Foggia, venerdì 24 aprile 2013. L’ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE – FOGGIA PROPONE L’UNITA’ DIDATTICA “UNITA’ DI CRISI”.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 

Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia




 
 

iscritta ai sensi della l.r. n. 11 del 16 marzo 1994
nel reg. gen. assoc. Volontariato col N. 305 – d.r. 56 del 25 maggio 1998
Via Candelaro 98/A – 71121 Foggia
Cod. Fiscale 94036850710



L’UNITA’ DI CRISI…
PER UNA DIDATTICA ALLA SALUTE.
La vigilia della giornata di liberazione cosa potevamo fare? Ci siamo ritrovati presso l’Associazione alla Salute di via Candelaro 98 di Foggia per partecipare all’UNITA’ DI CRISI
Tranquilli tutti, nulla a che fare coi terremoti, coi maremoti e men che meno con una classe dirigente nazionale allo sbando. Non c’era da soccorrere nessuno e nemmeno Presidenti della Repubblica o del Consiglio da designare… 
ci siamo ritrovati per parlare e discutere di cose ‘vive’. D’altronde con Grazia e Pina, con Dina, Lucia ed Ornella solo di ‘vita’ si poteva parlare e così è stato. 
Nell’introduzione Grazia e Pina hanno fatto bene a chiarire che l’UNITA’ di CRISI non è altro che la declinazione della CRISI nel fenomeno vivo. Parola che ci rimanda all’etimo greco ‘CRINO’ che assume il significato di ‘MI DISTINGUOSEPARO DECIDOSCELGORISOLVO ed infine VINCO‘. 
È un percorso itinerante che ci attraversa la mente ed il cuore, la vita e l’esistenza e che ci impone di andare sempre oltre le ‘sicurezze’, le soluzioni che ci tengono legati alle persone e alle cose in maniera abitudinaria, apatica, simbiotica ed asimmetrica. La ‘crisi’ ci è stata presentata attraverso, si diceva, l’UNITA” intesa come possibilità di volare più in alto rispetto alla nostra condizione di difficoltà per vedere, osservare e contemplare (teorizzare) quali strumenti possiamo utilizzare per rendere più luminosa la nostra esistenza e per non farci ‘annullare’ ed addomesticare ciò che solo noi siamo
L’esempio d’unità ideato dal Dott. Mariano Loiacono, all’interno del Metodo alla Salute, si è servito di una lampada attaccata al soffitto (mezza se non del tutto fulminata) e di una ‘stella polare’ che nella sua diversità/tonalità di colori ci conduceva per mano in questo viaggio che ci fa attraversare dal dolore (inteso come parto) indispensabile a darci gli ‘attrezzi’ per riprenderci la nostra vita da troppo tempo sottoposta alle tempestose ondate di sopportazione, di delusione e di morti-ficazione accumulate negli anni. 
La cosa bella di questo percorso è che nasconde sempre la sorpresa da qualche parte. Io mi sono rivisto in detta ‘Unità’ quando in un solo mese mi è sembrato di essermi fatto attraversare dall’abbandono rispetto al ‘distinguo’ da mia moglie, dalla rabbia di essere arrivato per aiutare mio figlio, quando invece al centro dell’universo ero finito io che avrei preferito sparire anziché starci. Quello è stato un periodo indicibile che se dovessi ritornare indietro mi risparmierei, ma se mi chiedete quali effetti ha avuto su di me, vi dico che è stato decisamente significativo. Mi ha rivoltato come un calzino scaricandomi addosso emozioni mai provate e vissute prima. 
Auguro a tutti la mia sofferenza perchè piena di prospettiva. 
Solo col ‘distinguo’ sono riuscito a capire ‘quello che solo io sono’ ed è più che re/innamorarsi alla vita, perché ha più a che fare con la resurrezione. 
Di quel periodo serberò sempre un ‘geloso’ ricordo. La sorpresa non ha riguardato solo me. Anzi. La protagonista, involontaria, è stata Alessandra che spinta dalle diverse fasi dell’Unità didattica e dagli interventi integrativi s’è decisa a ‘buttare il rospo’ e a socializzare la sua difficoltà a sostenere una relazione col marito cosparsa solo di ‘cifre negative’. Avere potuto parlare dei propri dolori, delle incomprensioni, delle delusioni, delle sofferenze e dei ‘buchi neri’ di una vita di coppia ‘scoppiata’ l’ha fatta rinascere; il suo viso s’è come illuminato, quelli che le stavano attorno, nel giro di poco tempo, da estranei sono diventati familiari e l’avere potuto esternare per la prima volta quanto compreso dentro è stato un dono/regalo che abbiamo condiviso tutti.
Il 25 Aprile che cade proprio mentre scrivo non ha liberato solo dalle dittature e/o dal patriarcato ma, soprattutto, dalla povertà di chi per troppo tempo ha vissuto di ‘briciole’ lasciandosi vivere senza avere mai vissuto. 
L’Unità didattica s’è chiusa con abbracci di gratitudine verso chi mette a disposizione le proprie energie per dare speranza a chi l’ha persa e vita a chi è ‘morta/o’ dentro.
Angelo Vita

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