CMS di Foggia, venerdì 10 maggio 2013. SUPERVISIONE DEL PROGETTO HOMELIFE.
IL Dott. SILVIO BOLDRINI
Sono le 10.00 del mattino, la giornata è calda, sembra d’essere in piena estate. Ci ritroviamo tutti al Centro di Medicina Sociale (CMS): Progetto Homelife, Associazione alla Salute Onlus Foggia, Associazione Koilòs, persone in trattamento, persone interessate all’incontro.
Silvio e Raffaele, i supervisori di questa giornata, vengono dalle Marche e si sono svegliati alle 5 del mattino per essere oggi insieme a noi: Raffaele e Silvio sono i delegati della Fondazione Nuova Specie rispettivamente per ciò che riguarda i progetti “Oltre le Colonne d’Ercole” e il Metodo alla Salute. Insieme a Silvio e Raffaele arrivano Michela di rosso vestita, Margherita e Giorgio, nel pomeriggio poi ci raggiunge anche Sandra. La
stanza dei gruppi è abbastanza piena, non pienissima, ma sento che le
energie in campo sono tante e che vanno in diverse direzioni. Questa sarà la prima Supervisione della Fondazione Nuova Specie condotta appunto dai delegati che Mariano ha scelto e che da oggi svolgeranno alcune delle funzioni che lui ha svolto in tanti anni di lavoro. Riporterò
quello che ricordo, quanto sono riuscita ad appuntarmi: le cose dette
sono state tante, tante sono le persone che sono intervenute, tanti gli
interventi emotivamente coinvolgenti. Per tutto quello che io dimenticherò, per quello che non riporterò, vi ricordo che il Centro Documentazione produrrà gli atti integrali della giornata.
è il primo dei due conduttori a parlare: sono contenta di sentire la
sua voce, sento di voler bene a Silvio, alla sua crescita costante,
anche se gli gocciola il naso, ha gli occhi gonfi e combatte contro l’allergia. Mi colpiscono alcune sue parole:
“Dobbiamo scambiare il negativo per crescere,
Poi tocca a Raffaele, la sua voce è più “delicata” di quella di Silvio, ma non meno intensa, legge per noi
“La via dell’acqua che scorre”
“…la vita ha come modello il fluire dell’acqua, non la staticità delle pietre (…) la via dell’acqua che scorre è in perenne mutamento; è un flusso, da qui la sua bellezza. I solidi possono restare tali solo se muoiono. La morte è molto solida, la vita è estremamente fluida. La società sceglie la morte – e non la vita – perché può essere controllata più facilmente:
una cosa morta può essere facilmente controllata. I genitori vogliono
bambini poco vitali, perché possono essere controllati; saranno
ubbidienti, non si ribelleranno mai, non andranno mai fuori dagli
schemi, oltre i limiti. Avranno sempre paura. Certo, non saranno
intelligenti, perché l’intelligenza è parte della vita, della
ribellione, ma saranno a modo, rispettosi ed educati. Non daranno alcun
fastidio, e ai genitori interessa di più questo che non i bambini in sé e
la loro vita. Di converso, l’intera società è interessata ai propri
comodi, agli agi e alla sicurezza; e la vita è sempre pericolosa, perché è un perenne procedere nell’ignoto. La gente preferisce avere macchine affidabili e prevedibili; una persona veramente viva sarà del tutto imprevedibile: non si potrà mai dire come si muoverà l’attimo successivo, non puoi mai prevedere cosa accadrà…una persona veramente viva non ha carattere, ha una consapevolezza ma non ha alcun carattere. Non è qualcosa di male, è stupendo: l’assenza di carattere evidenzia semplicemente il suo vivere momento per momento, rispondendo alla realtà così come si presenta,
senza alcuno stereotipo o pregiudizio su come ci si deve comportare,
sul modo di porsi o di essere, senza alcuna filosofia; del tutto priva di risposte precostituite sulla vita”.
Gli interventi sul Progetto Homelife…
- Per primi quindi, parlano i ragazzi protagonisti del progetto. Primo fra tutti Enrico che da sempre fa parte del Progetto Home Life, insieme a suo fratello Diego. A
volte sembra che le parole di Enrico siano lanciate a caso, che non vi
sia un nesso logico, un filo conduttore, invece un orecchio di Nuova
Specie, un orecchio parte di un sistema sensoriale di Globcettori,
non tarda a comprendere che dietro il suo creativo modo di mettere le
parole in sequenza, c’è un senso figlio delle sue profondità ancora un
po’ confuse, ancora un po’ difese. Enrico racconta dei suoi mesi trascorsi, del positivo vissuto sia per se stesso, sia nella relazione con il fratello, parla di “nuove informazioni che strabiliano” e quando gli si chiede di spiegare meglio a noi tutti cosa vuol dire stare nel Progetto Homelife, Enrico dice: “…l’esperienza la lascio fare a voi”. Mi permetto di interpretare le parole di Enrico perché le condivido pienamente: possiamo
tutti comunicare cosa voglia dire far parte di un progetto (Home
Life-Rainbow-La Finestra di Babich-Faama-Ti ricovero a casa mia), ma è
certamente differente viverlo in prima persona, immergendosi con tutti i
codici, non limitandosi ad una conoscenza simbolico-razionale del
Fenomeno Vivo. Sento che Enrico comincia a centrare uno dei limiti evidenziati da chi parlerà dopo di lui: poche persone vengono attivamente a chiedere di conoscere più profondamente il progetto, compreso lo stesso Comitato del Progetto Homelife.
