Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), domenica 26 gennaio 2014. II° CORSAGGIO. Terzo giorno.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

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II° CORSAGGIO. 

Terzo giorno.
Il cane e il leone.


Nell’ aula didattica Gianna Stellabotte parte l’ultimo giorno del 2° Corsaggo!
Oggi giornata dedicata alla teoria globale secondo il binocolo dove il primo occhio, per vedere e rappresentarsi la realtà,  deve essere l’occhio del “viaggio della gravidanza” ed il secondo quello delle “unità didattiche”.
Il nuovo globcettore che presenta il Progetto Nuova Specie e che serve a riorganizzare la fase della gravidanza in maniera più evoluta, ha quattro livelli di profondità e Mariano, almeno per il momento, ci presenterà i primi due.

Prima di parlare del “VIA.GRA” (viaggio della gravidanza) Mariano chiarisce e pone una premessa: dal 1966 si è posto il problema di un nuovo globcettore  perché i punti di vista sulla vita, (le tre epistemolgie: religiosa, filosofica e scientifica) risultavano parziali per la sua stessa vita e quindi si è messo alla ricerca di un mezzo per rappresentare quello che siamo o quello che c’è.
Ciò che Mariano presenta è, per noi corsisti, un sapere halakhà che può diventare haggadah in futuro.
Riprendendo la metafora del cane che raccoglie il sasso lanciato dal padrone e del leone che va verso il padrone, possiamo dire che il sapere trasmesso dobbiamo usarlo come il sasso che viene lanciato…. Ognuno di noi, può usare il sasso per conoscerlo,  per giocare, per entrare in relazione con il padrone, fino a diventare leone, eliminare il padrone perché i suoi sassi non sono più utili e finalmente essere in grado di lanciare i propri sassi.


Lo stesso Mariano ha ricevuto dei sassi che ha utilizzato e dopo averli conosciuti in profondità, e dopo averli resi haggadah, li consegna esortandoci a non fare di ciò che dice il fine ma a far sì che diventi il nostro mezzo per procedere nel viaggio della vita ove tutto è transitorio.

Ci prepara all’ascolto della teoria utilizzando anche l’esempio dell’embrione per il quale non è possibile rappresentarsi la mamma perché per lui è un invisibile non conoscibile che può, se è sensibile, solo sentire, può solo immaginare che qualcosa c’è, qualcosa che lavora insieme a lui; così noi per conoscere la Metastoria, un invisibile non conoscibile, non possiamo usare il codice Simbolico- Razionale ma possiamo solo rappresentarcela ipoteticamente e in maniera transitoria.


Il sasso che lancia è che noi siamo la “gravidanza della Metastoria” e siamo dentro, ci muoviamo nellInfinito Dinamico Complesso e utilizzando la metafora della gravidanza possiamo rappresentarci qualcosa che non potremo mai conoscere proprio perché infinito.

I sassi che lancia Mariano sono tanti, noi li accogliamo e cominciamo a giocare con  “l’albero della conoscenza”, conoscenza che a sua volta “deve” essere una rappresentazione della vita, in cammino, transitoria, danzante e incerta.
La teoria si srotola sempre più e diventa uno spettacolo che sempre più spinge i “corsari” a lasciar morire le proprie parti “storiche” perché la storia che viviamo non è il fine ma il mezzo per riprendere il potenziale metastorico  e transitare verso la Metastoria…  

E’ difficile trasmettere qualcosa in più, certo è che siamo tutti in attesa degli atti per “giocare” con il  sasso dell’ “Empower-graal” e vedere dove il nostro potenziale metastorico si è fermato dove la nostra “kundalini” si è “rullè”, attorcigliata.

Pina Pitta

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