conoscenza sono i due grandi attori dell’esistenza, perché essa possa procedere nel suo viaggio infinito, dinamico e complesso, così come sono inscindibili e profondamente intrecciate Vita e Morte

Nel Cummunitronda vediamo come Vita e Morte si susseguono infinitamente propagandosi nello spazio come l’onda, ovvero come fa l’energia sin dai primordi della storia della vita. 

Alla Vita corrisponde, il femminile; alla Morte l’anello dello scollamento, la conoscenza, il maschile. Solo dopo esserci separati da un vissuto possiamo conoscerlo, solo dopo averlo fatto morire dentro di noi, ma solo grazie a quella morte potrà generarsi vita nuova. Così la Morte diventa madre della Vita, in una visione che vede gli opposti danzare in dinamica tra loro, si comprendono per approdare di volta in volta a livelli di sempre maggiore compenetrazione della metastoria nella storia, di sempre maggiore realizzazione del potenziale originario che ogni vita possiede, per far sì che il negativo diventi il vento prezioso che le vele dei nostri velieri devono saper sfruttare per procedere nel viaggio. Per navigare in mare aperto bisogna accettare di avventurarsi in uno spazio-tempo dove nessuna traiettoria è già tracciata, dove bisogna imparare a gustarsi il piacere di questo procedere incerto. 

Attraverso la metafora del Quadrangolare appare chiaro che un passaggio diretto dall’angolo beta al p-greco non è che virtuale, ci dà soltanto l’illusione di aver compiuto un passaggio in profondità, mentre in realtà è un meccanismo ambivalente, che all’angolo β dell’apprendere non fa seguire la fase dell’intraprendere, della sperimentazione, del mettersi in gioco, con tutti rischi che questa comporta. E’ necessario che l’angolo β, quello che vorrebbe andare oltre la storia limitata dell’angolo α, sia disposto a sporcarsi umilmente della storia, senza rinnegarla né subirla, ma riattraversandola e comprendendola: così facendo potrà approdare a una nuova e inedita espressione della storia, a un angolo γ frutto di una avventurosa Odissea, che ha in sé i semi dell’angolo α precedente e dell’angolo β, l’iniziatore di ogni cambiamento.

La Croce laica, opera-visione di Michela Garbati

Così la traversata che dall’angolo β porta all’angolo γ ci ricorda il crocevia, il Quadrato aureo, lo snodo della croce dove avvengono in maniera inedita infiniti scambi, contrasti, inclusioni tra tutte le forze che vi convergono, sede sacra del crossingover, vero tabernacolo della vita, fucina prodigiosa di infinite forme vitali uniche e irripetibili. Tale Quadrato aureo esiste in tutti i piani della Piramide del Sarvas, dovremmo infatti preservare questo spazio sacro in tutti livelli della nostra esistenza: innanzitutto nel rapporto con noi stessi, poi nei rapporti forti, quindi nel rapporto con i gruppi e nella nostra visione generale della vita (rapporto con il Globale Massimo). 

Combinazione delle Unità didattiche: Piramide del Sarvas e Graal delle Profondità

Ci viene quindi presentata una nuova combinazione tra due ormai note Unità didattiche: il Pira-Graal, che origina come una nuova sillaba dall’incontro delle due lettere Piramide del Sarvas e Graal delle Profondità della Vita. Attraverso questo nuovo strumento possiamo farci un check-up per riconoscere a che grado siamo del nostro risveglio, del nostro percorso di crescita e del recupero delle nostre parti colonizzate dall’esterno e quindi addormentate, quali sono i frutti che la chioma del nostro albero porta sui quattro distinti piani, cioè a livello delle forze covalenti (rapporto con noi stessi), delle forze elettromagnetiche (rapporti forti), legami deboli (rapporti coi gruppi), forze gravitazionali (rapporto col Globale Massimo). Sarebbe buono che ognuno di noi dedicasse periodicamente del tempo a se stesso per valutare lo stato di salute del proprio Albero della Vita in Viaggio, per verificare la vitalità delle radici e del tronco, la presenza di forze ascensionali che nutrono la chioma arricchendola di frutti rigogliosi, espressione del nostro procedere verso il risveglio del Potenziale originario, cosicché, ognuno di noi, oltre a gravitare in orbite di altri pianeti, inizi a risplendere di luce propria, ad essere quindi Sole per altri pianeti. Con il Graal P. U. T. (Potenziale UnoTrino) vediamo che quando nasciamo siamo una versione specifica e unica dell’In.Di.Co. (Infinito Dinamico Complesso), ovvero la nostra nascita sancisce l’ingresso nella storia del P. U. F. (Potenziale Uno trino Fondamentale). 

