Urbania (PU), sabato 22 marzo 2014. RITO DEL SOLSTIZIO – solstinizi e solstifatti.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
 Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia

RITO DEL SOLSTIZIO.
SOLSTINIZI E SOLSTIFATTI.




L’appuntamento dell’incontro per il rito è stato nel tardo pomeriggio di sabato ad Urbania, il luogo destinato a tale evento la bella e grande casa di Victoria, Marco e il piccolo Nicola.
Al mio arrivo in compagnia della piccola Ulrike e Nicoletta, ho subito percepito l’atmosfera di accoglienza in quella grande stanza da giorno al piano di sotto, dove era imbandito un bel tavolo variopinto di cose da mangiare dall’aspetto delizioso.
 
Un grande caminetto acceso padroneggiava nella stanza emanando il suo calore, tanti amici tra cui anche una decina di bambini a mettere in ulteriore movimento l’energia già in circolo. Sembrava la notte di Natale!!
 
L’inizio del rito sarebbe cominciato subito dopo cena. Tra saluti e scambi di abbracci, si è dato inizio alla degustazione delle pietanze preparate da Valentina, Victoria e Ombretta! Tutto molto buono e in una giusta proporzione calorica, per non restare appesantiti e goderci le immersioni nel rito.
 
Victoria e Nicola, Valentina e Emma in pancia, Cristian e Ester, Ombretta, Paride, io e la piccola Ulrike, Nicoletta, Monica, Antonio (dalla Campania), Francesca, Lucia, Marinella, Davide, Ulrike e Maddalena, Benedetta, Luca, Ludovico e Valentino, Veronica, Gaetano e Olivia (da Bari), Rosanna con Elisa e Barbara (da Foggia), Eleonora, Moris, Maurizio e Michela, Ferruccio, la Rosy e Cindy.

Eravamo tanti e tutti piacevolmente mescolati in un intreccio di emozioni e curiosità.
 
Alle ore 21:00 circa, dopo aver finito di mangiare, ci siamo raccolti mettendoci in cerchio tenendoci per mano con il camino acceso a fare da testimone, all’inizio di quello che era l’ascolto dello Stato quiete.

Le conduttrici della serata sono state Valentina con Emma in pancia e Marinella; entrambe hanno saputo accompagnarci in modo devoto e solidale, soprattutto ai “Solstiniziandi”.
 
E’ stata fatta una nota introduttiva per ricordare il significato della nascita di questo rito; Ombretta è stata invitata al centro del cerchio leggendo il bel post scritto da lei e Victoria durante lo scorso Natale ad Urbania, dove è nata la proposta di Mariano di festeggiare il Natale dando valore alla vita, piuttosto che il valore dettato dal capitalismo che offre in questo particolare periodo bizzarrie unicamente consumistiche.

Il Rito del “Solstinizio” nasce come proposta dal Solstizio, periodo che contempla proprio i giorni del Natale, fenomeno che si verifica in relazione all’inclinazione dell’asse di rotazione della terra intorno al Sole che determina maggiori ore di buio.
 
Dal buio il Sole lentamente poi in ascesa rinasce fino ad arrivare ad un punto in cui le ore del giorno e della notte sono uguali e qui si verifica il fenomeno dell’Equinozio (“Equi-noctis” cioè notte uguale al giorno).

La vita accartocciata nel disagio non è vita ma è morte; nella difficoltà ma con l’impegno di stare, per potersi migliorare favorendo una crescita interiore, dalla morte si può rinascere.


L’accompagnamento è fondamentale, la Vale e la Marinella si sono dimostrate delle devote ed efficaci accompagnatrici.
 
Il fatto che poi il rito si sia riuscito a fare il giorno dopo della data che sancisce l’inizio dell’Equinozio non credo abbia tolto nessun significato iniziale ma anzi, considerando la crescita delle persone che hanno partecipato come Solstiniziandi, e il loro percorso fatto fin qui, è stato aggiunto un valore alla loro proposta di cambiamento, il punto in cui si trovano ora, fatto in ugual misura di buio e di giorno, in cui è buono introdurre un “Wendepunkt(punto di svolta) per poter continuare a procedere.
 

Il primo rito è stato quello di Nicoletta, a seguire gli altri “Solstiniziandi”.

Il tempo si è dilatato, l’energia è cominciata a fluire nella stanza ed ad un certo punto in tarda serata qualche bambino si è addormentato sopra il tappeto davanti al caminetto.


Valentina e Marinella hanno saputo ascoltare e accogliere, spingere e lasciare, ridare attraverso la scelta degli accompagnatori, il bel valore alla vita.

Grazie al Dj Cristian, malconcio avviluppato da una poderosa e robusta panciera, che ci ha sostenuto alla fine di ogni rito mettendo come sigla il canto risorgimentale: Addio, mio bella, addio.

L’ora tarda che ci siamo ritrovati a fare, ha siglato la stanchezza in ognuno di noi, ma la leggerezza dell’inizio di  un passo compiuto verso l’inedito ha creato un grande e morbido respiro che la vita offre nel momento in cui viene valorizzata.


Fuori ha cominciato ad alzarsi un vento forte, il vecchio lascia lo spazio al nuovo inedito che arriva. Al risveglio l’indomani il Sole era protagonista del giorno ma, il vento continuava a far rincorrere le nuvole e di sottofondo il suono dei tuoni, quasi a voler testimoniare che i cambiamenti portano scompiglio, che una giornata di sole può capovolgersi e diventare una giornata uggiosa ma questo non cambia certo il sentire forte di crescere ancora.


Concludo questo post che ho voluto descrivere raccontandone più il senso o i sensi che hanno cominciato a fluire in quella serata, regalando una frase preziosa scritta da Ekaterina:

“E ora che il tempo del guscio è finito? Ora.” 

Silvia Tarantino
 

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

FACEBOOK

5x1000-Fondazione Nuova Specie