- Enrico passa la parola a sua madre Maria Antonietta la quale evidenzia il grande positivo del progetto perché dal punto di vista di una madre, non solo riconosce l’accompagnamento dato ai suoi figli, ma anche l’accompagnamento che riceve lei come genitore, aiutata a crescere nella relazione con Diego ed Enrico e nel rapporto con se stessa, a sua volta figlia ancora addolorata. Chiamata ad evidenziare il negativo, Maria Antonietta introduce un tema che poi sarà molto presente nella Supervisione: è da sistemare, rivedere, organizzare, chiarire l’aspetto economico. E’ giusto ricordare che il Progetto Homelife, appoggiato e sostenuto dell’ALSA Foggia è interamente autofinanziato dalle famiglie dei ragazzi che vi partecipano e che quindi risente dei limiti economici delle famiglie stesse.
- La Supervisione procede con l’intervento di Diego, ultimo membro presente della famiglia Stoppato. Diego è uno dei giovani accompagnatori che 24 ore su 24 vivono, sperimentano, crescono nel progetto e come Enrico, ne ha fatto parte sin dall’inizio. Il
suo intervento è chiaro e diretto: dopo un breve accenno al positivo,
comunica il suo negativo principalmente centrato sui rapporti che il
progetto ha con l’esterno. Diego comunica di sentire l’esterno poco presente ed interessato, chiuso nei confronti del progetto e si riferisce nello specifico a Lucia e Dina
che nella precedente Supervisione avevano detto che si sarebbero volute
coinvolgere maggiormente e che invece non l’hanno fatto e a Giovanni che, come medico del CMS, potrebbe interessarsi di più del progetto che tra l’altro intreccia quotidianamente con i gruppi che si svolgono al Centro.
- L’intervento di Gioele comincia a partire dal suo Stato Quiete
(dalla sua condizione attuale, come si sente ora), ripercorrendo però
tutte le tappe che ha attraversato in questi primi quattro mesi del
progetto. A tal proposito ricordo che
il Progetto Homelife è attivo da quattro mesi sul territorio di Foggia, porta avanti dinamiche continuative rivolte ai cosiddetti psicotici, ai familiari e agli accompagnatori, seguendo il Metodo alla Salute del Dr. Mariano Loiacono (Presidente della Fondazione Nuova Specie), collabora ed è sostenuto dall’ALSA Foggia ed intreccia, rispetto ai Gruppi alla Salute con il Centro di Medicina Sociale degli Ospedali Riuniti di Foggia, di cui è responsabile il Dr. Giovanni Chiariello. Referenti del Progetto Home Life e persone impegnate sul campo sono Francesco Guerra ed Annarita Rendinella, insieme ai loro figli, Martina e Giovanni. Il progetto è nato dal desiderio della famiglia Guerra di impegnarsi attivamente per il Metodo alla Salute,
dopo essere stati in trattamento per molti anni, essere cresciuti nel
Metodo, ed essere passati da una famiglia distrutta dalla
tossico-dipendenza, ad una famiglia in viaggio che vive in una più ampia
molteplicità.
- Ritornando all’intervento di Gioele,
sentiamo da lui parlare di fiducia, di quanto sia stato importante in
questi quattro mesi di progetto, imparare a fidarsi del gruppo, a non
scappare, a rimanere immerso e a tentare di andare oltre i suoi limiti. Poi parla del progetto, ricordando a tutti che il vero valore di ogni progetto di Nuova Specie è quello di poter essere utile mezzo di cambiamento per le nostre vite a volte troppo chiuse in un angolo alfa razionale (ordine-tempo-riconoscibilità), che al massimo si spinge ad un angolo beta
di interesse e curiosità verso qualcosa di nuovo, ma che poi lì si
impicca, rinunciando ad una reale sperimentazione, che sì, mette a
rischio l’angolo alfa iniziale, ciò che già era prestabilito e chiaro,
le regole, il cronos, ma che è l’unico modo per attuare un reale
cambiamento ed avvicinarsi ad un nuovo punto di vista “…più vicino alle profondità e alla globalità della vita.”(M.L.) Inoltre Gioele riferendosi all’esterno, principalmente al Comitato, comunica
di aver sentito che il progetto e quindi tutti coloro che ne fanno
parte, vengono trattati come dei figli in opposizione ad un esterno
(Comitato) che rappresenta l’adultità: “Se proprio come figli ci volete trattare, non ci dite – siete bravi – piuttosto chiedeteci di insegnarvi qualcosa”.
