Sasso di Castalda (PZ), martedì 5 novembre 2013. IV PROGETTO “RAINBOW” DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS. Terza giornata della prima settimana.
IV PROGETTO “RAINBOW”
DELLA FONDAZIONE
NUOVA SPECIE ONLUS.
OLTRE LE COLONNE D’ERCOLE.
Terza giornata della prima settimana.
Finalmente oggi le scialuppe sono salpate verso… “le mitiche colonne d’Ercole, simbolico limite della conoscenza umana”… Raffaele e Benedetta in un’attesa particolarmente silenziosa da parte di noi tutti ci comunicano le formazioni. Con la consapevolezza della sacralità di ciò che ognuno di noi si accinge ad iniziare, partiamo benedetti da una pioggia scrosciante, che pare voglia dire: “Questo è un buon giorno per sciogliere, pulire: affidatevi, lasciatevi condurre”. Il nostro tempo diventa mare aperto: il viaggio è iniziato.
Un vortice di pianti, corpi, voci si intrecciano in una danza propiziatoria di rinascita. I dolori, le rabbie, le paure parlano. Affiorano ricordi di padri, di madri, di figli, di assenze, di fughe, di onnipotenze, di immobilità.
Ecco infine la quiete, l’abbandono, il tempo del silenzio e l’ascolto. E’ già pomeriggio, lentamente la cucina comincia a ripopolarsi, alla spicciolata viene consumato un pranzo fugace.
La ciurma a questo punto sente il bisogno di “trattenere”, ognuno a suo modo, quanto vissuto; poche parole e un po’ di riposo.
Più tardi ci ritroviamo ancora in cerchio, è il momento della condivisione. I racconti cominciano a dipanarsi. Un comun denominatore è senza dubbio la certezza da parte degli embrioni di essere stati accolti nel caldo di quell’utero devoto che li ha protetti, nutriti e accompagnati, un utero tanto caldo e devoto da accogliere un quinto embrione.
Cinque embrioni, cinque viaggi, i nostri specchi:
• Non è la madre di YYY che si deve “raggiungere”, chi ha fermato, tagliato quella bambina è quel padre tanto “presente” che non c’era.
• Quanta rabbia per quel padre così perfetto, così tutto, da emulare ma così lontano, intoccabile.
• Frantumati dalla violenza, tanto da non poter più vedere, tanto da finire per proteggere chi ci ha violati.
• Un maschile negato e il bisogno di riconoscersi come UOMO della sua terra, nella sua terra.
• Una madre persa, un femminile negato e mai esplorato.
• Quanta rabbia per quel padre così perfetto, così tutto, da emulare ma così lontano, intoccabile.
• Frantumati dalla violenza, tanto da non poter più vedere, tanto da finire per proteggere chi ci ha violati.
• Un maschile negato e il bisogno di riconoscersi come UOMO della sua terra, nella sua terra.
• Una madre persa, un femminile negato e mai esplorato.
L’aggressività come unica salvezza. Gli occhi finalmente vedono. La tristezza ora è necessaria.
E’ notte fonda, il nostro primo viaggio è terminato da parecchie ore, tutto tace.
Elena e Gianluigi