Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), sabato 1° marzo 2014. II° CORSO “L.A. M.U.S.I.C.A.” – Seconda giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429



Prefettura di Foggia
L.A. M.U.S.I.C.A.


Laboratorio Arte Musicale Universale


Struttura Intima Conoscenza Archetipica
 
Logo di Michela Garbati



II° CORSO “L.A. M.U.S.I.C.A.”
SECONDO GIORNO.



Mariano inizia il secondo giorno ascoltando lo stato quiete dei partecipanti.

Chi vive il codice metastorico  è colui che ha sanato i propri bisogni legati al codice analogico e al codice bio-organico, è qui che si costruisce la propria casa sulla roccia…

E di questo processo salvifico il femminile conosce la strada perché è portato a vivere direttamente le emozioni con più facilità e naturalezza.

Per vivere ed esprimere pienamente il potenziale della propria esistenza è necessario un percorso di discesa agli inferi (infra-sotto) verso le proprie profondità e riappropriarsi di quel patrimonio antico e specifico che dalla nascita c’è stato lentamente usurpato. Solo così il nostro albero della vita avrà una fitta chioma di cui poter godere (Pira-Graal).

Enzo B. ed Ennio, vitonauti solidali che hanno appena beneficiato del recente corso di Epistemologa globale, ci mostrano attraverso il GRAAL-P.U.T. (“potenziale uno – trino”) come avviene la stratificazione della storia della nostra vita.

Ognuno di noi nasce con un patrimonio autentico che è il P.U.F.(“potenziale uno-trino fondamentale”). Si tratta del fondamento di quello che solo noi siamo e che è unico e specifico. Tuttavia i tagli a cui ci sottopone la famiglia d’origine, la scuola, le aspettative del contesto sociale, producono un congelamento del nostro potenziale che rimane attorcigliato dentro di noi e fa sempre più difficoltà a manifestarsi. L’immagine che Mariano utilizza è quella del serpente arrotolato dell’induismo: la Kundalini. Per cui il nostro P.U.F. diventa “potenziale uno-trino kundalinizzato” (P.U.K.) e rischia di rimanere  li fermo e atrofizzato per tutta la nostra esistenza. E’ quello che accade alla maggior parte di noi umanoidi se non facciamo un percorso faticoso di riappropriazione della nostra profondità. Profondità oscura e misteriosa dato che non sarà mai del tutto conoscibile, essendo essa stessa collegata alla metastoria che è infinita, dinamica, complessa .

Il P.U.K. lo esprimiamo con il Karma che rappresenta le nostre soluzioni di vita, il continuo movimento, gli automatismi che facciamo per non fermarci e vedere con dolore quanto il nostro potenziale originario sia stato selvaggiamente occupato da territori stranieri. E per riappropriarcene dobbiamo continuamente reincarnarci, adottare cioè soluzioni progressivamente sempre più vicine alla nostra autenticità con continui tentativi che ci fanno andare sempre più in profondità.

Per creare questo movimento è necessario che il P.U.K diventi un P.U.S. cioè un “potenziale uno-trino che si sveglia”. Il senso di non vita e il disagio diventano insostenibili per cui stiamo male e iniziamo a fare uscire davvero il nostro pus, cioè il dolore, la rabbia. Le emozioni riprendono a circolare e il nostro corpo a manifestarle in una danza di continui e faticosi tentativi di risalita e discesa e man mano che facciamo questo l’esistenza inizia ad avere un senso e la bellezza della vita si manifesta anche attraverso di noi in un viaggio infinito.

Il porto a cui dovremmo approdare tutti noi vitonauti è quello del nostro P.U.M. dove il “potenziale uno.trino metastorico” finalmente si esprime e siamo anche noi finalmente spiriti creatori. Ognuno di noi è parte integrante della metastoria e della sua gravidanza.

Così come per camminare abbiamo bisogno di due piedi, per essere vitonauti e godere del viaggio continuo della vita sono necessarie due parti  fondamentali: vita e conoscenza. In tutte le culture e le mitologie l’uomo si è sempre rappresentato due divinità diverse ma correlate tra loro (nella cultura ellenica ad esempio c’erano Urano (il cielo) e Gaia (la terra).

Per vita s’intende quello che sappiamo e vediamo, la soluzioni che abbiamo trovato; è la nostra parte karmica rappresentata  più dalla terra, dalla staticità. Tuttavia il viaggio continuo in cui siamo immersi ci spinge verso forme di vita sempre nuove e più complesse.  E’ la parte della conoscenza che ci porta a creare nuovi modi di essere e di stare nella vita. E’ questo il momento in cui più noi siamo vicini alla metastoria perché riusciamo ad andare al di là della ormai vecchia storia che ci sta stretta e in cui stiamo male. Prima di fare questo importante passaggio tuttavia c’è un momento “regressivo” di dolore, un senso di morte che taglia soluzioni ormai strette, in cui sentiamo anche la paura per la perdita di vecchie e consolidate identità dalle quali può anche essere difficile liberarsi.

Per ben spiegare questo continuo movimento vitale Mariano utilizza l’immagine dell’onda. C’è una parte superiore che rappresenta la fase della vita karmica ma che poi scende e cade in un movimento di rottura di quel che già è noto e ci fa approdare alla conoscenza dove ci spingiamo a far morire le nostre parti stantie e siamo noi stessi creatori, per poi risalire con un nuovo movimento propulsivo in cui sentiamo la pienezza della vita di un rinnovato equilibrio raggiunto. Ogni onda ci dice che qualcosa è scoppiata, la morte incombe ma si è approdati ad una nuova creazione.

In questo eterno movimento di andata nella storia e ritorno verso il silenzio della metastoria si manifestano le onde karmico-creative che esprimono il viaggio continuo della vita in cui siamo immersi, l’alternarsi della luce e delle tenebre, la necessità di approdare ad un nuovo spettacolo della vita.

Tutta l’esistenza è un campo In.Di.Co. (Infinito Dinamico Complesso) di onde e ogni manifestazione vitale è coinvolta in questo movimento.  Più incarniamo il senso del viaggio, più le nostre parti profonde in movimento emanano vibrazioni verso l’esterno. Il saggio è colui che percepisce ed emana onde a distanza anche senza parlare. Se l’ambiente in cui viviamo invece è molto psicotico, ristretto o se siamo abituati ad esprimerci più con il codice simbolico-razionale, percepiamo ed emaniamo solo poche onde.

Essere più in contatto con la metastoria significa imparare ad ascoltare il continuo flusso di gemiti, vibrazioni di questa enorme massa di onde karmico-creative che ci dilata e immette nel viaggio In.Di.Co. della esistenza e ne amplia il senso della vita stessa.
Rosanna Cotugno

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