FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
 |
Logo del “Corsaggio” di Rachele Amadori |
Secondo giorno.
“Il viaggio del Nulla”.
La seconda giornata del secondo coraggio inizia in orario con la visione delle foto de “la Casina” di Troia in zona P.I.P. da non confondersi con la dizione amministrativa di Piano Insediamenti Produttivi ma con la versione globale di Percorsi Interiori Profondi. Dopo l’Epifania che ha visto una cinquantina di finanziatori della Fondazione lavorare alla ripulitura e abbellimento della terra intorno alla masseria, i lavori continuano grazie all’impegno di Francesco e degli abitanti del progetto “Home Life”. Per il 23 febbraio sarà presentato il progetto definitivo durante la terza festa nazionale della Fondazione Nuova Specie.
A questo punto Mariano ha sottolineato l’importanza del momento “Wendepunkt” in cui siamo. Il punto di svolta è quello provocato dalla imminente chiusura del Centro di Medicina Sociale per i trattamenti ordinari dal 28 febbraio. Da quel giorno, come comunicato a inizio mese, l’aula globale Giovanna Stellabbotte ospiterà solo corsi e settimane intensive. I percorsi ordinari, se le associazioni alla salute regionali ci crederanno con entusiasmo ed impegno, continueranno a livello locale.
Per questa buona novella (andate e guarite le genti…) Mariano ha coniato un nuovo acronimo ad effetto shock: “MAS.TR.O.” che sta per Metodo Alla Salute Trattamento Ordinario. Il significato più profondo dell’acronimo risiede proprio nella peculiarità di Nuova Specie di essere un trattamento autogestito e sviluppato dalle singole associazioni territoriali in maniera “artigianale”, cioè grazie alle competenze di teoria-prassi acquisite durante i percorsi delle persone in trattamento in tutti questi anni.
Per accompagnarci a sviluppare con saggezza e profondità questa nuova stimolante avventura, Mariano ha sfornato una teoria basata sulla rilettura globale del Graal già presentata ieri, l’Empower Graal, che si potrebbe tradurre come Potenziale del Graal.
Riassumendo senza pretesa di esaustività, Mariano ha illustrato i 4 livelli (da non confondere con i 4 codici) dell’Empower:
– livello 0: Ognuno di noi è un “vitonauta”, cioè è stato buttato nella vita, scaraventati nella storia, con il nostro potenziale di energia pura, “shakti”, integro. Nessuno di noi però può ricordarsi com’era essere così collegati e fusi alla metastoria.
– livello 1: I rapporti forti nella famiglia d’origine, con tutti i blocchi e tagli che conosciamo bene, ingabbiano e attorcigliano quell’energia. Lo “shakti” si trasforma in “kundalini”, che è proprio rappresentata da un serpente dormiente attorcigliato su se stesso. Ognuno di noi ha una specificità metastorica che però giace assopita e stretta in questo serpente. La metastoria non muore mai, neanche nel più povero dei cosiddetti “psicotici”. Il sistema finanziario basato sul soddisfacimento di bisogni falsi e sull’accumulo di capitale sfrutta a proprio piacimento le “kundalini” arrotolate. Uguale soddisfacimento privato lo godono i famigliari di queste persone perché fa loro molto comodo avere persone ingabbiate.
– Livello 2: Qui c’è il risveglio dello Shakti. Il nostro potere metastorico mai morto risveglia la kundalini e nel risvegliarsi cerca la fides (cordicella) metastorica. Fides, conquistata grazie alla rabbia per i bisogni delusi, troppo spesso traditi dalle nostre famiglie d’origine. L’ascesa dei livelli la possiamo ritrovare anche nelle fiabe che ci raccontavano dai bambini. In queste storie archetipiche c’è sempre il taglio del codice biorganico (Hansel e Gretel che lasciano i genitori, il papà di Cenerentola o del figlio del mugnaio del Gatto con gli Stivali, etc.), l’allontanamento dalla famiglia d’origine per superare le prove: per esempio il perdersi per poi ritrovarsi nel bosco (Pollicino).
– Livello 3: l’uccisione del drago e lo spezzare l’incantesimo rappresentano proprio questo ultimo livello; raggiungere un globale massimo infuso di metastoria che rappresenti la nostra specificità, la nostra vera essenza.
Certamente questo nuovo strumento di interpretazione globale potrà essere applicato alle nostre storie e a quelle delle persone che cerchiamo di accompagnare, ma anche ai percorsi delle nostre associazioni. A tale proposito si è proceduto con il punto della situazione sulle proposte delle varie associazioni per il lancio dei percorsi ordinari dal 1 marzo.
