Bergamo, giovedì 1 agosto 2013. “CAMMINARE SULLE ACQUE”. Contributo di Chiara Limongelli.
FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
SENTIRE CHE NESSUNA TAPPA
E’ DEFINITIVA,
CHE LA VITA
E’ UN FLUIRE INFINITO.
scrivo questa mail perché sento il bisogno di
comunicare alcune cose agli associati dell’ALSA Lombardia e anche a chi
al Metodo alla Salute si è avvicinato timidamente e a chi ancora non
l’ha fatto ancora… ma è in questa mailing-list per motivi ancora
ignoti…
plastica, ecco perché il 26 luglio scorso io e Poalo avevamo organizzato
un incontro al NAP di Bergamo, a cui, vuoi per i tempi risicati con cui
è stata fissata la data, vuoi per le temperature africane di questo
luglio, hanno partecipato poche persone. Eravamo: io, Paolo, Ivano,
Barbara, Riccardo, Marina, Silvana, Atman, Marco, Ugo, Alberta, Elena,
Giuseppina, Davide, Daniela (spero di non dimenticare nessuno).
cui abbiamo sentito l’urgenza di riunirci è la nostra (mio e di Paolo)
imminente partenza per Foggia. Non si tratta naturalmente di una
permanenza temporanea o comunque nelle intenzioni si tratta proprio di
un importante cambiamento, passaggio, tuffo, SALTO PRECIPIZIALE… perché Mariano, durante il Corso sulla Coppia, svoltosi a San Giovanni Rotondo
ai primi del mese, vista la mutata situazione del Centro di Medicina Sociale – che fino ad ora ha rappresentato il riferimento per l’attività
giornaliera del Metodo alla Salute – ha proposto a Paolo e me di scendere
a Foggia, per intraprendere un’esperienza di vita e anche lavorativa,
in questo delicato momento di passaggio o interlocuzione tra Centro e
Fondazione, passaggio che è stato messo in evidenza dal pensionamento di
Mariano. E’ quindi un momento molto caldo, nel senso che tanti
equilibri esistiti fino ad ora forse andranno in contro a dei
cambiamenti, le cose prenderanno forme nuove, e solo standoci dentro, a
contatto, immersi nel fenomeno vivo, si saprà dove porterà la corrente.
mi sono sentita sin da subito profondamente onorata, perché mi è
sembrato tutt’a un tratto che la mia vita, che spesso ho sentito
frantumata, abbia trovato un senso, cioè che tutto quello che ho fatto
fino ad oggi abbia ritrovato una sua coerenza, che tante volte
ho cercato. Avere l’opportunità di vivere un’esperienza di crescita come
quella che ti può dare il Metodo alla Salute e allo stesso tempo
poter contribuire alla costruzione del Progetto Nuova Specie, mi è
sembrata sin da subito un Dono con D maiuscola. Ho sentito davvero
quello che dice Mariano, che quando ti muovi, quando non ti fermi alla
tua oasi, per quanto ristoratrice essa sia, quando cerchi, la Vita ti
viene in contro. E così mi sono subito venute in mente le immagini di
quando, appena nato Diego, io e Paolo, mossi da una crisi profonda
– individuale, professionale e sociale – abbiamo lasciato casa e lavoro e
ci siamo messi in cammino alla ricerca di… non sapevamo neanche noi
di cosa, ma spinti dal fatto che avere una casa, un figlio,
soldi, riconoscibilità sociale non ci nutriva, sentivamo che la vita,
quella profonda era sofferente, che non c’era tanto da aspettare ancora.
La vita stessa ci mise sulla strada verso il Sud, e a Foggia
abbiamo sentito che poteva tornare a scorrere acqua nei nostri deserti, e
così iniziò il nostro percorso, che oggi ci chiama ad immergerci ancora
e di più, a dare un senso più profondo anche alla professione del medico, che io per tanto, troppo tempo ho sentito/subito come una
maschera vuota, sotto le cui forme ammiccanti e ammalianti i miei codici profondi sanguinavano, e ancora sanguinano.
questo Dono, lo devo innanzitutto a chi ha spianato la strada, a Mariano
Loiacono, che ha fatto della sua vita un cammino di ricerca,
instancabile, umile, devota e anche dolorosa, vicina alle persone che
manifestano il disagio e non perché condannati cronicamente da una
qualche malefica alchimia genica, ma perché specchio eroico di una vita
troppo lontana dalle radici, dalle profondità, specchio di questo
mare in cui tutti noi oggi stiamo galleggiando/annegando.
questo iniziale boato di gratitudine e felicità, hanno iniziato a farsi
sentire anche le paure, le insicurezze, le resistenze a tuffarsi, a
precipitare per quello che sento a partire da me, per quello che solo io
sono, cosa che nella mia vita ancora non mi sono autorizzata a fare.
Resistenze per rimanere ferma. Paure per un cambiamento così profondo,
che coinvolgerà la nostra vita in toto, come lavoro, coppia, genitori…
Ma
adesso che questo nuovo germoglio inizia a farsi spazio dentro di me,
sempre di più, mi sento molto in pace, inizio a sentirmi molto
tranquilla, inizio a sentire che le cose che perderemo le riavremo e di
più, comunque vadano la cose.
Inizio a sentire il piacere per quello
che Mariano intende per “CAMMINARE SULLE ACQUE”: sentire che nessuna
tappa è definitiva, che la vita è un fluire infinito, che volerla
ingabbiare in convinzioni o verità assolute o luoghi toglie alla vita il
suo senso più profondo, ferma il flusso, impantana, rende sterili.
Amare l’inedito, quello che “ancora non vedo e ancora non so”… questo è
camminare sulle acque.
Tenevo molto a comunicare tutto questo al Gruppo di Bergamo in particolare, e a quanti vi hanno partecipato,
perché, per quanto breve l’esperienza, mi ha molto accompagnata, mi ha
permesso di sperimentare a partire da me, ho sentito molta onestà e
desiderio di immergersi e di affidarsi da parte di molti, in un periodo
particolare per me, in cui sentivo importante fare angolo gamma, ovvero
sperimentare, anche divertendomi o giocando, anche col rischio di
sbagliare, di sentirmi inadeguata, limitata. Tutto questo è stato
possibile grazie a voi, e ve ne sarò grata, sempre.
In ultimo, e
naturalmente non per importanza, voglio ricordare che il Gruppo di
Bergamo è stato anche un luogo frequentato – per quanto ha potuto – da Francesco, che è stato per me, e credo per tutti, un faro che ha
illuminato le profondità di tutti noi durante i Gruppi di BG. Mi sono
sentita profondamente accompagnata da Francesco in questo momento di
passaggio, dal Guerriero-Francesco, che era così in contatto con la Vita
che si è rifiutato di respirare aria che non l’ossigenava, non lo
nutriva; andandosene ha mosso molta aria per tutti noi, la sua morte ha
un senso molto profondo, il vento che ha generato spinge le nostre vele
ad andare, a viaggiare…
foto che Carla ha scelto per farcelo salutare: affacciato alla
scogliera, lo sguardo all’orizzonte, il viso sereno appoggiato sui
polsi, il mare davanti a sè… sembra dirci:
1 Commento/i
filippo
Buon passaggio, Paolo e Chiara..siete delle persone in gamba, vi voglio bene..un abbraccio.