CMS (FG), domenica 23 settembre 2013. SUPERVISIONE DEL PROGETTO “HOMELIFE”, CONDOTTA DAL DR. MARIANO LOIACONO. Secondo giorno.
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Oggi, 23 settembre 2013, ci ritroviamo nuovamente tutti al Centro di Medicina Sociale, per affrontare il secondo giorno di Supervisione del Progetto “Homelife”.
Prima di tutto Mariano ci ricorda che oggi è l’anniversario della morte di San Pio. Ci introduce brevemente un po’di storia di questo frate, facendoci comprendere che bisogna ripartire dalla morte per avviare nuova vita.
La prima giornata di Supervisione è stata la chiusura della fase di embriogenesi, oggi questa giornata ci deve aiutare a transitare verso la fetogenesi, il processo che spinge a ripartire da ciò che c’è stato, che si è formato, per procedere verso una fase più globale.
Accompagna i conduttori a fare Know how della prima giornata e continua le interazioni con i protagonisti del progetto “Homelife”. Mariano chiede ai presenti chi vuol dire qualcosa e Diego si propone e Mariano ascolta il suo stato quiete e lo accompagna sul campo a far teoria ed a vedere qual è il suo globale massimo. Poi ci sono interazioni con Alessandro e la sua famiglia. Si vedono in diretta i cambiamenti e le difficoltà che ci sono ancora nella coppia e nel rapporto fra genitori e figli, quindi ciò ci fa riflettere sulle soluzioni che i figli trovano sfociando in soluzioni estreme e povere come il cosiddetto “disagio psicotico“. È bello vedere in diretta, sul campo come un accompagnatore che ha una visione globale riesce ad alleggerire e rimettere in dinamica una situazione pesante, facendo da ponte e da collante fra le parti in contrasto. Il tutto è seguito anche da abbracci e musica.
Dopo le prime interazioni il clima si riscalda, sia perchè è una bella giornata ma anche per le emozioni che aleggiano dentro e fuori di noi. Si continua dunque cantando anche oggi la canzone “Goccia dopo goccia”, che è lo sponsor ufficiale delle Supervisioni.
Dopo di che ci riuniamo in cerchio i vari rappresentanti che hanno seguito il progetto “Homelife”. Annarita e Francesco come coordinatori, il comitato formato da Dina, che rappresenta l’Associazione “Koilos”, Lucia che rappresenta l’Associazione alla Salute ONLUS Foggia, Vittoria come rappresentante del Centro di Medicina Sociale e la Fondazione Nuova Specie rappresentata da Mila, Raffaele e Silvio.
Applicando la regola del Ca – Care, ognuno di noi deve iniziare ad apprezzare il positivo e criticare il negativo, per riconoscere e costruire un processo di crescita. Inizia Vittoria, poi Lucia, Mila e Dina. Da ogni contributo viene fuori l’apprezzamento per Annarita e Francesco, per quello che si è riuscito a fare, per le crescite in ognuno che ci sono state, per essere arrivati fino alla fine. Il negativo ha evidenziato le parti contrastanti, le difficoltà che ci sono state de parte di ognuno di noi nell’affrontare una sperimentazione nuova, ambiziosa, nata in un momento di forte transizione per il Metodo alla Salute. Sono venute fuori tante cose, ognuno ha messo fuori le sue verità, ed è stato anche bello e importante che questo bilancio è stato condotto da Mariano, con la collaborazione importante e molto valida di Barbara che insieme hanno trasformato quel negativo soggettivo in un positivo da cui ripartire tutti. Prima che parlino Annarita e Francesco, Mariano ha spezzato un po’ l’atmosfera facendo festa. Ha fatto uscire fuori dalla stanza i due protagonisti del progetto “Homelife”, Annarita e Francesco, accompagnati a rientrare da una musica trionfale.
Francesco prende in braccio la sua sposa e insieme ai loro figli Martina e Giovanni, si stringono in un caldo abbraccio, riconoscendosi e apprezzandosi il grande valore di questa famiglia che ha avuto coraggio nell’affrontare questa bella, affascinante e difficile esperienza senza mai mollare, standoci dentro pienamente. Dopo questo momento gioioso, commovente e riconoscente per la famiglia Guerra-Rendinella, arriva il momento di parlare. Qui c’è davvero un cambio di scena, grazie a Francesco ci catapultiamo in una dinamica metastorica bellissima.
Francesco comincia a parlare dicendo che cosa ha dato a lui questo progetto, inizia ad immergersi nella sua storia e nel suo dolore. Vengono fuori le sue ansie non capite, le sue paure, la sua grande crescita e il dolore più grande di non essere stato capito e compreso come persona dalla figure adulte, soprattutto donne che gli hanno fatto venir fuori il suo dolore più grande di non essere stato accolto e compreso dalla madre, viene fuori il suo bisogno antico.
