Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), mercoledì 19 febbraio 2014. EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI VITA. Seconda Settimana. Prima Giornata.
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
Prefettura di Foggia
CORSO DI
“EPISTEMOLOGIA GLOBALE
E DINAMICHE DI VITA”.
E DINAMICHE DI VITA”.
Seconda Settimana.
Primo Giorno.
Inizia la seconda settimana del corso di Epistemologia Globale che sarà incentrata sulle dinamiche.
Barbara mostra poi 2 fotografie che Mariano ha scattato e le ha inviato: rappresentano l’aurora come nuovo punto di vista che sta subentrando grazie al Metodo alla Salute. Descrivono poi il loro “stato quiete” attuale sulla presentazione del corso.
Mariano introduce quindi dei nuovi concetti utilizzando degli acronimi: PUF cioè Potenziale Uno-trino Fondamentale.
La parte più profonda del nostro intero, che possediamo fin dalla nascita e contiene tutti i nostri codici del Graal. Il PUF, cosi come è, non viene rispettato perché la nostra società psicotica vuole adattarlo e si trasforma in PUK, cioè Potenziale Uno-trino Kundalinizzato – che significa arrotolato su se stesso come un serpente in spirale e quindi immobile.
Questo adattamento in epoca pre–villaggio globale era svolto dalla religione o dall’esercito, ora lo fa l’economia cioè il globale massimo attuale.
Dal PUK si passa al PUS, cioè il Potenziale Uno-trino Svegliato. Come lo svegliamo? Eliminando il “PUS” come negativo per raggiungere il PUS Potenziale uno-trino Sarvas/salute; mentre lo facciamo soffriamo spesso di malesseri fisici e stanchezza dovuti alla nostra identità psicotica.
Il fine ultimo è quello di raggiungere il PUM Potenziale Uno-trino Metastorico. Nel PUM siamo vitonauti adulti nel viaggio della gravidanza segno che l’In.Di.Co. (infinito dinamico complesso) sta portando a qualcosa di nuovo.
Più siamo psicotici più vediamo solo il PUK che, per mantenerci nel presente, mette in atto dinamiche che rinforzano la nostra identità psicotica.
Barbara introduce a questo proposito una rilettura del mito della caverna di Platone proiettando una immagine in cui noi , legati dalle nostre psicosi, siamo rappresentati come prigionieri al buio di una caverna che vedono immagini proiettate sulla parete; solo il “Figlio” ci fa conoscere la falsità delle ombre e vedere la nuova metastoria al di la della luce che ci abbaglia quando usciamo dalla caverna in superficie.
Nell’Uno trino l’identità chiusa dei prigionieri rappresenta il “Padre”, chi risale é il “Figlio” mentre lo “Spirito” è rappresentato da chi, conosciuta la realtà, torna nella caverna al buio per svelare tutto agli altri prigionieri.
Per continuare il viaggio nella metastoria occorrono due motori insieme. L’albero della vita (parte alta del cummunitometro) e l’albero della conoscenza (parte bassa); è un circuito unico con due WENDEPUNKT mentre le nostre psicosi ci tengono come prigionieri nella caverna.
Mariano espone poi una rilettura di alcuni brani degli evangelisti alla luce dell’uno-trino. Per concludere questa parte vediamo insieme il video di un ragazzo (Matteo Montesi) delle Marche dal titolo “la fine del nulla”. Si analizzano le reazioni al termine di un progetto psicotico importante come una relazione amorosa finita concludendo che, se non c’è mai stato vero inizio, non finisce proprio nulla.
Lo “Spirito” è il grande protagonista di questa giornata: rinnova perché è la parte più rispettosa dell’indico, regno del crossing-over; è il viaggio stesso, mette in relazione padre e figlio.
Per fare il viaggio occorre immergersi, avere un punto di vista globale per cogliere il fondo comune e avere fiducia; lo spirito infatti è un globcettore legato all’In.Di.Co. che ha fiducia nel futuro, è sperimentale e frutto di partecipazione; necessario soprattutto nei momenti di cambiamento (WENDEPUNKT).
Nel pomeriggio Barbara e Mariano introducono le dinamiche, forze che si sviluppano mettendo insieme le tre parti dell’uno-trino e creano un cambiamento. Più è formato il nostro uno-trino meglio sappiamo gestirle.
Per creare dinamiche di vita occorre soprattutto partire dello stato-quiete che già esiste prima dell’inizio della dinamica: è l’ascolto della nostra identità psicotica, identità dinamica perché risente di influenze esterne e delle varie inclusioni/esclusioni.
Mariano a questo punto invita Annarita a esporre la sua storia: ha vissuto il globale incluso della sua gravidanza come esclusione dal globale della famiglia dì’origine e questo le crea ora problemi nel rapporto con la figlia. L’immersione di Annarita fa scatenare quella di Giulia che ricorda come, per lo stesso motivo, abbia vissuto l’esclusione dai globali inclusi della Chiesa e della famiglia d’origine.
Lo stato quiete è l’angolo ALFA, il piede fermo (Padre) di ognuno di noi, il sacrario di quella persona: se non lo ascoltiamo prima la dinamica risentirà poi del non ascolto con una possibile fuga-aborto.
Barbara ci fa capire attraverso la favola di Alì-babà e i quaranta ladroni l’importanza della chiave giusta per entrare e uscire dallo stato quiete d’ognuno: non si entra esibendo un ruolo-funzione ma un fondo comune di cose fatte insieme o già vissute in precedenza.
Dopo lo stato quiete Barbara parla della fase di selezione del bisogno in cui dobbiamo indurre nella persona lo stesso bisogno da selezionare . La selezione del bisogno nell’uno-trino rappresenta il “Figlio” che desidera includersi in qualcosa di diverso, è l’angolo BETA dell’ascolto-comprensione. Selezionare il bisogno di aprirsi in un nuovo punto di vista/globale massimo abbandonando quello vecchio, psicotico, è difficile, complesso: per farlo occorre lo “Spirito”.
Solo dopo aver ascoltato l’angolo ALFA e rinforzato l’angolo BETA di ognuno, rispettandoli, posso far partire una dinamica-esodo di vita verso l’angolo GAMMA.
Marco & Diego