Man mano che i nostri rapporti con la storia si approfondiscono, il nostro potenziale originario va incontro ad un attorcigliamento, ad una “Kundalinizzazione”, in cui la vita antenata, quella da cui originiamo, riesce sempre meno a comunicare con la nostra storia; diventiamo così territori colonizzati, invasi dall’esterno, in cui le nostre parti originarie vengono sostituite da protesi, segno del nostro addormentamento.  Siamo nella fase del P. U. K., dove la K sta per Kundalini (= attorcigliato), ma anche per punto Karma, che rappresenta la cicatrice esitata alla estirpazione delle nostre radici metastoriche. E’ una fase priva di consapevolezza, di sonno-sogno, che può durare tutta la vita, in cui il letargo della nostra forza vitale originaria contamina tutti i codici, condannandoci a uno scollamento tra codice simbolico e codici profondi, e ad una egemonia del codice simbolico che in modalità mitotica ricerca strade e soluzioni, in un karma inesauribile e sempre più lontano dalla vita antenata. Solo un evento “di grazia”, cioè gratuito, non pianificato e non previsto, può intervenire nella nostra vita per interrompere il letargo, per farci sentire il nostro potenziale originario, per chiamarci al risveglio. E’ questo il P. U. S. (Potenziale Uno trino Svegliato), che si esprime attraverso lo srotolamento del Kundalini, il recupero delle nostre parti espropriate; è la ribellione dello schiavo che è rimasto fino a quel punto imprigionato nella caverna, dove viveva di rappresentazioni esterne a sé (codice simbolico), di ombre, anzicchè di realtà. Il P. U. S. è un processo lento e doloroso, dove è facile voltarsi in dietro, dove alla nostalgia per la nostra forza vitale originaria si contrappone la nostalgia per le soluzioni adottate fino ad allora, per le ombre. Tuttavia è il passaggio obbligato per approdare al P. U. M. (Potenziale Uno trino Metastorico), realizzazione nello spazio-tempo che viviamo del nostro potenziale originario, in cui correnti ascensionali provenienti dalla matrice metastorica irrorino senza più ostacoli la nostra chioma. 

Per descrivere i passaggi che dal P. U. F. portano al P. U. M., Mariano ci propone una nuova “sillaba”, in cui stavolta le lettere coinvolte sono il Cummunitometro e
l’Unità di Crisi, nominata PER.M.ME. (percorsi mitotici meiotici). Lo
Spettacolo dell’anello simbolico corrisponde al P. U. F., che per preservarsi
dovrebbe mantenersi distinto rispetto al contesto in cui è immerso
(distinzione = 1° step nell’
Unità di Crisi); man mano che l’esterno ci colonizza e che il P. U. K. prende piede, bisogna attraversare le fasi più dispendiose e dolorose dell’Unità di crisi: decidere, scegliere, risolvere, proprio perché reimpossessarsi delle proprie parti cedute è un processo difficile e doloroso. Al capolinea dell’anello simbolico ci attende il Wendepunkt Karmico” (WK), che ci immette nell’anello sottostante, quello della meiosi, della perdita delle soluzioni precedenti, delle ombre, che è quindi anche la fase di risveglio, del P. U. S., proteso al ripristino del nostro intero, del nostro sarvas. Anche le fasi del P. U. S. sono scandite dalle tappe dell’Unità di Crisi, in maniera speculare rispetto alla precedente: 1°) mi distinguo” dalle lenti colorate o categorie o rappresentazioni che mi hanno condizionato fino ad allora (codice simbolico); 2°) mi separo: sveglio, mi ripendo il mio codice analogico, il mio territorio; fase questa molto delicata, in cui si avvertono le sirene dell’astinenza; 3°) decido: perdo parti che non sono più vitali, vivo la loro morte, libero il codice bio-organico, ovvero le mie emozioni e i miei bisogni imprigionati nella Caverna; fase ancora più dolorosa, in cui ci sembra di perdere tutto, di perdere la vita stessa; 

4°) solo dopo essermi liberato del PUK posso “scegliere” e “risolvere”, cioè “sciogliere” e ricostruire-ricombinare ciò che ho ricevuto dalla vita in maniera rispettosa della mia specificità, divenendo finalmente io protagonista della mia storia, in quanto unica e irripetibile incarnazione dell’In.Di.Co. 5°) Solo a questo punto posso Vincere ed accedere alla creazione a partire da me; il termine del processo P. U. S. è segnato dall’approdo al “Wendepunkt Creativo” (WC) che spalanca le porte al P. U. M., tempo in cui il mio fare non sarà più un affannarmi da schiavo, ma sarà un fare in quanto In.Di.Co., in quanto co-creatore con la Gravidanza metastorica.

Chiara

1 Commento/i

  1. Rita T.

    grazie Chiara per questo post che spiega così bene argomenti complessi e profondi e che mi fa sentire un pò meno il rimpianto di non aver potuto partecipare.L'ho stampato per poterlo rileggere più volte,servirà a me e non solo…

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