Trani, domenica 29 settembre 2013. SUPERVISIONE DEL GRUPPO NORD-BARESE E BILANCIO DELL’ESPERIENZA B. A. T.
Prefettura di Foggia
SUPERVISIONE DEL GRUPPO NORD-BARESE E BILANCIO
DELL’ESPERIENZA B. A. T.:
passando per la regola
del C. A. C. A. R. E.
e le tisane ayurvediche!
Oggi il tempo è ambivalente… è un tempo di transizione… il sole è forte mentre l’ombra incalza, le nuvole coprono il cielo mentre qualche goccia benedice l’inizio dei lavori… una stagione sta scivolando in quella che segue… è autunno…. Il pomeriggio inizia con lo stupore. Mariano ci accompagna a conoscere e rivisitare la storia dei tre arcangeli e il loro valore metaforico nel viaggio dell’esistenza e di ognuno di noi.
Ora ha un sapore diverso fare gli auguri ai diversi “Michele” presenti e a Gabriella, la nostra annunciatrice del nuovo…
Ci addentriamo nella parte più calda della supervisione avvalendoci della geniale regola del C.A.C.A.R.E., partorita dalla diabolica mente di Mariano e il cui curioso logo, un uroboro, ovvero un serpente che si morde la coda e che rappresenta il ciclo vitale, è stato reso da Barbara con un’immagine assolutamente comunicativa e divertente.
C: Costruire, ovvero non approfittare dell’occasione per togliersi i sassolini o “vomitare” ciò che non ci è andato giù ma approfittare dell’occasione di confronto, della presenza di una molteplicità di persone e dell’accompagnamento per costruire, crescere.
A: Apprezzare, poiché anche nella situazione più negativa bisogna saper apprezzare in quanto per quanta acqua sporca ci possa essere in una situazione, in un gruppo, in una relazione, in una persona c’è sempre un piccolo bambino da non buttar via e che è buono riconoscere e valorizzare.
C: Criticare, ovvero dirsi con onestà il negativo, raccontarsi la delusione e mettere in evidenza le parzialità in cui si può crescere, migliorare.
Apprezzare e criticare sono entrambe parti vere, utili, ognuna ha valore nel costruire e nel far procedere il Viaggio.
A: Ascoltare, ovvero accogliere ciò che l’altro ci dice senza difenderci o chiuderci ma mantenendoci aperti.
R: Riconoscere: è buono essere umili poiché ognuno di noi ha dei limiti e la crescita è infinita. Ognuno di noi si aspetta che l’altro riconosca prima i propri limiti ma così si rischia di impantanarsi. Una supervisione-bilancio è un’ottima occasione per ri-conoscersi, ovvero conoscersi e conoscere in maniera nuova attraverso gli elementi, anche negativi, che possono emergere su noi o sugli altri.
E: Elaborare: una volta riconosciute alcune cose (angolo beta) posso incamminarmi verso un angolo gamma. L’elaborazione crea un altro ciclo vitale: quello che ho elaborato mi porterà a costruire una base più ampia della mia piramide e quindi a crescere su tutti i piani.
Dopo ogni sperimentazione che si è fatta insieme è buono fare un bilancio e chiudere man mano le fasi concluse. Esporsi e scendere in campo può far incorrere in delusioni, lacerazioni, distanza. E’ bene quindi, e anche metodologicamente corretto, chiudere ogni fase per non lasciare persone “con la pancia aperta” e sospesi nelle relazioni. Prima o poi ciò che non abbiamo “spurgato” può causare un’infezione e farci star male. Dopo aver “spurgato” si può anche decidere di non continuare più una esperienza, anche se ci avevamo creduto e investito, e di abbandonare la nave, ma quanto meno ci si dà la possibilità di continuare ognuno le proprie strade alleggeriti e in pace.
Entriamo nel vivo del confronto, al centro Gina, Angela e Gabriella.
Si riconoscono il loro grande valore reciprocamente. Tra i punti critici emersi la mancanza di continuità nell’impegno e un atteggiamento del gruppo un po’ troppo da “crocerossina” verso l’esterno che poi, per il troppo fare per l’esterno, smarrisce e perde di vista le crescite e l’accoglienza dei conduttori stessi.
