Fano (PU), venerdì 28 giugno 2013. BILANCIO DI SANDRA E RAFFAELE SUL CERCHIO MAGICO.

BILANCIO DI
SANDRA E RAFFAELE
DOPO UN ANNO
DI CERCHIO MAGICO
NELL’I. C. “GIOVANNI PADALINO”
DI FANO

 
 

A conclusione di quest’anno scolastico sentiamo l’esigenza di lasciare una traccia del progetto “Il Cerchio magico che abbiamo portato avanti nell’I.C. “Giovanni Padalino” di Fano che ha rappresentato un’opportunità per me e Raffaele di tornare a sperimentarci insieme nell’accom-pagnare la crescita di ragazzi adolescenti.

L’antenato di questa scuola, Giovanni Padalino era un medico proveniente da Candela, in provincia di Foggia e a Fano era chiamato “el medic di purett” (il medico dei poveri) perché quando girava per le case dei poveri non si prendeva l’onorario ma era lui che lasciava qualche lira per la carne, il latte o altro. A chi gli diceva che doveva pagarlo, rispondeva spesso “pensa alla salute”.
 
Ho sentito che il mio intuito nel cambiare scuola era stato azzeccato e costituiva un nuovo inizio. Nelle due classi prime dove ho insegnato, specie in una, ho cominciato a sperimentarmi prima ancora di proporre il progetto approfittando delle ore di sostituzione che mi assegnavano e del fatto che la mia collega di lettere avesse in programma un progetto di educazione all’affettività nel quale il Cerchio magico poteva inserirsi.
 
La classe era considerata difficile per le dinamiche negative, di non ascolto e di conflitti continui tra gli alunni. Sin dall’inizio i colleghi si sono lamentati di questa classe “ingestibile” in confronto alle altre e anche i genitori erano preoccupati della situazione che si era venuta a creare in classe. Nessuno avrebbe scommesso su di loro e sul fatto che potessero fare un percorso di crescita.
 

La classe era molto eterogenea, con sei ragazzi ripetenti, due ragazzi diversamente abili e molti alunni stranieri (Brasile, Moldavia, Polonia, Romania, Tunisia, Marocco, Croazia, Filippine…) o provenienti da altre regioni italiane. Infatti l’aspetto multiculturale non era visto come ricchezza, ma come un problema. 

All’inizio per me non è stato facile e mi sono dovuta conquistare la loro fiducia sul campo ascoltandoli e facendo emergere le loro emozioni, specie quelle negative. Ho dovuto aiutarli a raccontarsi, esprimere i loro bisogni, le loro paure e il senso di solitudine in questo farsi la guerra tra di loro. Mi ha aiutato molto fare bilanci continui a casa con Raffaele per procedere in quest’esperienza che mi coinvolgeva molto e la teoria mi ha aiutato a non farmi risucchiare dal fenomeno vivo che era forte.
 

A dicembre ho proposto in Collegio docenti il progetto e a gennaio abbiamo iniziato il Cerchio magico con Raffaele. Inizialmente non è stato semplice perché i ragazzi, una volta seduti in cerchio, non riuscivano ad ascoltarsi e rispettarsi, ma continuavano a farsi dispetti e battute, colpendosi a vicenda. I ragazzi “leader” della classe erano molto diffidenti e rimanevano ai margini. Gli alunni si difendevano continuamente e spendevano tante energie. Facevano anche fatica con il corpo, a prendersi per mano, ballare, guardarsi negli occhi,  abbracciarsi…

Con i pensieri che portavano da casa hanno iniziato a sciogliersi e ad avvicinarsi. Dopo i primi incontri hanno iniziato ad abbracciarsi anche in classe e a tentare qualche abbraccio anche con gli insegnanti. Dopo che un giorno Raffaele ha letto il pensiero Ballate come se nessuno vi guardasse qualche ragazzo ha voluto “osare” e fare una prova di coraggio ballando davanti a tutta la classe con l’aiuto di un compagno. 

E’ stato importante anche l’aiuto delle Unità didattiche per far capire il senso del progetto: i ragazzi si sono riconosciuti molto nell’Iceberg, nella Piramide  e nel logo del Cerchio magico. Poi abbiamo utilizzato le metafore come la piantina e il secchio di terra, spiegando loro che mentre sta crescendo la piantina che è ancora fragile rischia di essere soffocata da un secchio di terra che rappresenta il giudizio degli altri che ci impedisce di crescere, ci limita. Sono anche riusciti a dirsi il negativo liberandosi, proprio la schiettezza di una ragazzina nei confronti di un alunno anticamente abile è stata fondamentale per lui perché si è sentito trattato alla pari, si è alleggerito, ha riconosciuto aspetti su cui crescere ma anche la possibilità di creare nuove amicizie.

