San Severo (FG), venerdì 27 settembre 2013. TERZA EDIZIONE DEL PROGETTO LA FINESTRA DI BABICH. Primi due giorni.

Presidente: Dr. Mariano Loiacono
A SAN SEVERO
LA TERZA EDIZIONE
DEL PROGETTO
LA TERZA EDIZIONE
DEL PROGETTO
“LA FINESTRA DI BABICH”,
DINAMICHE METASTORICHE
TRA DONNE
Primo giorno e Secondo giorno
E’ il giorno 27 Settembre 2013. Per noi due siciliane il viaggio inizia già di buon mattino. L’incontro in aereoporto è come fra due amiche che si trovano dopo molto tempo. Ci abbracciamo e ci dirigiamo verso l’uscita per prendere l’aereo alla volta della terra di Puglia. Appena in aereo Lina guarda fuori attraverso il finestrino tutta la bellezza della Sicilia vista dall’alto e in tutto il suo splendore. Il viaggio procede spedito nonostante le distanze. Ad accoglierci alla stazione di San Severo ci sono Mila, e Mirella.
Arriviamo nella casa di Mila, accogliente, calda e comoda. L’atmosfera ci fa ben sperare. Il gruppo è quasi al completo ed è composto da 11 donne: Giovanna, Lara, Salvina, Lina, Stefania, Paola, Eleonora, Mirella, Daniela, Lucia. Le altre due ci raggiungeranno domani. Prima di cena il gruppo va alla scoperta delle vie di San Severo e si concede un buon gelato. Dopo cena ci attardiamo un po’ a chiacchierare prima di congedarci per la notte.
Giorno 28 Settembre: arrivano accompagnate da Francesco, Luigi e Diego le altre due donne: Donatella ed Elena. Francesco nell’augurare a tutte un buon inizio riesce ad emozionare Lina a tal punto che inizia a piangere.
Il gruppo è al completo ed il progetto può iniziare. Giovanna e Lara ci danno il benvenuto. Giovanna legge i vari messaggi di augurio per l’inizio del progetto, fra cui anche quello di Mariano, e ci spiega come nasce il progetto e perchè è chiamato “LA FINESTRA DI BABICH”.
Il logo suscita emozioni diverse a partire dal vissuto di ognuna di noi. Vengono fuori pezzi di vita e ferite non ancora rimarginate. Dai racconti emerge il desiderio di essere ascoltate profondamente e viste in tutta la fragilità e ci accomuna il dolore nascosto e i bisogni soffocati.
Siamo figlie, madri e donne allo stesso tempo, cresciute troppo in fretta, saltando tappe importanti per la crescita.
Nel primo pomeriggio Mila ci comunica di voler far parte del gruppo. Continuiamo a raccontarci e a manifestare le nostre delusioni. C’è pure la curiosità di sapere come si svolgerà il progetto ed è per questo che Giovanna e Lara si soffermano nell’ultima parte della giornata a raccontarci la loro esperienza del primo Progetto “La finestra di Babich”, che nonostante le difficoltà ha permesso loro di crescere. Si arriva così fino a sera.
Domani sarà l’inizio ufficiale del Progetto.
Salvina e Lina
1 Commento/i
Unknown
Le donne hanno “fame di se stesse”.
È una fame che vuole appagamento. Da troppo tempo sono a digiuno le donne. Vogliono mangiare.
Vogliono cibarsi di un femminile che le nutra davvero.
Le donne spesso intuiscono che è proprio quella fame che le spinge verso relazioni amorose distruttive, verso il cibo ingurgitato o vomitato,verso scelte controvoglia e poi sofferte.
È un altro cibo che vogliono le donne.
Un cibo sano. Quello della loro anima femminile. Molte di noi riconoscono che dopo anni di percorso e dopo aver individuato i carcerieri delle nostre storie, comunque ancora facciamo fatica ad uscire anche da una gabbia la cui porta è stata aperta.e rischiamo se non troviamo un minimo di contesto devoto continuativo a scegliere di girarsi su se stesse a contorcesi in psicocità assurde che fanno male a chi le cisconda stanche le sfiora ancora l'idea di di volare dalla finestra antenata proteggi queste donne coraggiose Imma