Sasso di Castalda (PZ), sabato 9 novembre 2013. PROGETTO “RAINBOW” DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS. Settimo giorno della prima settimana.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS



Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia


 

 






IV PROGETTO “RAINBOW”
DELLA FONDAZIONE
NUOVA SPECIE ONLUS.
OLTRE LE COLONNE D’ERCOLE. 
Settima giornata.

 Un nuovo giorno inizia, ci sentiamo pieni e ricchi dei doni che gli antenati alberi acqua, aria e cielo ci  hanno fatto ieri. Anche oggi ci si prepara a salpare verso nuovi porti. Le scialuppe partono con gli embrioni: Marcello, Angelo, Raffaele M., Andrea e Donato. Marcello è accompagnato da Daniela, Marilisa ed Ombretta. Angelo da Dina, Linda, Benedetta e Carmine. Con Andrea ci sono invece Monica, Ernesto e Gaetano. Infine parte la ‘scialuppa dei fratelli’ composta da Raffaele Cim, Raffaele M., Enrico, Roberto e Alessandro

La giornata scorre in atmosfera sacra, si percepisce nell’aria il valore di quello che si sta facendo per la vita. La sera ci ricongiungiamo tutti nella grande stanza dove si condivide tanto.
 

Dal primo bilancio della scialuppa di Angelo emerge prima la difficoltà di scendere nelle proprie profondità ed il blocco del corpo; ma l’utero spinge e progressivamente le parti infantili emergono con tutta la loro forza. La forte sensibilità di Benedetta sa accompagnare la nascita del nuovo Angelo

La scialuppa dei ‘fratelli’ con embrione Raffaele M. ci racconta la loro giornata passata al mare (Maratea) dove ognuno si è immerso. Si sente il loro bisogno di vivere il gruppo dei pari e di andare oltre la famiglia di origine. Raffaele M. mostra un viso diverso, un sorriso aperto; parla della mancanza del padre e di come sua madre faccia  difficoltà ad accettare il negativo
Enrico ci fa riflettere su come noi genitori pretendiamo che siano i figli a risolvere i nostri fallimenti.



Sabbia della spiaggia nera di Maratea (PZ)

La scialuppa con embrione Andrea ci racconta di come sia difficile togliere la lamiera  dal nostro ‘pozzo di Vermicino’, della difficoltà di scendere verso quelle parti nostre ‘morte’, congelate… Andrea scende fino a quel bambino che già a 8 anni voleva morire. Emerge la necessità di accogliere quelle parti nostre e di spezzare la catena che lega i nostri figli al nostro dolore.

L’ora tarda ci spinge ad andare oltre i bilanci e ad ascoltare il bisogno primario di ognuno… pertanto come dice Ale’ “Se magna”.

Ombretta, Marilisa e
Roberto



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