Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), sabato 18 gennaio 2014. QUARTO GIORNO – SETTIMANA INTENSIVA.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS



Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia
 






 

SETTIMANA INTENSIVA
DI GENNAIO 2014.
QUARTO GIORNO.






 


E’ la GIORNATA DEI RING, dall’inglese “anello”, a significare la disposizione dei partecipanti in un confronto alla pari, e in contrapposizione reciproca. Si parte con una dinamica che coinvolge il più piccolo del gruppo: Cristiano, di soli 3 anni, che viene aiutato ad aprirsi dalle conduttrici, le quali faranno notare, nella teoria del pomeriggio, le forti difese-resistenze del bambino nonostante la sua giovane età.
 
Mentre le conduttrici coccolano il piccolo Cristiano, si susseguono varie comunicazioni, tra cui una poesia che Rosa dedica al figlio Ivan. Una poesia bella ma dal finale “infelice” e oseremmo dire “nefasto” considerato il contesto del Metodo alla Salute (almeno dal nostro punto di vista); in un primo momento, si viene qui per recuperare l’energia vitale che sempre più spesso nella società di oggi si va affievolendo. Una poesia che si conclude trasmettendo un senso di angoscia lascia perplessa la maggioranza dei presenti e giustamente i conduttori invitano Rosa a modificare il finale.

Un piacevole intervallo musicale fa alleggerire i corpi e le menti dei presenti per poi passare al 1° Ring tra Roberto e i suoi genitori, Gabriella e Settimio. Subito emerge il grande dolore di Roberto, che egli riferisce essere molto antico. Il suo volto è pallido, amimico; le sue energie vitali succhiate dal grande mostro che ha toccato anche la sua famiglia: l’incomunicabilità.

Roberto accusa entrambi i genitori di averlo lasciato sempre solo e insoddisfatto in quelli che erano e sono stati i suoi veri bisogni e rivendica con fatica un’opportunità anche per lui di una vita vera, completa, ricca di emozioni sempre nuove. I genitori, completamente soggiogati dal mostro, appaiono increduli e faticano molto a reggere le accuse mosse loro dal figlio. Prevale comunque la forza dell’amore che entrambi nutrono per il figlio e si dicono disposti a fare qualsiasi cosa possa aiutare Roberto a liberarsi dal grande dolore che lo sovrasta, impedendogli di esprimersi in tutta la sua bellezza e ricchezza.
 
PAUSA PRANZO (orecchiette e salsiccia)

Il pomeriggio inizia con delle riflessioni riguardanti la dinamica che nella mattina ha coinvolto il piccolo Cristiano, il quale si mostra ora visibilmente più sereno. Si è liberato, in questi giorni, dell’attenzione morbosa di Massimiliano, il padre e per la prima volta, dopo il pianto che ha concluso la dinamica, ha chiesto della madre, Loredana. E’ stata lei che, con grande commozione, ha comunicato il suo profondo sentimento di inadeguatezza e di infelicità. Non si sente capace di essere madre, forse lo è diventata solo per contrapporsi a sua madre, e il grande senso di colpa, che sente nei confronti dei suoi tre figli grandi (avuti da una precedente relazione) e del piccolo Cristiano, ha aperto in lei una crisi profonda che la porta ad interrogarsi su se stessa, sulla sua vera e prima identità. Prende la parola Massimiliano che, oltre a riconoscere i cambiamenti del piccolo Cristiano, rassicura con parole dolci Loredana sul suo valore di madre e di donna. 

