Londra (UK), sabato 19 e domenica 20 ottobre 2013. TREGIORNI A LONDRA: IL VIAGGIO CONTINUA.
Prefettura di Foggia
TREGIORNI LONDINESE:
IL VIAGGIO CONTINUA,
DAL ROYAL COLLEGE OF MUSIC
AD UN INCONTRO
ALLA “KATE HOUSE”.
Anche perché una lunga giornata ci attende. Dopo aver assaggiato un ottimo ‘Fish and Chips’, gradito più dell’English Breakfast, e l’immancabile riposino (eh eh eh!!), nel pomeriggio ci dirigiamo verso Soho, il centro vitale di Londra, quartiere dai mille locali, famoso per i teatri di musical. Il brunch della Northern Line è chiuso completamente per tutto il weekend, per cui siamo costretti ad utilizzare i bus. Ciò allunga i tempi, ma consente a Mariano di visionare, seppur rapidamente, tutta una serie di quartieri che ci separano da Leicester Square: Kentish Town, Camden Town, Mornington Crescent.
Arriviamo finalmente a Leicester Square dove ci attende M., cantante lirica francese, con cui passeremo il pomeriggio e la serata. Con M. ci dirigiamo, dopo una passeggiata per un’affollatissima Soho, con la metro verso South Kensington, quartiere di Musei ed Ambasciate, dove posso mostrare a Mariano la Royal College of Music, questo meraviglioso posto in cui ho passato i miei ultimi due anni, difronte alla splendida Royal Albert Hall. Facciamo un piccolo tour all’interno del College e M. insiste per andare a vedere il Britten Theatre, piccolo gioiello situato all’interno del College, palcoscenico di classe e di intimità riservato specie agli eventi lirici. M. a luci spente ci regala un solitario brano tratto dalla “Carmen” di Bizet. Mariano, che adora l’opera, apprezza molto. In poco tempo Mariano ha già raccolto elementi significativi della cantante francese, la cui voce solitaria nel Britten Theatre a luci spente, sembra essere una immagine fedele del suo mondo reale.
La tappa successiva è un jazz club non lontano dal College, vicino Sloane Square, in cui ci aspetta un meraviglioso concerto della cantante jazz Marta Capponi, alla presentazione del suo disco. Al nostro gruppo si uniscono altri due amici. Mariano sembra apprezzare molto la performance e la segue con estrema attenzione; ogni tanto scrive qualcosa su dei fogliettini (che tipo!) e regala perle di profondità. Per esempio paragona la musica jazz alla ‘fetogenesi’ in cui i musicisti sembrano ognuno suonare individualmente ed indipendentemente ma in realtà creano sinergicamente un’unica musica, ricca e complessa , proprio come gli organi che hanno ormai completato la loro maturazione (embriogenesi) ed iniziano ad interagire tra di loro per formare un organismo.
La nostra serata non si conclude affatto! Porto Mariano da ‘Sopranos’ ad High Street Kensington, un locale in cui suona un mio carissimo amico, Ashley, grande musicista (tastierista anche di Jamiroquay, Prince, Beverly Knight tra gli altri). Il Sopranos è stracolmo, quasi tutti ragazzi e ragazze inglesi, che bevono, ballano, cantano. Credo che per Mariano sia una buona occasione per conoscere le modalità locali nella versione meno turistica. Torniamo a casa tardissimo, un po’ stanchi ma contenti.
Domenica ultimo giorno dei tre, sarà la giornata del secondo incontro organizzato dal Ce.Di.T.
In mattinata Mariano mi chiede di portarlo a visitare una Chiesa Anglicana. Poco male, ci andiamo con John (padrone della casa in cui alloggio) e la bella figlioletta Elizabeth. Mariano rimane con John per tutto il rito che segue con grande attenzione e partecipazione, per coglierne le differenze (poche) e le similitudini (tante) rispetto al rito cristiano cattolico. Segue un breve spuntino da Maurizio, italiano ormai a Londra da trent’anni circa, che ci regala aneddoti dal suo vissuto e punti di vista, molto interessanti, sul mondo londinese.