Grazie all’intervento di Gioele cominciamo ad addentrarci meglio nel reale nodo della questione, uno dei nodi della questione, che riguarda l’opposizione
di due istanze psicotiche che non riescono ad incontrarsi, che ancora
viaggiano in una logica maschile di opposti e di vecchia specie. Gli stessi Silvio e Raffaele rimangono meravigliati dagli interventi di Enrico, Diego, ma soprattutto Gioele, arrivato
al CMS quattro anni fa in preda a fortissimi e continui attacchi di
panico, con una dipendenza da sostanze e con un rifiuto della parola:
oggi Gioele si esprime senza difficoltà, con chiarezza, precisione e
lungimiranza. Sarò anche di parte, ma io mi
commuovo sempre quando vedo Gioele e la sua crescita, il suo coraggio,
la sua costanza, la sua vicinanza alla Metastoria.
- La giornata procede con l’intervento di Peppino, padre di Walter e Marco. Inizialmente totalmente scettico nei confronti del Metodo alla Salute, comunica che grazie sia ai Gruppi alla Salute, sia specialmente al progetto Homelife,
sente di sentirsi vicino alla vita dei ragazzi, degli adolescenti e
vuole dare il suo contributo, come già ha fatto fino ad ora, nelle
attività pratiche e anche nelle dinamiche: è bello per me vedere un
uomo di 70 anni, figlio della cultura contadina che sceglie di mettere a
disposizione il suo sapere storico ed emotivo per scambiare con noi
giovani, figli di un mondo-villaggio virtuale, che tanto ci ha dato in senso di progresso, ma che molto ci ha strappato del positivo del villaggio-mondo (cultura contadina) dalla quale arrivano le nostre famiglie.
- La mattinata, sempre più calda, continua con l’intervento di Ivana, moglie di Peppino, madre di Walter e Marco che frequenta il progetto sia come madre (il figlio Walter è uno dei ragazzi/accompagnatori del progetto), sia come cuoca. L’intervento di Ivana è mirato ad evidenziare un negativo che la riguarda in prima persona: la gestione dei soldi per la spesa mensile della casa, i rapporti con Annarita e Lucia relativi appunto all’aspetto economico.
- Giampiero è un ragazzo di 16 anni, con alle spalle una storia di comunità psichiatrica e vita di strada. Da un anno circa frequenta il Metodo alla Salute con continuità e da 2 mesi fa parte del Progetto Homelife. Parla
del progetto in termini di crescita personale: ha la possibilità di
scambiare con maschi adulti, ma anche coetanei, di riscoprire il
rapporto con le donne sia intese come madri, sia intese come coetanee,
di confrontarsi con specificità diverse, di essere accolto nelle parti
sue più fragili. Sente che ha ancora molto da lavorare, ma che è sulla
strada giusta e ringrazia il progetto per questa possibilità.
- È la volta di Mila, madre di Luigi, uno dei ragazzi del progetto e referente della Fondazione Nuova Specie per ciò che riguarda la sensibilizzazione e l’organizzazione degli eventi. Come è solita fare Mila comunica molto precisamente e sinteticamente, portando con sé gli atti della precedente Supervisione. Precisa che il Progetto Homelife deve fare riferimento all’ALSA Foggia, deve praticare il Metodo alla Salute che è patrimonio della Fondazione Nuova Specie (Metodo che è anche condiviso dalle ALSA regionali, dai Progetti Oltre le Colonne d’Ercole, dal CMS), ritiene
che il progetto sia ancora troppo chiuso all’esterno e che dovrebbe
scambiare con chi sente proprio il Metodo, consiglia inoltre ad Annarita
di verificare il suo affaticamento e rispettarsi maggiormente.
- Interviene Giancarlo che invita ad andare oltre agli aspetti pratici del progetto, positivi o negativi che siano, e a dar valore alle dinamiche che avvengono dentro il contesto dell’Homelife, perché secondo lui sono l’ingrediente principale della sperimentazione.
- Riccardo racconta di aver tentato di entrare dentro il Progetto Homelife
in un’ottica di scambio tra realtà attive sul territorio e di averlo
fatto con delle proposte concrete (corsi di musica-cineforum), ma che gran
parte delle sue proposte sono cadute nel dimenticatoio, forse perché i
tempi non erano ancora maturi, forse perché in tempi precedenti le
dinamiche di opposizione tra le varie “fazioni” erano più evidenti ed
impedivano lo scambio. Comunica inoltre di avere una nuova proposta, il Progetto Erasmus del Disagio.
