Foggia, sabato 2 novembre 2013. SETTIMANA INTENSIVA DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS. Quarto giorno.



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS



Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia

SETTIMANA INTENSIVA
DELLA FONDAZIONE
NUOVA SPECIE ONLUS.

Quarto giorno.
La casa del Metodo alla Salute
e i viaggi interrotti.


“Una casa per Cacare“.


Mi hanno parlato di questa casa prima che partissi. Pare che questa casa, a ricordo di molti, avesse come missione di tirar fuori positivo e negativo da tutti gli ospiti e che, riscoprendo la capacità di un antico sapere, quello del Cacare, all’improvviso, quando non te lo aspetti, ti piazza su un ring e… sono cazzi tuoi! E allora vai a scavare, a ricordare e a rivivere la tua vita, perché questo ring non vuole altro che tu esca sconfitto. Non c’è vincitore, o forse tutti vincitori. Non si capisce, ci vorrà un lungo viaggio, si riparte; il viaggio interrotto deve riprendere, ma soli. Cachi e riparti da solo, perché solo così puoi elaborare cosa è successo. Ma ci fermiamo dopo sul cacare e sulla fatica che comporta.
 

La stranezza della casa è qualcosa di inaspettato per molti. Si arriva da una strada e si va via da un’altra; se ripercorri la prima sei fottuto, se segui il consiglio e percorri la seconda, hai qualche possibilità. 


Il ricordo di Francesco.
Anche lui tempo fa arrivò qui, giovane, una vita vissuta in fretta, capelli sparati, come ho visto nella foto, e si era rotto il cazzo delle gabbie. Lo conoscono in molti, conoscono la sua guerra interiore e la sua assoluta voglia di vivere in pace. Il ricordo è vivo nella casa, era riuscito a portare anche la madre ed il fratello Federico, che è qui e vuole riprendere anche lui la sua strada. Francesco non ha avuto tempo, non lo dettiamo noi il tempo, possiamo solo approfittarne, ed è stupido chi non lo fa. È stato il corpo a ribellarsi e a decidere per lui. Vive nel cuore di tutti, perché ha saputo donarsi con gioia.


C. è un altro stitico della casa. Ha tredici anni ed è arrivato con la madre, anche lei con un pieno di cacca che mette paura, ed al quarto giorno lo sguardo di C. è cambiato e ci dice che qualcosa si è smosso nella sua pancia. Silvio gli regala un suo libro, mi sembra si chiami “Racconti delle giornate stitiche”. Penso possa aiutarlo almeno a capire che non è l’unico ad avere tappi, e quello che deve capire è che tutti siamo soli e che spetta a noi toglierli.
 

Tornando al “Cacare“, sul ring lo schema è questo: costruire, apprezzare, criticare, ascoltare, riconoscere ed elaborare.

L’incontro tra
B. e il papà sin dall’inizio mi tocca molto, anche per la pacatezza ed il suono delle parole con cui avviene. Lei 40 anni e lui 70, lei non ha proprio più voglia di giocare, non ha più voglia di danzare, l’ha persa. Il saper giocare si perde facilmente, la vita ed i condizionamenti la annientano ed i genitori spesso la sottovalutano, preferiscono la fuga, spesso nel lavoro, intensificare i contorni per non vedere il disegno. B. odia la puzza dei grandi ed è rimasta legata all’odore dei bimbi, lì vuole stare. Le sue emozioni sono congelate e vorrebbe ripartire per un nuovo viaggio, uscire da quel mondo anestetizzato, come le parole che escono dalla sua bocca. R. deve essere stato addirittura muto in passato, avrebbe dovuto gridare al mondo: “mio padre se l’è tolta da solo la vita!”; farlo adesso smuove troppo, fa vacillare, ma la porta è aperta e il viaggio può iniziare.
 

L’unica certezza è che il bene non basta.


G. ed E.
Viaggio partito dalla Sicilia, obblighi, convenzioni del dopoguerra, e le poche cose serie da acciuffare per vivere insieme, il lavoro, la casa e poi i figli. Il problema è che il loro figlio da quella casa non vuole più uscire, è immobilizzato dalla sofferenza, che è diventata ormai anche la sua. Bisogna iniziare anche qui un nuovo percorso per spingere il figlio ad uscire da quel posto. Bisogna dar valore ai propri desideri per valorizzare i desideri dei nostri figli.

L. e la sua famiglia.
L. è speciale, l’ho intuito dalle prime ore nella casa: dolce, vitale, pronto a dare molto e a ricevere. Ho capito che L. sin da piccolo la cacca la faceva blu e, come quelle statuine-ricordo che tutti comperavano alla gita di scuola, diventava blu anche lui, sognava anche di diventare cintura blu di judo, e la cosa più bella è che, a differenza degli altri, il sole lo disegnava arancione, perché lui il tramonto lo aveva già scoperto. In famiglia tutti questi colori non ci azzeccavano molto con i numeri e l’angolo alfa, e avrebbero messo paura a tutti.
 

Si decise allora per la moltiplicazione delle regole, il controllo dei multipli e la sottrazione della scoliosi. Non si riuscì a capire che la cacca blu era opera del “mago degli aiuti-contro”. L. gridava la sua differenza, il suo essere speciale e la voglia di giochi speciali.

G. e F.
L’incastro di due ragazzi, forse una coppia non formata. I debiti si portano sempre dietro e pesano molto. Colmare i vuoti familiari, cercando la figura materna o paterna nel partner, uccide entrambi. Sono stati avvisati e meritavano di essere avvisati, perché il loro amore fosse riconosciuto.

S. e R.
Figlia-madre e madre-figlia. S. è bella, il suo sorriso per me è splendido ma raro, si è data troppo, ha mandato giù troppo ed è completamente bloccata. La madre è sfinita dai suoi nodi, completamente legata, non sono felici e hanno bisogno anche loro di staccarsi per non affondare insieme.

V. e F.
È rimasta la mia storia e il perché sono venuto qui. Il mio viaggio con F. è terminato tempo fa, meglio non girarci intorno, non riesco nemmeno a dirvi cosa penso adesso, non ce la faccio. Sono sicuro però che entrambi abbiamo bisogno di nuova vita da donare ai nostri figli, perché la nostra confusione non sia la loro. Tornerò proprio con loro e forse riuscirò a dire come sono andate le cose.

Valerio

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