Alle 13 si svolge l’incontro a casa di John e Kate cui partecipano Annarita, ballerina/coreografa italiana ormai a Londra da anni, il suo compagno inglese Andy, Matt compositore inglese, Anton violinista italiano e la sua compagna russa Alesia.
Mariano offre uno spaccato interessante ed affascinante del Metodo alla Salute attraverso alcune unità didattiche. Spiega l’importanza di registrare per lasciare tracce del nostro percorso e che il termine incontro deriva dal sanscrito e vuol dire ‘in’: dentro, ‘contro’: scontro. Un incontro è opportunità di scoprirsi nelle similitudini, ma anche nei contrasti, e proprio i contrasti, i disaccordi possono creare cambiamenti e novità nella vita. Come avviene nel CrossingOver della meiosi, definito da Mariano il vero templio di Dio, meccanismo fondamentale della vita, che ne assicura evoluzione e rigenerazione.
Nel Crossing Over innanzitutto si avvera un processo di separazione e di allontanamento: anche in un meeting ciascuno provenendo da dove proviene, all’inizio può scontrarsi con l’altro e tendere ad allontanarsi. Questo meccanismo ormai impera per esempio nelle coppie nella società odierna. Spesso si arriva alle relazioni di coppia come ‘persone’, cioè maschere, individui che nel percorso di crescita, a causa dei tagli subiti o del mancato accompagnamento specifico nelle famiglie e nelle società si sono allontanati dalla propria specificità (Jahvè: Io sono quello che sono e solo io sono) e nel tempo hanno dovuto mascherare quelle stesse parti. In passato la società favoriva ad ogni modo il mantenersi delle coppie con restrizioni o gratificazioni di taluni atteggiamenti, oggi, se non si lavora, come il Metodo cerca di fare, ognuno sulle proprie maschere, i rapporti sono come ‘colla con la sabbia’, falliscono e poi si passa di relazione in relazione.
La seconda fase è l’avvicinamento, legato alla nostalgia delle parti mancanti. Durante il riavvicinamento si prova anche rigetto, rifiuto, rabbia per cui ‘amare’ è proprio far prevalere la voglia, il desiderio di riavvicinarsi nonostante queste forze repulsive.
La terza fase è quella dell’OVER in cui si crea il chiasma, non basta stare vicini, ma toccarsi ed aprire i propri confini, come avviene nei cromosomi.
A questo punto (Quarta fase) avviene lo scambio di parti, per sempre: quel meccanismo che a livello cromosomico garantisce l’unicità di ogni singolo individuo, mentre la maschera oppure l’economia finanziaria ci vuole rendere tutti uguali e questo causa il disagio diffuso.
Il Metodo favorisce il CrossingOver mettendo in atto queste quattro fasi ed aiuta la crescita ed offre soluzioni al disagio dilagante.
Le fasi del CrossingOver coincidono con quelle del disagio giovanile sono ben riconoscibili nell’anello cosiddetto ‘diabolico’ del Communitometro:
La terza fase (come quella del chiasma del CrossingOver): perdere le proprie difese ed aprirsi. Nella metà degli anni Ottanta entrò in voga la poli-tossicodipendenza: il giovane inizia ad utilizzare eroina, cocaina, erba senza selezionare la sostanza. Non avendo una casa dentro di sé, ha bisogno dell’esterno per farsene una. Oggi giorno questo meccanismo del tipo uno, nessuno, centomila si riscontra nella cosiddetta dismaturità, in cui per esempio anche un uomo di 40 anni passa da uno stato al suo opposto in pochissimo tempo negli interessi, nelle relazioni (estremo interesse/disinteresse). Inoltre questa forma di dismaturità via via si presenta in età più precoce, iniziando a colpire adesso anche i bambini, in quello che gli psichiatri interpretano come ‘autismo’, identificandolo come una malattia cronica genetica. In realtà sono come degli alberi che non sono mai venuti fuori perché le condizioni non l’hanno mai favorito. La virtualità, la videodipendenza, è una fase che transitoriamente può essere una soluzione, ma in realtà funge un ruolo alla stregua dei fiammiferi come per la piccola fiammiferaia della fiaba di Andersen.