- Marilisa ammette di aver vissuto un clima di grande caos iniziale dopo il pensionamento di Mariano, caos che continua tutt’ora e dice anche di aver sentito che Francesco era molto in difesa sulle sue posizioni e non aperto allo scambio. Comunica però di aver capito, dopo essere stata tre giorni nel Progetto Home Life, che il clima di chiusura non è più presente e che anzi, lei stessa è stata accolta ed aiutata dalle persone del progetto.
- Per ultima comunica Mattia spronata da Silvio: racconta di aver lasciato il Progetto Homelife
non tanto per una questione di relazioni negative al suo interno,
quanto perché vivere nelle dinamiche e doversi spingere oltre rispetto
ai propri limiti era ed è una realtà che ancora la frena, per la quale
non si sente ancora pronta.
La mattinata è volta al termine, ci aspetta un pranzo da condividere tutti insieme. Intanto il sole comincia ad andare via e il cielo si riempie di nuvole.
I conduttori ci richiamano all’ordine e la Supervisione continua, è il turno del Comitato del Progetto Homelife e di Martina e Giovanni. Viene ricordato che la
Supervisione serve per metter fuori il negativo, che se condiviso aiuta
a far luce sui meccanismi che non hanno funzionato, permettendo poi di
transitare ad un nuovo Stato Quiete attraverso la Teoria.
- La prima a parlare è Vittoria: ribadisce che non vuole togliere nulla del positivo che è stato riconosciuto al progetto, ma sente di voler dire del negativo. Comincia col dire che ritiene ci sia poca comunicazione tra i membri del Comitato o meglio, Dina, Lucia e lei si sentono regolarmente, ma hanno delle difficoltà a comunicare con Annarita e Francesco e li sente ostili nei loro confronti. Inoltre ritiene che i
ragazzi del progetto e quindi i referenti del progetto (Annarita e
Francesco) non abbiano avuto un atteggiamento rispettoso nei confronti
degli impegni presi con il Centro relativi ai gruppi e al singolo percorso di ogni ragazzo. Sottolinea
anche che, a suo parere, tutte le attività attuate nel progetto come le
feste, le uscite, i laboratori, devono prima essere concordati con il
Comitato ed una volta approvati, possono essere messi in atto.
- Anche Dina non vuole togliere nulla al positivo che è stato detto e condiviso. Comunica che non si sente di relazionarsi agli altri utilizzando il suo ruolo di Presidente dell’Associazione Koilos, ma di essere semplicemente Dina. Comunica
di aver sentito che gli interventi dei ragazzi non sono stati liberi:
ha percepito come se le parole dei ragazzi fossero state “imboccate” da
un esterno presunto adulto, esattamente come avveniva nella cultura
contadina. Ai ragazzi riferisce che lei ha molti impegni tra le conduzioni al Centro, il gruppo dei contratti, la referenza delle case e la sua vita personale e che le rimane poco altro tempo nel quale dedicarsi con pienezza ad altre attività. Ultimamente ha anche attraversato un periodo di difficoltà con la figlia e ha sentito di non essere stata accompagnata da nessuno, che nessuno ha accolto il suo dolore di madre. Inoltre accenna ad una riunione avuta in precedenza con Annarita, ricordando il loro accompagnamento (di Lucia, Dina e Vittoria) nell’averla accolta in uno scoppio di rabbia. Ricorda l’importanza di Lucia nell’accompagnamento di Giancarlo, prima fra tutti gli accompagnatori, sottolineando che precedentemente all’accompagnamento ricevuto all’Homelife, Giancarlo era inserito in una rete di accompagnamento tra Lucia e i ragazzi di Ca’ Marco. Chiede flessibilità, scambio ed apertura che secondo lei sono caratteristiche ancora non presenti nel Progetto Home Life.
- La parola passa a Lucia, Presidente dell’Associazione alla Salute Onlus Foggia. È proprio dal ruolo di Presidente che parte la comunicazione di Lucia: contrariamente a Dina, Lucia sente il ruolo che ha scelto e che le è stato proposto da Mariano, nonostante le sue iniziali paure e titubanze. Parla
di oneri ed onori, ricordando come fino ad adesso, il suo ruolo le ha
portato a dover più sopportare il peso dei primi, rispetto
all’alleggerimento che potrebbero dare i secondi. La maggior parte dell’intervento di Lucia è dedicato ad affrontare il discorso economico: fa
una cronostoria della gestione dell’economia del Progetto Homelife, di
come si è comportata rispetto alle quote versate delle famiglie, ai
debiti da saldare (Villa Terronia-Mila-ALSA Foggia) e alle spese del
progetto. Ad un certo punto dell’intervento di Lucia si inserisce Michela, dando importanza alla parte economica (è inevitabile sia una delle componenti più complesse da gestire e anche necessarie), ma riportandoci al senso della Supervisione che non è la situazione economica da sistemare, perché per quella ci sarà un altro incontro specifico. Per quanto riguarda la sua relazione con le persone presenti nel Progetto Homelife, Lucia comunica
di avere delle difficoltà a condividere dei momenti insieme perché
sente che il clima le è ostile e non si sente accolta.
nel progetto, affrontano tutto ciò che accade e contemporaneamente
vanno a scuola, mantengono le relazioni con il loro esterno e crescono,
da bambini ad adolescenti.