Mariano approfitta del negativo emerso per iniziare a tracciare alcune condizioni necessarie: chi prende un impegno deve mantenerlo a meno che, in un bilancio successivo, non comunichi nuove condizioni e disponibilità. È bene che uno si renda disponibile in base alle proprie forze e in base a ciò che può promettere e mantenere. Restare in un gruppo di lavoro solo se si riceve nell’immediato è un atteggiamento infantile poiché può darsi che se uno sa aspettare poi riceve tre volte tanto. In una nuova fase sarà importante fare dei bilanci cadenzati nel tempo che serviranno non solo per fare un punto della situazione volta per volta ma anche per dedicare del tempo alle crescite personali all’interno del gruppo di lavoro. Un bilancio è come dire “siamo importanti anche noi”. È importante essere aperti e disponibili verso gli altri ma è anche importante nutrire il proprio albero, armonizzare ciò che ci porta ad aprirci all’esterno e ciò che ci fa crescere all’interno. Ogni tanto dovremmo chiederci: “Il gruppo sta servendo la mia piramide? La sta facendo crescere”? È importante “criticare nell’ordinario” poiché se accumuliamo “tossine” nella relazione con l’altro e non le espelliamo, si crea una distanza per non aggiungere altre tossine e per non farci ancora ferire, per non sanguinare ancora. Il nostro corpo infatti quotidianamente espelle sudore, anidride carbonica, urina, feci… perché anche nelle relazioni non dovrebbe essere così?
È importante che il ciclo del cacare non si faccia sempre per le stesse cose; se si ripropongono sempre le stesse dinamiche vuol dire che qualcosa non va e bisogna cambiare strada; fare cesso sempre per le stesse cose non crea, non costruisce, ma distrugge, sfianca e scoraggia. Altro negativo emerso è che ad un certo punto i Gruppi alla Salute hanno subìto l’influenza di alcuni percorsi personali-religiosi intrapresi da Gina. Bene: i percorsi personali, assolutamente legittimi, possono arricchire i GAS ma “il piatto base”, la struttura portante deve essere e rimanere la struttura del GRUPPO ALLA SALUTE con la sua specifica identità poiché è stata sperimentata e consolidata nel tempo e, ogni sua parte, ha un significato profondo che poggia su una solida teoria.
La selva è fitta… man mano che ci addentriamo nel bosco le emozioni iniziano a venir fuori…
Gabriella si concede di esprimere la sua delusione per non essersi sentita accompagnata nella coppia con Giuseppe e nella sua esperienza di maternità ma anche per non essersi sentita accolta nei bisogni che fa ancora così tanta fatica ad esprimere.
Un gruppo sarà tanto più cresciuto quante più persone metastoriche ci saranno che intuiscono e colgono i bisogni senza che uno li dica. Questo almeno in una prima fase, dopo la quale è necessario accompagnare anche a saper chiedere.
Altra parzialità: ad un certo punto il gruppo BAT ha visto un cospicuo afflusso di persone nuove che ha sovraccaricato i conduttori facendogli smarrire le proprie crescite.
Ebbene sì, quando ci si apre all’esterno questo è un rischio reale, il gruppo allora potrebbe stabilire uno o due incontri al mese in cui, attraverso dei colloqui preliminari, ci si apre e si conoscono i nuovi, oppure un gruppo dedicato solo all’accoglienza di chi vuole affacciarsi al Metodo alla Salute così da non dare subito per scontato un percorso e da procedere gradualmente. Quando ci si è resi conto che il gruppo si era fermato nel nutrire le persone da cui era formato il gruppo di lavoro sarebbe stato buono fare una supervisione, un bilancio con degli esterni ricordandoci che siamo in una rete di Associazioni, che c’è una Fondazione e un Coordinamento Nazionale a cui far riferimento e a cui chiedere aiuto per non sentirsi soli quando si è in difficoltà o si sente che ci si è fermati. Non serve chiudersi nell’autarchia e isolarsi quando le cose vanno male. Siamo ermafroditi insufficienti. Ognuno ha tutto ma il contatto, il congiungersi con l’altro è lo stimolo per riprodursi, per fare discendenza. È la relazione, la rete che crea l’opportunità.
Non dimentichiamo mai la semplicità del corpo umano: quando i valori della glicemia scendono per caso aspettiamo di andare in coma ipoglicemico? O magari assumiamo semplicemente degli zuccheri per riportare la situazione all’equilibrio?