E’ molto difficile risvegliare la kundalini e ascendere tra i vari livelli dell’Empower graal…come ci è stato dimostrato dall’esperienza della mia collega di post, Betta di Pescara, che ha applicato la teoria di Mariano ad un suo vissuto che la accompagna da qualche mese, cioè la presa di coscienza della difficoltà che ha a socializzare e comunicare le proprie emozioni, visto che sino a poche settimane fa non dava voce ai propri bisogni, sempre attenta a quelli altrui. Mariano le ha fatto capire che il suo pianto antico testimonia il risveglio della sua kundalini. Ci facciamo un applauso di incoraggiamento perché possa ascendere al livello 3 e spezzare l’incantesimo che l’ha incatenata al codice simbolico…tant’è che l’esplosione che le ha fatto cambiare passo è stata proprio una fortissima cefalea di un mese fa.
Sotto la supervisione di Mariano e del coordinamento delle associazioni regionali composto da Sandra, Silvio e dalla new entry Victoria, le singole associazioni, accomunate dall’essere all’inizio del 2 livello dell’Empower graal, hanno esposto i loro programmi, le loro difficoltà (che si risolvono soprattutto se sono fluide le relazioni tra le persone che le compongono) e continueranno il lavoro in rete grazie alle imminenti supervisioni, all’ascolto delle proposte che ci saranno domani da parte di Paolo e Chiara e dall’accompagnamento tal volta silenzioso e altre volte più ravvicinato del Presidente della Fondazione.
Dopo un pasto ottimo e abbondante preparato da Dina e dalle sue compagne, il pomeriggio è iniziato con il punto sulla festa nazionale della Fondazione coordinata da Barbara e con il commento globale e la visione passo passo del video “la fine del nulla” di Matteo Montesi.
Dal principio Mariano ha reintitolato il video “Il viaggio del Nulla”.
Viaggio perché la vita, la storia e la metastoria sono in viaggio. Se avessimo i globcettori il viaggio non esisterebbe perché il viaggio è una progressione continua di fine-inizio-fine-inizio…. Poiché noi non abbiamo globcezione il viaggio è definito e limitato da un inizio ed una fine. Fine che etimologicamente vuol dire proprio fendere, dividere, artificialmente, un continuum.
Nulla da nec ullus cioè “non uno”, poiché non esiste un’unica fine né un unico inizio. Ogni volta che psicotizziamo un inizio ed una fine, niente è uno assoluto, poiché c’è una progressione. Inizio e fine sono contenuti uno all’interno dell’altro. Ogni fine è l’inizio di un inizio. Il fine lo raggiungo solo con un procedere incerto, creativo e lento. Chi è più adatto a raggiungere un fine? Le persone svalutate con ferite profonde.
Matteo è una rappresentazione siametica, una proto-unità vita-conoscenza, cioè ciò che fa e ciò che realmente lui vive. Su quello che fa non ci ragiona. Riguardano con calma il video si vede come inizi con la riproduzione all’esterno (in auto) il viaggio che lui non ha (la sua kundalini è ferma e per non subirla si mette in movimento). Il video è una composizione fatta per rispondere ad un evento della propria vita e per elaborare la sua kundalini si fa aiutare dagli antenati (alberi, natura…).
Scomponendo il video che sembra quasi una sinfonia fatta di overture, movimenti e cloture, si vede come nel primo mezzo minuto ci sia solo musica. Una musica che è decisamente profonda; utilizza la voce da basso solo come codice analogico, partendo dalla forma più arcaica, la lallazione. Lo fa con voce profonda ed aperta seguendo l’andamento che sta avvenendo in profondità nel suo biorganico. In alcuni momenti sono dei veri e propri versi di rabbia.
Con questa modalità si rimette in viaggio: requiem e marcia trionfale assieme.
Quando parla fa prima teoria sulla propria storia particolare, teorizzando, appunto la fine del nulla, o la fine del viaggio, e in questa maniera si distende, la voce si fa più armonica, l’espressione si rilassa. Chiude facendo riconoscere a tutti gli spettatori che c’è un fondo comune, che la sua teoria vale anche per tutti noi che ascoltiamo e che “siamo stati presi in giro” come lui. Alla fine si ricongiunge alla sua “metastoria” rappresentata da un Gesù che non tradisce mai.
La giornata è stata intervallata da vari ascolti della canzone “o’ zappatore” di Mario Merola, godendoci il sadismo di Mariano nei confronti della scoppietante Lara che non riusciva a trovare una versione della canzone meno teatrale e che soddisfacesse l’esigente conduttore.
Mentre noi scriviamo questo post, il resto del gruppo e i soci dell’ALSA Foggia si godono la festa per i 25 anni dell’associazione. Con gli occhi abbottati ci uniamo agli ultimi minuti di festeggiamento facendo gli auguri e anelando il letto.
Betta e Gaetano
2 Commenti
Unknown
quale onore 😉 ci vediamo presto. ti abraccio- Gaetano
Unknown
Bellissimo post,
grazie!!
😉