- Martina è la prima dei due fratelli Guerra a parlare. Per
lei il progetto è molto importante e positivo, l’ha messa in dinamica,
l’ha riportata a stare male, le sono tornati gli attacchi di panico, le
paure, il dolore, i ricordi e sente come se il suo vero percorso nel Metodo alla Salute fosse cominciato adesso. È contenta di stare con tanti giovani e coetanei (Giancarlo, Giampiero, Gioele e Marta), ma
sente anche la pesantezza dei genitori e delle figure adulte che
orbitano attorno al progetto e che fanno tanta fatica a comunicare,
appesantendo il progetto e lei nello specifico. - Giovanni dice di stare bene nel progetto, di essere felice di poter stare con Giancarlo anche se vorrebbe stare di più da solo con i genitori e meno in casa.
- Dei due referenti del Progetto Homelife, il primo a parlare è Francesco. Ricorda ai presenti che il centro del progetto è il Metodo alla Salute e ciò che Mariano
ha cercato di trasmetterci in tutti questi anni in cui si è dedicato
anima e corpo a noi, alle nostre crescite individuali e alla crescita
del Progetto Nuova Specie. Ricorda
anche che uno dei punti centrali del Metodo e del Progetto Homelife
nello specifico, come dei progetti “Oltre le colonne d’Ercole”, sono i cosiddetti psicotici e le dinamiche che con loro e per loro si possono creare e condividere. È arrabbiato, sente di essersi umiliato più volte nei confronti delle figure cosiddette adulte, in questo caso rappresentate da Dina, Lucia e Vittoria, che è sempre stato lui insieme ad Annarita,
come referenti del progetto, a comunicare all’esterno e che nessuno si è
invece umiliato ed è venuto nel progetto a verificare cosa realmente
stesse succedendo. Tiene a precisare che tutte le persone coinvolte nell’Homelife
stanno facendo un percorso individuale di crescita e che nessuno sta
con le mani in mano anzi, ci si mette continuamente in discussione e che
i cancelli e le porte del progetto sono costantemente aperti. (In
effetti diverse persone sono venute a trovarci: Riccardo con alcune
persone ospitate a Villa Belluca, Marilisa e Rosanna, Lara, Mila e
Titta, Pina e Ottavio e tutte le persone che sono venute numerose alle
due feste che il progetto ha organizzato coinvolgendo anche una parte della comunità marocchina di Foggia). Francesco continua il suo intervento dicendo che sono
i cambiamenti dei ragazzi a dimostrare ciò che il Progetto Homelife
sta cercando di fare e fa e che non servono troppe parole. Inoltre chiede che il suo ruolo di vice-presidente dell’ALSA Foggia venga rispettato e che anche lui
sia messo a conoscenza della situazione economica del progetto e che se
i membri del Comitato sono troppo stanchi ed oberati d’impegni, vengano
sostituiti da altri con più tempo disponibile. L’intervento si conclude con un ringraziamento da parte di Francesco a tutti i ragazzi che sono solidali con lui ed Annarita, che riconoscono i loro sforzi e sanno ascoltare il loro Stato Quiete.
- Interviene brevemente anche Michelangelo anche che è il segretario dell’ALSA Foggia,
il quale propone maggiore flessibilità ed autonomia per il progetto
rispetto alle attività da svolgere, trovando eccessivo il controllo che
chiede il Comitato. Propone inoltre di stabilire un incontro dedicato ai
genitori nel quale si potrà affrontare l’aspetto economico nella giusta
sede e con i giusti tempi.
- Annarita chiude il lungo susseguirsi di interventi. Comunica la sua difficoltà nel parlare per ultima, dopo aver ascoltato tutto quello che gli altri hanno voluto e potuto dire, però si sente serena. Ricorda che il Progetto Homelife è arrivato al quarto mese di vita o di gestazione e come avviene nelle gravidanze, è tempo di fare un esame morfologico per verificare se tutte le parti del feto stanno bene e lavorano bene insieme. Ringrazia tutti i genitori ed i ragazzi che sono la linfa e lo Spirito Creatore del progetto. Sente che il progetto sta dando moltissimo a tutti, sia come persone singole, sia come insieme, come famiglia. Desidera
ricevere aiuto dalle persone adulte, che non si devono però confondere
con le persone cosiddette adulte, che invece di mettersi alla pari, si
mettono sempre sopra e giudicano difendendo il proprio territorio e
facendo abortire ogni dinamica di scambio. Comunica che il progetto intende anche dare una mano a Mila e all’aspetto della raccolta fondi e dell’organizzazione di eventi per la Fondazione Nuova Specie, in qualunque maniera si potrà fare, tramite feste o altro. Aggiunge inoltre che il progetto è arrivato a scrivere il terzo diario di bordo che
raccoglie i racconti di tutte le giornate vissute dentro l’Homelife e
che le piacerebbe in un futuro, che questo materiale, insieme al
materiale degl’altri progetti, potesse diventare struttura e corpo per una nuova pubblicazione della Fondazione.