 


Infatti hanno scoperto l’amicizia, si sono sentiti autorizzati ad usare il corpo in maniera più piena e i maschi hanno giocato, non più a farsi male. Sono cresciuti e cambiati tanto fino a riuscire ad esprimere le loro emozioni profonde e i loro vissuti dolorosi attraverso il pianto. E’ emerso il dolore che c’era sotto la rabbia, come l’assenza dei loro genitori, la lontananza dai loro nonni, gli episodi di bullismo subiti, la delusione nei confronti degli adulti. In quei momenti si sono tutti avvicinati creando un “utero” capace di consolarli  e hanno riconosciuto il fondo comune delle loro storie nella diversità che all’inizio tanto sembrava allontanarli. Alla fine sono stati proprio loro a voler dare l’immagine di una classe unita agli insegnanti e all’esterno: hanno pensato di realizzare un balletto tutti insieme e un video con delle scenette che si erano preparati da soli. Nel video poi hanno inserito anche le diverse nazioni rappresentate nella loro classe come tante identità che si sono incarnate e intrecciate all’interno del Cerchio magico.
 
La crescita del senso del gruppo è stata lenta e graduale come il cammino della lumaca ma abbiamo attraversato tutto ciò che si presentava: l’entusiasmo iniziale, le paure, le soddisfazioni, le ricadute, la speranza, lo scoraggiamento, la rabbia, la tristezza… un ciclo continuo tra anello simbolico e anello diabolico. Abbiamo fatto anche momenti di pausa che servivano per far sedimentare i passaggi e mettere in atto nuove strategie. E’ stato fondamentale fare noi per primi, sia io che Raffaele, esprimendo le nostre emozioni e raccontando episodi della nostra infanzia, mettendoci alla pari come un puntino del Cerchio, uguale nella diversità, ed è cominciata la magia dell’ascolto

Si è partiti dalle dinamiche interne della classe che rifiutava molte regole della scuola e stava facendo saltare l’angolo α degli insegnanti, poi con l’aiuto delle riflessioni e della teoria fatta nel gruppo e spesso anche singolarmente fuori dal Cerchio magico, i ragazzi hanno compreso la direzione da prendere e colto il valore del progetto e hanno iniziato a sviluppare l’angolo ϒ giocando e mettendo in pratica ciò che si erano riconosciuti per sé e nelle relazioni tra di loro, cambiando e approdando ad un nuovo equilibrio (angolo π). La bellezza dei ragazzi è stata  quella di affidarsi e credere nel cambiamento, pur partendo da una situazione di partenza di sfiducia tra di loro e nei confronti degli insegnanti.
 

 

La classe ha fatto un percorso di crescita significativo sui quattro piani della piramide: si sono alleggeriti partendo dalla relazione con se stessi, hanno sciolto conflitti tra di loro, costruendo un gruppo-classe e hanno acquisito un punto di vista diverso sulla loro vita e sulle prospettive di crescita. La maggior parte dei docenti ha riconosciuto i cambiamenti della classe anche dal punto di vista didattico e alla fine dell’anno sono stati promossi tutti. La presenza della mia collega di lettere è stata importante e dopo qualche resistenza ha colto tutta la sofferenza che aveva bisogno di essere espressa e venir fuori. Si è commossa anche lei e anche la nostra relazione si è trasformata arricchendosi con il femminile.

Intanto una collega di un’altra classe prima che viveva una situazione di disagio ci ha chiesto di fare qualche incontro nella sua classe e anche lì l’esperienza è riuscita ed è stata molto bella e profonda. Ringrazio Davide, Paola e Cindy per essere stati presenti agli incontri perché hanno facilitato con le loro testimonianze l’apertura delle docenti e degli alunni. Ho provato un’immensa gioia nel vedere i ragazzi accogliere  e consolare le loro insegnanti che si sono messe in gioco e hanno superato la paura del giudizio e del perdere il loro ruolo. Quando si toccano queste corde veramente il cerchio diventa magico e la vita alimenta tutti.  Anche quella classe è migliorata e i genitori hanno apprezzato il lavoro svolto.
 