Nel Communitometro, nel suo anello inferiore queste fasi vengono stilizzate come una progressiva frantumazione dell’individuo che finisce con una disgregazione, l’evento psicotico e poi anche il suicidio od omicidio, oggi in grande aumento di numero.
Il termine ‘diffuso’ si riferisce al fatto che ogni individuo o istituzione può manifestare il disagio nelle sue varie forme, anche in successione ed in tempi sempre brevi e con un circuito sempre più veloce, per cui da una dipendenza si può arrivare ad una psicosi, e sempre più in età giovanile, senza risparmiare nessuno. E’ come un vero e proprio diluvio universale ed oggi quello che bisogna fare è costruire una vera e propria Arca. Questo è lo scopo principale della Fondazione Nuova Specie: salvaguardare la vita grazie ad un nuovo punto di vista che permetta di superare il caos generato dal disagio diffuso.
In ultimo Mariano parla del disagio cosiddetto asintomatico, proprio della fase di obblighi-doveri e funzione ruolo del Communitometro, che però col tempo può portare ad attacchi di panico, ansie, etc etc. Anche in questo caso il Metodo può avere una funzione di prevenzione ed attivare un CrossingOver che porti ad un nuovo punto di vista e riaprire gli orizzonti .
Beh, poi passiamo dal disagio giovanile al mio pizzaiolo preferito di Londra, difronte casa mia, che fortuna,: la serata si conclude lì, non prima che Mariano mostri gemme di accompagnamento e di dinamica coi presenti, che personaggio inesauribile…
Andiamo a letto presto perché alle 4.30 di lunedì mattina ci attende il taxi per portarci all’aeroporto di Gatwick. Chiaramente (!) è tempo di bilanci, che ve lo dico a fare, ma anche di programmazione, per cui si decide che a Luglio 2014 si terrà la Prima Settimana Intensiva Internazionale del Metodo, in italiano ed inglese, chi vivrà vedrà!
Povero me: bellUOMO AVERE MAL DI TESTA!
2 Commenti
Unknown
Cara è,kA grazie a te! il Ce.DI.T. di sicuro sarà contento di accettare anche una sfida russa!
Spero ci vediamo presto, corsaggio?
Enzo
. ..è,kA
Caro Enzo, ti ringrazio per qsti due post… che oltre al trasmettere il senso del vostro essere stati meta-geografici… hanno dato ulteriori precisazioni teoriche… per le parti meta-storiche di me che in qsto periodo mi attraversano. Inoltre, essendo io anche legata alla mia terra natale che è la Russia l'esperienza del vostro CE.Di.T… mi aiuta a concedermi… il desiderare spinte verso il mio Est… che non ho paura di contemplare… come una possibile meta della geografia del Metodo alla Salute… per chissà chissà. E poi… sento che sì… portarci oltre ai confini… pare che esprima anche la parte adolescenziale del Progetto Nuova Specie… in cui lasciare le terre dell'origini delle delusioni… e provare a navigare… in quei mari… in cui sentirsi sempre più autorizzati a incontrarci con una molteplicità davvero polifonica… come i vari musicisti… hanno voluto significare… per più piani della vostra esperienza… sento. Spero di avere più modi per percepirti come antenato… rispetto a quando mi sentirò pronta a fare io in Russia ciò che già hai iniziato tu in UK. Invece sì, a Mariano – come già ha fatto Gabriella – auguro quella dose – adolescenziale e non più solitaria – di fiducia… non solo nella metastoria, ma anche nella metageografia… come meta… di più mete… e sempre meno metà… da risanare o elemosinare.