Le proposte….
comunica che, per ciò che riguarda il Progetto Home Life e le feste che
serviranno a raccogliere fondi per la Fondazione Nuova Specie, intende lei assumersi tutta la responsabilità della parte economica.
Riccardo presenta il suo progetto: Erasmus del Disagio.
Dopo un anno di esperienza a Foggia presso il CMS e le Domus come
volontario, ha riscontrato quanto sia importante per queste due realtà,
avere delle persone esterne che come sangue ossigenato, possano
scorrere tra le varie unità esistenti rispetto al Metodo alla Salute e alle Associazioni alla Salute, e portare nuove energie, specificità e Spirito Creatore a delle realtà che se chiuse in se stesse rischiano di proporre dinamiche sterili e stanche e di suonare una sola nota che molto spesso resta quella del “cesso” o la lotta alla tutela del proprio angolo alfa asfittico.
“Il
Progetto Erasmus del Disagio prevede che gli operatori vengano accolti
ricevendo vitto e alloggio, immergendosi nella realtà del Centro, ma anche in tutte le altre realtà sul territorio Foggiano come appunto il Progetto Homelife. La proposta è rivolta a tutti coloro i quali dopo aver fatto un percorso personale nel Metodo alla Salute
e non sentendosi in fase di urgenza, decidono di mettersi a
disposizione, ma anche per quelle persone che pur non avendo frequentato
il Metodo, sentono di voler conoscere e sperimentarsi. Riccardo è il referente del Progetto Erasmus del Disagio per la realizzazione del quale, è stato aiutato in ambiti diversi da Sabrina, Graziana e Rachele.”
La teoria…..
In
realtà, la giornata era stata pensata per accogliere due eventi: la
mattina avrebbe visto la Supervisione del Progetto Home Life, mentre il
pomeriggio sarebbe stato dedicato ad una Supervisione del CMS e delle
varie realtà ad esso collegate. Silvio e Raffaele ci comunicano che la giornata si concluderà con la Teoria Globale a chiusura della Supervisione del Progetto Homelife, dato il grande quantitativo di materiale e la mancanza di tempo: raccolgono direttamente i due conduttori. Nel frattempo, via Skype, si sono aggiunti alla Supervisione Paolo e Chiara dalla Lombardia, Davide dalla Romagna e Renato dal Veneto.
Raffaele comincia
il suo contributo facendoci riflettere sul fatto che spesso siamo
abituati a vedere il bicchiere mezzo vuoto, invece che dare valore al
bicchiere mezzo pieno. Sottolinea che oggi
dovremmo festeggiare perché un progetto è nato, ha resistito per
quattro mesi ed è cresciuto in un clima di difficile transizione
rispetto al Centro, e che se anche fosse finito con la Supervisione, avrebbe avuto del positivo. Raffaele
ci invita a vedere ciò che non ha funzionato non come un momento per
poter fare confronti-differenza, ma come un’opportunità per una crescita
e quindi un salto. Prosegue con l’elencare le realtà vive e presenti sul territorio di Foggia:
- Il Centro di Medicina Sociale: a tutt’oggi il CMS esiste e vi si pratica il Metodo alla Salute. E’ stato salvato dal Dr. Mariano Loiacono
per primo (anticipando il suo pensionamento-il Centro sarebbe stato
destinato alla chiusura, dopo il pensionamento del Dr. Loiacono) e dal
contributo di tutte le persone che hanno cercato di dare una mano
durante la campagna di protesta e di difesa del Centro,
di una prospettiva per il Metodo alla Salute e di un medico che ne
permettesse la continuità. Raffaele ricorda quanto a conti fatti, la
realtà politica della Regione Puglia abbia fatto il minimo indispensabile, garantendo solamente un contratto a tempo determinato per un solo medico (attualmente il Dr. Giovanni Chiariello). Il Centro
va tutelato e ringraziato perché ha dato speranza a tanti di noi e
mantiene dei vantaggi che ancora attualmente solo lì sono garantiti. - Le Domus (La Domus di Troia-Villa Belluca): ci ricorda che sono realtà molto importanti, che portano un’esperienza decennale e che sono un patrimonio al quale dobbiamo dare il giusto valore.
- Il Progetto Homelife (in collaborazione con l’ALSA Foggia): attualmente è l’unica esperienza nazionale di accompagnamento continuativo per i cosiddetti psicotici.
Quello che rileva Raffaele è che non ha funzionato l’integrazione tra questi 3 organismi, che avendo perso l’accompagnamento devoto e paterno di Mariano, hanno cominciato a viaggiare singolarmente e in opposizione tra loro. Viene a galla la paura: fino ad ora non si è scelto di lavorare in rete perché ha prevalso la paura che ognuno potesse inquinare l’altro.
