Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), domenica 15 dicembre 2013. TERZA GIORNATA DEL CORSO “L.A.MU.S.I.C.A.”
TERZA GIORNATA
E la musica va…
E ci ritroviamo, cantanti, attori, musicisti, presentatori e danzatori sempre nell’ aula didattica globale “Gianna Stellabotte” che ieri ci ha visto protagonisti del primo e inedito spettacolo degli aspiranti artisti di Nuova Specie. Raccontare non è semplice perché mettere le emozioni in parole è impresa ardua per me ma ci provo.
In attesa che arrivi Enzo Bellomo , Preside del Primo Corso su LA M.U.S.I.C.A, Mariano da valore a Cristian C. che la sera prima ha presentato egregiamente la serata, alternando professionalità e uno spiccato senso dell’ironia. A seguire, chiama Patrizia, ancora mamma addolorata e appesantita da quelli che da sempre sono stati i suoi obblighi-doveri e la invita a cantare uno degli inni di questo corso ovvero “Voglio una vita spericolata” di Vasco Rossi. Alla performance poi mi unisco anche io che approfitto anche del momento per sfogarmi un po’ (Vasco in questo è un grande accompagnatore) e a compensare la mia mancata performance del giorno prima. Finalmente arriva il Preside, tutti in piedi ad applaudirlo e a fare festa a questo giovane talentuoso, non solo in campo medico ma anche musicale che ha seguito, anche grazie all’accompagnamento di Mariano, i suoi sogni, lasciando per circa due anni quelli che erano stati i suoi obblighi doveri (familiari e lavorativi).
…dalla musica napoletana cantata, suonata e ballata da napoletani doc e acquisiti al ballo sfrenato di un adolescente in movimento, alla celebrazione del silenzio del proprio figlio, all’interpretazione profonda di Fango e saggezza, ai tasti risuonati di una tastiera sgangherata, al ritorno del suono del proprio fiato attraverso il vecchio clarinetto, alla musica di un passato lontano, alla prima band di nuova specie, al primo streap di ombre cinesi, al canto di un’aquila, alle canzoni scritte e finalmente condivise,alle parole nascenti di un piccolo uomo.
La conclusione della mattinata viene lasciata a me e ad Enzo Bellomo. Non so ancora bene perché alla fine Mariano chiama me a chiudere, fatto sta che sono stata fatta sedere su un trono umano formato dalle braccia (debolucce) di Gaetano e Cristian. Dico la mia riconoscendomi, dopo tanta svalutazione, come un artista di nuova specie ovvero di aver finalmente dato un nome a quello che nel tempo ho sentito anche come un arte. Ringrazio Mariano per questo momento che ha sancito, spero, un passaggio anche per me ad una prospettiva in cui io mi senta sempre “meno” degli altri ad una Uguale nella diversità.
Cari lettori, che dirvi di più? Che queste tre giornate hanno permesso un altro passo verso questo che noi sentiamo come un progetto globale in cui tutti gli aspetti dell’esistenza vengono contemplati.
3 Commenti
filippo
grande Giusi, artista globale;-)
Anonimo
La musica è un qualcosa che parte da dentro e nn la si può improvvisare… La musica è vita ma allo stesso tempo vibrazioni dell'anima. La musica sono ricordi gioie e lacrime… Leggendo questo post mi è sembrato di capire che la utilizzate in qualche modo come terapia…e fate benissimo, ma provate a farlo soli in una stanza con la musica sparata a palla o in compagnia di qualcuno a cui volete bene privandovi di ogni forma di vergogna e inibizione….allora si sentiretela musica esplodervi nel cuore..Cmq complimenti
Anonimo
Cari viandanti, i vostri post sono doni preziosissimi che emozionano e danno il senso di un popolo in crescita…. Vi ringrazio personalmente..Leggendoli ho danzato e cantato con voi, ho provato ad immergermi nel mio e nel vostro silenzio e soprattutto ho rivissuto la tristezza inconsolata delle note che suonavo sul mio pianoforte quando ero bambina….
Vi abbraccio con affetto e commozione
Rosanna Cotugno