Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), venerdì 4 aprile 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Terza giornata. Rito & Unità didattica.
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
SETTIMANA INTENSIVA
DELLA FONDAZIONE
NUOVA SPECIE ONLUS.
Terzo giorno:
Rito & Quadrangolare.
Aprile 2014.
Ogni Settimana intensiva ha la sua terza giornata che solitamente viene dedicata ad un Rito di Passaggio e ad alle Prove di Coraggio.
Silvio e Graziana ci hanno accompagnato a scendere e sciogliere i nostri movimenti interiori e fisici con grande sensibilità. Una volta entrati nella stanza dell’ex-CMS, oggi Aula didattica globale “Gianna Stellabotte“, ci siamo raccolti in cerchio e Roberto è stato invitato a leggere l’introduzione sui Popoli delle Terre danzanti scritta da Mariano Loiacono. L’immagine che lo rappresenta è il continente americano costituito dalle due parti del Nord America e Sud America che si incontrano ed intrecciano come in una danza sulle acque del pianeta. I due blocchi di terra, uno bianco ed uno nero, rimandano ai colori del tao e degli elementi opposti che nella vita come l’uomo e la donna danzano insieme in equilibrio. In seguito, accompagnati dai suoni e dal ritmo dei tamburi abbiamo cominciato a muovere il corpo, a camminare, danzare, saltare, sentire il proprio corpo ed avvicinarsi a quello degli altri; lasciarsi guidare dal proprio intuito e spirito come ha evidenziato Fabio. La libertà di spirito infatti si riflette anche nella libertà dei movimenti del nostro corpo, nel superare i nostri limiti o tabù, come ci ha dimostrato fin dal primo giorno Roberto il figlio di Assunta che con i suoi codici profondi già sviluppati e cresciuti ci insegna tanto.
Oltre ad i movimenti, il Rito è anche gridare il proprio nome, ascoltarsi, sentire che siamo con noi stessi. Proprio da questa presa di coscienza della nostra voce riusciamo ad incontrarci, riacquistiamo e dilatiamo il nostro territorio specifico. Chiamare se stessi, il proprio nome diviene la chiave di svolta per tutte le Prove di Coraggio: mette in azione a Francesca di fronte ai suoi genitori, reclamando il suo ruolo di figlia; segue poi Monica che reclama il proprio territorio lottando con una Mila coraggiosa che le permette di capire la necessità dell’accompagnamento del padre mancatole all’ interno della sua famiglia. Poi è la volta di Olivia che trova la forza di tagliare la foto di sua madre, oramai defunta, per separarsi dai suoi debiti e pesi non solo familiari ma anche fisici che ancora le stanno privando di godere della leggerezza e di ciò che Olivia solamente è. Per affermare il suo territorio Massimiliano reclama attenzione ed aiuto a causa del dolore appena vissuto con sua moglie per via della perdita di un bambino. Inoltre si aggiunge anche la responsabilità dell’ arrivo di un’altra gravidanza per Sara. Con la platea che gli da le spalle Gianni Chiariello è bravo a provocare e scongelare Massimiliano inizialmente paralizzato dalla dinamica. Massimiliano affronta i tagli della sua parte maschile nella difficoltà di dire per intero il suo nome, usualmente abbreviato.
Il pomeriggio prosegue con un’ altra prova di coraggio che vede Giacomo e Sabrina cimentarsi nella conduzione dell’Unità didattica. Giacomo festeggia la sua nuova rinascita celebrando il suo compleanno e cimentandosi con interventi musicali che accompagneranno il Gruppo e Sabrina a trasformare la Teoria in prassi e viceversa. L’Unità didattica si specchia nel Quadrangolare ideato dal padre di Roberto Apollo. Infatti la musica della fisarmonica di Giacomo percorre tutti gli angoli mentre Sabrina sperimenta i quattro angoli della conduzione. Molto originale il suo angolo alfa nel far sedere per terra e far avvicinare tutto il pubblico. Anche Diego, molto bravo a far teoria, si sperimenta grazie all’ ispirazione musicale e alla simpatia della coppia di conduttori che ci trasportano con molta leggerezza. Resta indimenticabile:
“Sabrina, togliti dal quadrangolare!”, detto da Giacomo.
Una riflessione in merito all’intruglio di cenere e acqua fatto da Graziana per il rito che ha corroso un poco la pelle dei nostri visi: ci ha lasciato un segno che le nostre maschere si stanno rompendo (come anche le nostre nozioni di chimica). Stiamo scendendo nelle nostre parti dolorose che ci riportano verso la nostra essenza . In più resta il segno e quindi il ricordo di questa giornata che ci ha fatto fare un passo in avanti. Per me è stato un Rito speciale in cui sono lasciato andare di più. Grazie a tutti.
Giuseppe