Raffaele ci spiega che i primi mesi della gravidanza sono i più rischiosi, si viene travolti dal caos ed è presente la minaccia di un aborto, e così sono stati i primi mesi del Progetto Home Life. Ognuno si è ritirato nella propria realtà difendendola da un possibile attacco esterno, ha rafforzato il proprio angolo alfa per la paura di perdere, come si diceva prima, invece di sentire il senso dell’intreccio possibile ed auspicabile. Adesso si è arrivati al momento di una scelta: o
si esce dall’angolo alfa dietro il quale ci si è barricati, si comincia
a creare un intreccio, oppure il caos aumenta e il rischio di aborto
diventa una certezza. E’ tempo di dare valore al progetto, esserne orgogliosi e darne respiro nazionale ricordandosi che l’organizzazione è necessaria, ma non tanto per garantire la parte monetaria, quanto per tutelare i ragazzi (embrioni), chi affianca i ragazzi (accompagnatori) e le famiglie. L’embriogenesi è finita, la prima fase di sperimentazione in cui ogni organo si è costituito e
ha garantito il suo funzionamento c’è stata ed è anche stata buona, ora è necessario un salto di qualità: da lavorare come singoli organi, bisogna far vivere l’organismo e se si desidera l’accompagnamento della Fondazione Nuova Specie bisogna creare e riconoscersi dentro dei parametri condivisi. La
parte economica va regolamentata, le quote vanno stabilite, se è il
caso riviste, ma chi coordina si deve alleggerire dell’impegno
economico, della parte organizzativa, deve delegare ed impegnarsi solo a
guidare la nave, a segnare la rotta. Raffaele riconosce la famiglia Guerra: scegliere
temporaneamente di lasciare il proprio ordinario (la propria casa, la
propria privacy, le proprie cose) ed immergersi giorno e notte in un
progetto del genere è una scelta di valore e va elogiata, senza
screditarla e ridurla all’aspetto economico legato al compenso dei
referenti. Francesco, Annarita, Martina e Giovanni sono persone valorose che hanno messo a disposizione le loro crescite e si sporcano le mani quotidianamente. Per accompagnare un progetto di questa portata è importante essere propositivi, avvantaggiare le dinamiche metastoriche, essere alleggeriti dall’esterno rigido e razionale, sentirsi una molteplicità, non ognuno un singolo assoluto. Raffaele propone anche una nuova metodologia, che poi è la metodologia dei Progetti Oltre le Colonne d’Ercole della Fondazione Nuova Specie, la quale prevede Supervisioni costanti, frequenti che seguano la crescita del progetto, ma anche delle persone singole. È necessario un salto nella rete locale, ma anche nel rapporto con la Fondazione, stabilendo dei criteri di apertura e chiusura verso l’esterno: chi entra, per quanto tempo, secondo quali modalità. Chiude il suo intervento ricordando che
il Progetto Home Life è una realtà diversa rispetto alle Domus, non
offre accoglienza iniziale a chi intende seguire un percorso, ma propone
dinamiche più avanzate e un lavoro continuativo.
Silvio, riportando la sua esperienza legata al Progetto Faama, ricorda quanto sia importante la collaborazione tra l’ALSA Foggia e il Progetto Homelife. In
questo caso l’associazione dovrebbe aiutare chi si mette in prima linea
(i referenti) ed alleggerirli, farli sentire dentro un contesto nel
quale ci si può fidare ed accompagnare, anche perché ogni tanto è
necessario separarsi dalle dinamiche continuative sia per riposarsi, sia
per fare teoria, sia per imparare a distinguersi. Silvio
ricorda che quello che si sta facendo è di enorme valore e che non si
deve dare per scontato che debba proseguire solo con le quote delle
famiglie: bisogna cominciare a scomodare le istituzioni, a mettersi nell’ordine di idee che si deve crescere nel rapporto con il territorio.
devono muovere i primi passi, ci si deve innamorare della possibilità
che un progetto di crescita conservi in sé la possibilità di far
crescere ogni persona. Anche Silvio ci ricorda che se si vuole proseguire insieme in un progetto, bisogna
sentire il desiderio di intrecciare e di farlo sapere, di goderne,
sapendo che si può sbagliare, che le cose possono modificarsi: è inutile
aspettare il pretesto per far la guerra, perché se di pretesti per far la guerra si tratta, allora è buono non parlare di Progetto Nuova Specie. Praticamente parlando Silvio invita a prevedere due Supervisioni mensili: una tra Silvio, Raffaele ed il Comitato e una tra i membri del Comitato.
Consiglia
inoltre di regolamentare le entrate nella casa, sia per periodi lunghi,
sia nel quotidiano per rispettare la sacralità delle dinamiche.