Altro elemento emerso è la relazione tra Gabriella, Angela e Pina, relazione storica e molto significativa nell’intenso percorso di queste tre donne. Gabriella fa emergere un po’ di negativo di questo intreccio che ad un certo punto ha sentito fermarsi ed esaurirsi. Mariano le fa notare come tutte e tre, non avendo avuto esperienze buone e significative né con le figure femminili né con quelle maschili, hanno costruito una sorta di fortezza sicura, ma non era uno stare insieme al positivo, era un incontrarsi attraverso i nodi e sul piano dei rispettivi tagli-vuoti. Ora non serve ripartire e ricostruire subito ma è buono viversi la delusione e fidarsi dei criteri maturati anche grazie a queste esperienze parziali.
Ora per Gabriella è tempo di far coppia con se stessa e selezionare le relazioni in cui è possibile una sana reciprocità. Bisogna ripartire ognuna dalle proprie esigenze, non più da quello che le ha unite finora. In questo si riconosce il valore e il coraggio di Giuseppe che, nel rapportarsi a questo trio-fortezza, ha rappresentato un buon maschile che non si è fatto inglobare ma è rimasto distinto rischiando e attraversando anche lo scontro. Smettiamo di vederci e viverci femmine contro maschi ma iniziamo a vederci come degli insiemi. E’ tempo di aprirsi a relazioni nuove e di far circolare aria e linfa nelle varie “coppie”.
Eccoci arrivati al’imbrunire… Siamo all’esterno, l’aria è fresca e la sensazione è che il buio accolga l’atmosfera che ora si è fatta sicuramente più distesa e più dolce. Il negativo emerso ci ha resi più umani, il metterlo fuori ha accorciato le distanze e ha iniziato a sciogliere le rigidità, i visi sono più morbidi, meno plastici…
Veniamo alle prospettive, lanciamo lo sguardo all’orizzonte, oltre quest’oggi e la chiusura di una fase ormai conclusa da elaborare.
Nei tempi a venire e in una nuova e più matura sperimentazione non è detto che le persone storiche devono continuare ad esserci. È buono che ci siano solo se lo vogliono. Dire un sì sull’entusiasmo del momento non serve. È buono partire con poco e crescere nel tempo.
Nadia, Livia, Gina, Angela e Gabriella le naviganti già pronte a partire…
Puntuale e attesa arriva l’originale Teoria Globale: “Da B.A.T. a P.A.T.” … e come sempre il nostro navigante più esperto ci rapisce tutti nonostante l’ora tarda e la stanchezza che inizia a farsi sentire.
La prospettiva è un Progetto di Armonizzazione Territoriale. Vediamo un po’ di che si tratta, ormai siamo troppo curiosi…
– Antinfiammatorie;
Ci avviamo verso la chiusura dei lavori…
In questo pomeriggio è stata molto bella la presenza attiva e sorridente di Nadia, la cui specificità sarà una ricchezza per questo gruppo. Il valore di Nadia sta nel non fermarsi, nel riconoscere i limiti e ripartire senza scoraggiarsi. Un riconoscimento particolare va ad Angela, per non aver rinunciato alla speranza che anche Nadia arrivasse ad abbracciare il Metodo alla Salute. Ci son voluti dodici anni ma se questo è il risultato… ne è valsa la pena!
I bambini hanno dato a questo momento un sapore ancora più vitale e in divenire, chi invadendo gli spazi liberamente, chi mostrandosi già tanto funzionale, chi facendoci dono finalmente di un bel pianto sonoro prestandosi alle sapienti vaccinazioni dell’ Orco Mariano…
3 Commenti
amelia
avanti tutta!!!! amelia
Daniela M.
La teoria di Mariano mi accompagna verso cose che sento ancora più vicine. Questo bel gruppo di pugliesi "vecchi" e "nuovi" sono di grande stimolo a procedere anche in territori che non sono solo pugliesi. Buon viaggio a tutti
Unknown
Lo spirito C'è e gli opposti danzano ciò ci gratifica cari sognatori state concretizzando le teorie di Nuova Specie e ciò dovrebbe fare buona semina grazie a tutti buon proseguo dopo l'autunno e l'inverno delle storie di ognuno di noi attendendo la primavera di noi tutti!