Dopo un’altra rigenerante pausa musicale, si passa al 2° Ring con Mariangela ed Ennio, i figli Lea e Claudio, i genitori. A parlare sono solo i figli, tra di loro e con i propri genitori. Anche qui aleggia, inafferrabile e ingombrante, le profondi difficoltà di comunicazione, che domina nelle relazioni tra i figli e i loro genitori e tra gli stessi due figli. Ennio accusa i genitori, soprattutto il padre, di averlo obbligato ad assumere “le medicine, quand’egli credeva di non averne bisogno e accusa la sorella Mariangela di averlo trattato sempre con un senso di superiorità,a volte anche sprezzante. Da parte sua, Mariangela accusa Ennio di essere stato sempre troppo egocentrico e di averle rubato anche i suoi spazi, tutto giustificato spesso anche dai genitori, con la malattia del fratello. Alla madre, pur riconoscendole di esserle stata sempre vicina e attenta ai suoi bisogni, rimprovera di essersi annullata nel rapporto col marito.  Più severa si dimostra nei confronti del padre, del quale dice di non aver mai sentito veramente la presenza e la manifestazione anche fisica dell’affetto. Chiede più attenzione a questo padre ch’ella sente essere buono e profondo.
 
I toni del Ring sono fondamentalmente pacati e composti. I genitori hanno ascoltato attenti le parole dei figli, e pur non proferendo parola, si mostrano decisi a combattere per scacciare dalla loro famiglia il grande mostro dei nostri tempi.  
Silvio dice una cosa molto bella riguardo all’espressività di questi figli che si combattono tra di loro, entrambi sofferenti, di fronte a due genitori addolorati e provati da una realtà che li ha terribilmente delusi ma non ancora definitivamente schiacciati.
“L’augurio è che l’albero della vita che Ennio esprime possa unirsi e intrecciarsi con l’albero della conoscenza espresso da Mariangela”.

Dopo una breve pausa si continua con un altro Ring, quello tra Matteo e la madre Vittoria. Matteo esprime in modo molto sommesso il suo grande senso di colpa verso la madre nei confronti della quale sente stima, affetto e ammirazione. A sciogliere, quasi a squarciare la nebbia stagnante di questa situazione, apparentemente ferma e senza via d’uscita, interviene Lucia, che con voce forte e decisa, grida a Matteo la verità di quanto, come e perchè si è verificato quello che ingiustamente egli ritiene solo frutto del suo cattivo comportamento. Durante il Ring tra Matteo e Vittoria si verifica un fatto imprevisto che scuote tutti i presenti.

Entra Elias con la musica ad alto volume e questo scatena una reazione rabbiosa da parte di Diego che gli si avventa contro e solo l’intervento tempestivo e generoso degli altri ragazzi (Ennio in primis) scongiura l’intervento del 118. Anche se con fatica, Matteo riconosce una verità nelle grida affettuose di Lucia e s’impegna, con l’aiuto di lei, a prendere in mano la situazione chiedendo alla madre di liberarsi della sua famiglia di origine per iniziare finalmente una nuova vita insieme in cui egli potrà avere ciò che Vittoria non gli ha mai potuto e saputo dare.


“NESSUNO SI SALVA DA SOLO”
 
La comprensione, la solidarietà, il sostegno, la generosità che ognuno dei partecipanti, ciascuno a suo tempo e con le proprie modalità, riesce a dare all’altro, testimoniano che qui, in questa “oasi di amore me umanità”, LA VITA GUARISCE LA VITA. E’ indescrivibile il senso nuovo di fiducia che pian piano nasce nell’intimo di ogni partecipante e qui, a dispetto di tutto quanto accade fuori, ciascuno di noi sente di poter riacquistare, con l’aiuto di tutti gli altri, UN SENSO VERO E PIÙ INTERO DELLA VITA.
 
GRAZIE a tutti coloro che sono stati e sono qui e GRAZIE, soprattutto e prima di tutto e tutti, a MARIANO, medico psichiatra psicoterapeuta che, sorprendentemente e unico tra tutti, è riuscito a imporre a sé stesso e al mondo il suo ESSERE prima di tutto e fondamentalmente UN UOMO, al di là dei ruoli e del contingente a cui noi uomini comuni ci attacchiamo.
Ennio e Lea

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