- Lucia conferma di voler
mantenere il suo impegno di Presidente dell’Associazione alla Salute
Onlus Foggia e si impegna ad approcciarsi nuovamente all’ Home Life
cercando una nuova modalità. Silvio le propone di incontrarsi
separatamente con Annarita e Francesco per ritrovare una relazione e
Lucia accetta, comunicando che sente di far meno fatica con Francesco e
molta di più con Annarita. - Vittoria si sente confortata dalle parole di Silvio e Raffaele e dalla possibilità di confrontarsi ed incontrarsi come Comitato in rete.
- Dina prende l’impegno
di trovare una nuova modalità, per cercare di essere più flessibile ed
aiutare il Progetto Home Life con la sua parte leggera. Comunica che
desidera scambiare con Francesco ed Annarita, perché sente di voler loro
bene.
A conclusione Riccardo propone un breve rito nel quale insieme, Lucia,
Vittoria, Dina, Annarita e Francesco scambiano del pane tra di loro e
con le persone che si sentono vicine, come a sancire un nuovo inizio per
lo scambio e la relazione.
Con oggi, entra nel Progetto Homelife Giorgio, che dopo alcune resistenze iniziali, accetta di sperimentarsi per una settimana…come si suol dire…un giorno alla volta. La lunga ed intensa giornata è volta al termine, l’ultimo a parlare è il Dr Giovanni Chiariello che accenna brevemente quali sono i punti su i quali vorrebbe soffermarsi in una futura Supervisione del Centro:
-emergenza crisi aperta per il CMS
-necessità di nuove persone, nuove forze nel Centro e nelle Domus per le situazioni cosiddette psicotiche in urgenza
Silvio delega a Raffaele e Cristian Ceglie l’aspetto legato all’emergenza crisi del CMS, per ciò che riguarda il secondo punto ricorda che
il centro ha una valenza nazionale, che sarà necessaria una
Supervisione nella quale si valuteranno e verificheranno le possibilità
di stabilire delle regole condivise tra la Fondazione Nuova Specie ed il
CMS.
cercato di scrivere questo post il più possibile nel dettaglio e farlo è
stato per me un accompagnamento importante. Ringrazio Silvio e Raffaele
per aver dedicato il loro tempo, le loro crescite e le loro competenze a
tutti noi, portando acqua fresca e dissetante e un fresco vento
metastorico che sento, almeno a me, ha permesso di vedere oltre e di
togliere alcuni veli psicotici che avevo e in parte forse ho davanti agli occhi. Il
senso del Progetto Nuova Specie per me è anche questo: accompagnare
verso una crescita dove le istanze psicotiche non siano forza frenante e
dove lo Spirito possa soffiare più liberamente, allontanandoci dalla
guerra degli opposti, dalle suddivisioni dei territori, dalla paura di
ciò che possiamo perdere. Provo immenso piacere quando mi relaziono a
degli adulti di Nuova Specie che accompagnano noi figli, ancora figli, a
diventare ciò che ognuno di noi è, ognuno specifico, facendo strada e
discendenza. Chiudo questo mio scritto
ringraziando la Metastoria, perché quando riesco a sentirla ne intuisco
la potenza e Mariano Loiacono che per primo, il più solidale e
continuativo, non smette mai di accompagnarci e di credere che un reale
cambiamento sia possibile.
1 Commento/i
Angelo
Carissimi tutti,
ho appena terminato la lettura del post. Sentivo di stare con voi mentre vi 'ascoltavo' e riflettevate a 'voce alta'. E' stata un'altra/alta lezione/supervisione di metodo contrassegnata da serietà, sistematicità, trasparenza e soprattutto sintesi propositiva per andare 'oltre' certi limiti fisiologici che esperienze di tale portata 'vivono' nel quotidiano. Concordo con il valore che l'Home Live ha assunto e nello stesso tempo colgo l'occasione per sottolineare come il Metodo trova nel contrasto alla 'psicosi' la sua vera natura che va ampliata ed investita di nuove energie. E di questo il CMS ne deve cogliere maggiormente il senso e seguirne l'alone.
Leggo con sollievo tra le proposte quella di Riccardo sul Progetto Erasmus che si rende indispensabile per areare gli ambienti 'alla salute'. Di quanto fatto e di quanto detto mi complimento con tutti, anche se una menzione la voglio fare al 'duo' Francesco/Annarita che stanno dando tutto e di più rispetto a quello che avrebbero 'dovuto' dare. E' auspicabile che a loro si affianchino più persone e che il gruppo dei cosiddetti psicotici venga alleggerito da presenze multiple e magari dando vita a turnazioni che darebbero maggiore efficacia al raggiungimento degli obiettivi attesi.
Mi complimento, infine, con Marta che nel post s'è dedicata completamente al 'dettaglio' senza trascurare alcuna piegatura; questo le fa onore nobilitandola a nuovi incarichi di 'nuova specie'… Vi abbraccio!!!