Tutto questo ovviamente è stato possibile solo grazie al percorso personale e di coppia che abbiamo iniziato otto anni fa a Foggia con l’esperienza del Metodo alla Salute che ci ha fatto acquisire nuove competenze e strumenti spendibili nella crescita degli adolescenti. Per me e Raffaele l’esperienza del Cerchio magico è stata un modo per esprimere il nostro materno-paterno e di sentire i ragazzi un po’ “figli” nostri, della Metastoria che ci ha spinti ad andare al di là di ciò che i ragazzi facevano vedere. Il mondo di oggi ha bisogno di persone che vogliono esprimere una maternità-paternità che vada oltre il coinvolgimento biologico, ma che sia al servizio della crescita e di un accompagnamento reciproco.


L’augurio è che quest’anno la nascita del G.E.I.P.E.G. e le varie iniziative nella scuola in diversi territori ci facciano fare un salto di qualità nel proporci come portatori di una novità nelle scuole e nel rendere il Cerchio magico una vera e propria disciplina di cui tutti sentano il bisogno.
 
Voglio concludere con il pensiero che gli alunni della mia prima mi hanno donato l’ultimo giorno di scuola, insieme ad una foto di classe, che hanno scritto di loro iniziativa per me e Raffaele:

Cara Prof,

nel momento di disperazione è arrivata lei. E’ stata un po’ come una salvatrice, lei e il prof Raffaele insieme avete creato un posto dove potevamo essere noi stessi “Il Cerchio magico” e avete fatto di tutto pur di riunirci e nonostante le difficoltà ci siete riusciti. Volevamo solamente dirvi che questa lettera e il pensiero del regalo ci vengono dal cuore.

Siete due persone veramente speciali e persone come voi in giro, oggi come oggi, non si trovano più o forse ci sono ma nascoste dietro a delle maschere.

Noi alunni e i prof ci auguriamo il meglio per una coppia bellissima e ci scusiamo per tutte le volte che vi abbiamo fatto arrabbiare perché non avevamo capito il vero senso dell’amicizia e della vita ma grazie a voi abbiamo capito che non c’è una cosa più bella dell’amicizia”.

Raffaele e Sandra
 


4 Commenti

  1. NICOLETTA

    Cari Sandra e Raffaele,
    mi ha emozionato leggere il vostro posT;l'emozione mi viene dalla vostra generosità, dal lavoro svolto con questi ragazzi e dalla fiducia che voi avete avuto in loro e nel progetto.
    sento che quest'anno abbiamo lavorato su diversi fronti per la scuola e lo abbiamo fatto perchè ci crediamo nei limiti della vecchia istituzione e nel nuovo che noi stiamo portando, un nuovo che sento sempre più vicino alla verità dei nostri alunni.
    questo materno e paterno che voi esprimete è una forza vincente ed io ci auguro di poter proseguire su questa direzione sempre più numerosi.
    vi voglio bene Nicoletta

  2. Angelo

    Questa è la scuola dove mi piace lavorare… tanto ho fatto e molto mi propongo di fare… è chiaro che col vostro esempio tutto diventa più semplice… e la scuola ha bisogno di tanti Raffaele/Sandra… saremo capaci di seguirvi e fare pure noi strada? Intanto vi faccio i miei complimenti… e avanti tutta!!!

  3. betta fenu

    Che bello leggere quste esperienze, qundo si semina bene, alla fine si raccoglie. Vi faccio i miei complimenti di tutto cuore. La scuola ha bisogno di persone e insegnanti come voi, promotori di salute vera.
    I ragazzi questo lo colgono.
    Vi stimo tanto, buon lavoro e Avanti Tutta!

    Un abbraccio forte
    Betta

  4. Unknown

    Cari Sandra e Raffaele,

    potete ritenervi orgogliosi per il gran bel lavoro che avete svolto quest'anno. Mi ha molto commosso leggere e pubblicare il vostro articolo.

    Siete due persone davvero dolci, generose e ricche. Credo che i tanti ragazzini che avete accompagnato non vi dimenticheranno mai. Siete stati una mamma e un papà per loro e questo non ha prezzo.

    Vi ringrazio per aver lasciato una traccia importante del vostro percorso su questo Blog. Sento che sarà anche una traccia importante per il progetto "Nuova Specie".

    Vi voglio bene,

    Cindy

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