Aula didattica globale “Gianna St ellabotte” (FG), venerdì 7 marzo 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Terzo giorno.
Smarrimento e curiosità si sono poi alternate nei momenti successivi fino a quando ho percepito piacevoli sensazioni nel momento in cui sono stata segnata sul volto con del carbone.
Pensavo che oggi fosse una giornata meno intensa di emozioni ed invece non è stato così. Dal contatto corporeo con se stessi e con gli altri mi sono affiorate emozioni che avevo rimosso da un po’ di tempo, forse perché inconsciamente le avevo seppellite, forse perché ad oggi non ho avuto la possibilità di viverle a pieno. Emozioni profonde, belle, liberatrici.
Forte è stata l’identificazione nelle grida di G., nell’arrendevolezza fino a non sentire nemmeno più il dolere fisico di F., fino ad arrivare al paradosso di S. che con “feroce” ribellione si opponeva a quelle che lui riteneva “feroci” ingiustizie, nella liberazione di madre e figlio che, dopo aver superato i tabù da cui erano succubi, sono arrivati a conoscersi.
Credo che anche le persone a me vicino si siano riviste in certe situazioni, ma non trovino il modo di ammetterlo, di dirlo ad alta voce, gridarlo addirittura… Sì, perché urlare il proprio dolore ti toglie quel macigno che ti impedisce di vivere, fanno cadere quella maschera che nasconde crude verità, ma mette in risalto certezze a cui credere, a cui dobbiamo appigliarci per andare avanti.
Tale modalità non è spesso la più auspicabile, perché ognuno di noi deve mirare a raggiungere lo SPETTACOLO, tassello importante per la nostra vita.
E’ necessario essere in grado di oltrepassare il tassello di questo OBBLIGO-DOVERE, per andare a ricercare e a (ri)conoscere il nostro dolore e attraversando quindi gli altri tasselli di questo anello diabolico, anche l’agonia, la morte, e la non vita che sono in ognuno di noi, per fare il salto doloroso verso quello che è lo SPETTACOLO. E’ un “giro su una giostra” da rifare, ripetere perché, se non ce lo permettiamo, la quotidianità ci porta a ricadere nell’OBBLIGO-DOVERE, mentre è importante stare sempre sulla giostra per migliorare la nostra vita, le nostre relazioni.
La scrittrice Rossella Pirovano ci dice che dobbiamo ringraziare quel dolore di essere stato parte della nostra vita, perché è stato grazie al suo passaggio che possiamo riuscire a cambiare il nostro sistema di vita. E’ questo l’augurio che faccio a me stessa e a tutti coloro che sono nel profondo di quell’”anello infernale” o del disagio.