Qui entra in campo Mariano che mette in dinamica e accoglie le profondità di Francesco, dà valore alla sua storia, ai suoi sforzi, ai suoi cambiamenti reali e valorizza che finalmente vengono fuori i suoi bisogni più antichi. Si crea una dimensione fortissima e profonda, Francesco chiama Martina e Mariano accompagna questa figlia a riconoscere ed apprezzare questo padre che pur avendole dato tanto negativo, già da tanti anni sta ricostruendo la sua identità, sta accompagnando la sua famiglia e anche chi come lui è caduto in un vortice ed ha bisogno di aprire quella porta e affacciarsi alla vita.
La dinamica procede e si fa teoria globale sul campo, tutti siamo immersi, cadono i ruoli, si abbassano le difese e la vita e le emozioni ci invadono piacevolmente. Martina accoglie Francesco, lo culla fra le sue braccia, tutto accompagnato dalle ninna-nanna in quella stanza che pur gremita di persone è divenuta un utero devoto e sacro. Poi ancora Mariano spinge Dina come figura materna a dire qualcosa, ma lei non riesce e scoppia in un pianto disperato chiedendo scusa a questo figlio per non aver capito, è davvero una dinamica coinvolgente ed ognuno si è immerso.
È stato bello vedere le profondità di Francesco, il grande femminile di Mariano che ha accolto e accompagnato devotamente il tutto e le persone che fino a poco prima avevano delle resistenze e che poi lasciandosi andare hanno iniziato ad aprire gli occhi e guardare i mostri che non erano più mostri.
Tutto ciò ci fa arrivare all’ora di pranzo e quindi il resto viene rimandato al pomeriggio. La pausa pranzo ci da un attimo di respiro ma ancora siamo tutti immersi.
Arriva la ripresa, Mariano fa un’interazione con Chiara, evidenzia la difficoltà che fa Chiara a starci a partire da sé e che tanto si manifesta attraverso i suoi occhi che sono ancora persi ed hanno bisogno di essere illuminati dai suoi cambiamenti e cominciare a vedere.
Prima di arrivare a riprendere con Annarita e Francesco, Mariano chiede ad Angela di dire qualcosa sulla dinamica, ascoltando anche il suo stato quiete. Angela si commuove, dicendo che è rimasta molto colpita soprattutto dall’immagine di questa figlia che culla il padre sul suo seno e ciò la riporta a rielaborare il rapporto con suo padre. Poi Angela aggiunge qualcosa sul quadro di Michela, dicendo cosa le fa vedere il simbolo della nuova versione della Croce laica che Mariano ha battezzato come logo ufficiale per rappresentare il progetto “Nuova Specie”. Poi si aggiungono Elena e Gino che fanno un commento sul simbolo.
Tutto ciò ha dato la possibilità di riprendere da dove eravamo rimasti e Mariano fa parlare Annarita, consigliando a Francesco di non dire altro perché è buono che si viva quella dimensione profonda. Annarita anche se ancora provata da tutte le emozioni inizia a parlare. Chiede un po’ di tempo per raccontarsi, si crea una dimensione di ascolto devoto, Annarita con grande lucidità nonostante tutto comincia ad applicare la regola del Ca – Care, iniziando a dare valore a Francesco che ha spinto tutti nella profondità, poi dà valore a Mariano evidenziando la sua grande capacità di dare fiducia, accompagnare ad osare, dando anche la possibilità di sbagliare per crescere. Ha dato molto valore a Martina e Giovanni che hanno avuto una grande capacità di starci, di crescere e di sopportare e supportare tutto ciò. Poi ha apprezzato tutte le figure adulte che hanno dato il loro contributo per come hanno potuto e saputo fare, i genitori dei ragazzi che si sono immersi e hanno contribuito al sostentamento anche pratico del progetto ed i ragazzi che sono stati i veri protagonisti di questa avventura, i nostri Globnauti, ha evidenziato tutto il positivo che c’è stato.
Nella fase del negativo ha evidenziato la difficoltà che c’è stata nelle relazioni tra le persone, il caos del momento di passaggio che stavano attraversando le varie realtà, il Centro, le Associazioni e Mariano con il suo pensionamento, quindi le tante minacce di aborto che ci sono state in questa gravidanza sperimentale.
Dopo aver espresso i vari punti con tranquillità e facendo anche teoria, chiedendo scusa se anche da parte sua ci sono stati dei limiti, Annarita ha dato anche delle prospettive. Tutto questo processo di EMBRIOGENESI è servito per seminare il terreno e far fiorire una nuova fase e per far ciò bisogna smaltire i rifiuti interni, bisogna costruire le relazioni vere, partendo ognuno dai propri pregi e limiti per riuscire ad incontrarsi e scontrarsi con adultità per costruire e investire nel globale massimo che è il PROGETTO NUOVA SPECIE che include tutti per chi ci crede. Ha evidenziato che non basta condividere un progetto solo a parole ma anche investendo in prima persona, altrimenti c’è il desiderio di ambire verso una NUOVA SPECIE, ma praticamente si rischia di adottare modalità ANCORA di VECCHIA SPECIE.
