Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), sabato 22 febbraio 2014. EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI VITA. Seconda Settimana. Quarta Giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
 

CORSO DI
“EPISTEMOLOGIA GLOBALE
E DINAMICHE DI VITA”.



Seconda Settimana.
 Ultimo giorno.
La giornata inizia con Mariano che ci legge la parabola dei dieci talenti dal Vangelo secondo Matteo. La parabola racconta di un uomo che parte per un viaggio e affida i suoi beni ai servi. Ad uno cinque talenti, ad un altro due, ad un terzo un talento. Al ritorno del padrone, i primi due servi sono riusciti a raddoppiare la somma ricevuta grazie al fatto che hanno trafficato i talenti affidatigli. L’ultimo servo, invece, ha restituito al padrone il talento ricevuto poiché aveva semplicemente nascosto la somma affidatagli.
Grazie a questa parabola Mariano invita l’ALSA Sardegna – e noi tutti in generale – a “trafficare” i talenti che ognuno di noi possiede, a non nasconderli, poiché più investiamo nella vita più otteniamo dalla stessa. Dobbiamo osare, investire, solo così la vita ci ripaga. I talenti che sono già nostri dobbiamo tirarli fuori, non nasconderli.

 

La giornata prosegue con la lettura della lettera che Jasmina ha scritto alla sua mamma adottiva. La ragazza ha lasciato la casa dei genitori adottivi già da qualche anno, sente però – spinta dallo spirito” Mariano – che è giunto il momento di ritornarci con modalità e consapevolezze diverse.

Ad accompagnare Jasmina nel suo ritorno a casa ci saranno Domenica (che ha adottato tempo fa una ragazza bielorussa) – e Diego, uomo dotato di un ottimo femminile che, si spera, sarà in grado di accompagnare non solo la ragazza ma anche i genitori della stessa.

Mariano vuole chiudere una dinamica avviata ieri e dare prospettive diverse a Paolo e i suoi genitori. Il figlio lamenta l’ambivalenza dei genitori: da una parte l’amore, dall’altra il rifiuto. Paolo si trova al centro, sofferente. Attraverso una metafora Massimiliano viene invitato a riprendersi il ruolo di padre (leone) e a prendersi cura di Paolo (tigre), lasciando Amelia (pecora) a lavorare su se stessa. Dopo questa dinamica ci immergiamo anche per questa giornata nella parte teorico/pratica del corso.

 

Una delle molteplici modalità che “il Padre” può adottare rispetto al “Figlio” per non farlo nascere e crescere è il senso di colpa. Quest’ultimo si può notare facilmente in una persona che è in transizione: il viaggio è partito ma ancora non è finito. Lo sguardo è proiettato in avanti ma si è fortemente tentati di tornare indietro. C’è ancora un forte desiderio di non abbandonare la vecchia identità  “Padre”. Dovremmo riuscire a trasformare il senso di colpa in senso di responsabilità. Fare un bilancio di quello che è stato e riprendere il cammino. Il senso di responsabilità è creativo il senso di colpa è senza limiti, si autoalimenta.


Un’altra modalità che il “Padre” può adottare per bloccare la nascita del “Figlio” è la generalizzazione. Non mi immergo nel  fenomeno vivo della mia vita, quindi non vivo a partire da me, ma faccio una generalizzazione del fenomeno stesso. E’ un modo di fare un viaggio utilizzando solo il codice simbolico, cioè il razionale.

Ultima modalità analizzata è il sentirsi anonimo o estraneo/escluso. C’è ambivalenza, con un forte desiderio di includersi ma con il rischio di non riuscirci fino ad arrivare ad autoescludersi.
 
 

Se il bombardamento-scoppio ha invaso i confini del “Padre”, se abbiamo resistito alle tentazioni di tornare indietro, c’è la possibilità di creare un “gruppo di lavoro”. E’ la fase più matura di una dinamica di gruppo, all’interno della quale ogni persona è In.Di.Co. (Infinito, Dinamico e Complesso) e si integra con le diversità e specificità che ognuno rappresenta. In questa fase ci si apre davanti lo spettacolo della vita. Si è già passati dalla fase PUK (Potenziale Uno-trino Kundalinizzato) alla fase PUS (Potenziale Uno-trino Svegliato) attraverso l’espulsione del pus che ci portiamo dentro. Con il gruppo di lavoro passiamo dalla fase PUS alla fase PUM (Potenziale Uno-trino Metastorico), all’interno della quale ci riprendiamo le parti di noi più legate alla Metastoria, quelle che più ci rappresentano e che ci sono state tagliate/negate fin dalla nascita. Il percorso è servito per riprenderci tutte le parti dell’uno-trino. Quello che eravamo si è “sporcato” della nostra storia ed è diventato altro.


Il gruppo di lavoro non è la semplice somma delle singole parti che lo compongono, ma è molto di più: è creativo, viandante.Un ruolo fondamentale in questo contesto è svolto dal conduttore che, con il suo femminile, dovrebbe fungere da “Spirito” e mettere in relazione i componenti del gruppo stesso. Un bravo conduttore è la persona che riesce a dare più In.Di.Co. al gruppo. Uno non adeguato, invece, può essere un pericolo per il gruppo ed è per questo che dovrebbero esserci una pluralità di conduttori.

La mattinata si conclude in maniera intensa e commovente. Ascoltiamo la voce di Albertina, ragazza di 33 anni che, prima di morire a causa di un tumore, ci dona un pensiero vocale.  

Albertina ci invita a non aspettare di star male per accorgerci del valore delle persone che ci circondano. La vita vale la pena di essere vissuta pensando che le cose possono solo migliorare in qualsiasi momento. E se non migliorano… chi se ne frega!!! La vita in questo modo viene vissuta fino in fondo, assaporata in ogni momento. Dobbiamo dire più spesso a chi ci è vicino: “Ti voglio bene!!!”

 

Nel pomeriggio Giovanna ci racconta della sua difficoltà ad accettare l’anno sabatico di Mariano. Lo vive come un regalo che gli sta facendo ma ancora non riesce a percepirne nel profondo il valore per lei stessa.

Paolo ci espone la sua visione del Graal e di nuovo mette in mostra l’ambivalenza dei genitori, e come se stesse in uno spazio vuoto che non viene riempito da forze che si oppongono (genitori).
   
Mariano conclude la giornata con delle letture Zen e del Vangelo e ascoltando le difficoltà di parecchi nel tornare a casa e cercando di rare loro prospettive più “globali”.


Giuseppe Loiacono

1 Commento/i

  1. filippo

    grande Giuseppe!
    avanti tutta

    un abbraccio

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