Annarita ha sviscerato una teoria semplice e armonica, poi ovviamente ha ribadito che non si può fare un bilancio di nove mesi in poco tempo, ma ci vuole uno studio approfondito per comprendere passo per passo vedendo oltre e come migliorare per raggiungere un globale più intero.
Dopo il lungo e saggio intervento di Annarita parlano anche Silvio e Raffaele come rappresentanti della Fondazione Nuova Specie, apprezzando i presenti, apprezzandosi fra di loro, apprezzando il grande contributo che Mariano ha dato in questa due giorni per farci crescere sia come persone che come conduttori.
Come negativo è venuto fuori l’impegno che ognuno di noi indipendentemente dal ruolo che ha deve sentirsi partecipe di tutte le iniziative che favoriscono la crescita, come può essere anche il progetto “Homelife” che è di tutti.
Gli interventi continuano, Mariano coinvolge Michela, Paolo, chiedendo come era andata la Supervisione e che cosa avevano visto in prospettiva.
Inoltre abbiamo assistito ad una dinamica di come si può ricucire e chiudere un cerchio sul campo. Infatti Mariano spinto da Mila ha favorito un incontro tra Francesco e Walter che per incomprensioni il loro rapporto si era ultimamente lacerato.
Invece è venuto fuori il valore di entrambi, lo scambio che c’è stato ma anche il momento di distinguersi e rompere un rapporto simbiotico che si era creato per avviarsi verso una relazione più distinta e specifica.
È stato riconosciuto il grande valore a Barbara perché è stata molto brava, si è lasciata accompagnare ed ha dimostrato la sua buona capacità di saper entrare e far teoria in modo armonico.
Mariano conclude alla fine condividendo la proposta di Annarita di lavorare sulle relazioni fra le persone e quindi affida a lei questo compito, di favorire e accompagnare le relazioni. Inoltre la spinge a far venir fuori anche nel progetto “Homelife” tutte le sue capacità di donna, madre e accompagnatrice, sia per distinguersi da Francesco e anche perchè lui ha bisogno di viversi questa fase di ascolto dei suoi bisogni. Il progetto “Homelife” continua e Mariano spera e invita i membri della Fondazione a far sì che a Natale si celebri la nascita di prospettive più concrete per continuare a crescere e a far crescere.
Dopo aver dato un po’ di indicazioni pratiche ci avviamo verso la fine di questa lunga ed emozionante giornata. Infine il tutto si conclude con un’altra bella interazione tra Enrico, Silvano e Diego, questi tre maschi della famiglia che finalmente andando oltre i ruoli iniziano ad ascoltarsi, a conoscersi e riconoscersi e a scambiare ognuno con la propria specificità. Grazie a questa interazione si ha la dimostrazione che quando una famiglia si mette in viaggio e si lascia accompagnare anche le situazioni forti come quelle cosiddette psicotiche possono cambiare. Ci vuole tempo ma quando si lavora bene, la vita premia. A conclusione ci accompagna una canzone di Povia “I bambini fanno ooh” che permette a tutti di concludere e chiudere in festa questa giornata molto intensa ma di avviare in festa l’inizio e la continua di una prospettiva di vita di Nuova Specie.
Concludo dicendo che: “Tutti siamo importanti, nessuno è indispensabile”. Però devo ammettere e confermare che il nostro maestro Mariano Loiacono ancora una volta ci ha accompagnati con la sua grande sensibilità e globalità ad aprire ancora una volta gli occhi per guardare oltre senza veli.
GRAZIE!
1 Commento/i
Gabriella Napolitano
Cara Annarita,
mi piace molto come hai scritto questo post così emotivamente coinvolgente e ricco di particolari, si sente che la tua percezione globale è cresciuta e pur essendo tu coinvolta in prima linea, hai saputo distinguerti e cogliere tutto ciò che avveniva attorno a te.
E mi piace come hai avuto il coraggio di esprimere il punto debole che può e deve diventare il punto di forza del progetto Nuova Specie: le relazioni tra le persone. E' vero che spesso, anche non rendendoci pienamente conto, si sviluppa una sorta di competizione che frena la crescita e fa ricadere in meccanismi vecchi.
Ti auguro di portare avanti il nuovo impegno con l'apertura di cui sei capace senza mai dimenticare gli altri tre angoli del Quadrangolare.
A te e alla tua famiglia un grande abbraccio, al progetto Homelife lunga Vita perchè può rappresentare veramente una svolta storica nel modo di gestire le situazioni di disagio, ai rappresentanti della Fondazione e delle Associazioni di avere sempre grande cura per questi innovativi progetti.