Collemarino (AN), martedì 23 aprile 2013. CORSO “INTERCULTURA E DISAGIO” NELLA SCUOLA DI NICOLETTA. II° incontro.
Martedì 23 aprile si è tenuto il secondo incontro del corso “Intercultura e Disagio” che si sta svolgendo alla sede centrale dell’Istituto Comprensivo “Ancona Nord” situato a Collemarino, scuola nella quale lavoro da cinque anni.
Anche per questo secondo appuntamento c’è stata una buona partecipazione sia da parte degli insegnanti che dei genitori ma soprattutto l’ascolto e l’attenzione, rispetto ai tanti corsi ai quali ho partecipato, è stato attento e continuo.
Dopo un breve riepilogo del primo incontro sono entrata nel vivo della II^ giornata parlando dell’esperienza maturata dalla Associazione alla Salute ONLUS Marche sul tema dell’Intercultura.
Il progetto “Uguali nella diversità: dall’intolleranza al Crossingover” svoltosi nel 2008 ha visto come protagoniste diverse etnie presenti nel territorio anconetano con le quali è nato un legame profondo ed ha portato alla nascita del primo “Laboratorio di Danze interetniche“ e alla formazione in atto di un Coordinamento tra le varie etnie all’interno del progetto F.I.L.E. (fratelli interculturali laboratorio evolutivo) .
Ciascuno di noi ha già in se tante parti diverse tra loro, tante etnie che non conosciamo e che quindi anche i bambini e i ragazzi che ci ritroviamo a scuola in relazione con noi insegnanti esprimono o dovrebbero esprimere.
Si può solo immaginare la difficoltà a mettere in relazione queste diverse etnie quando poi c’è un alunno che proviene da un’altra cultura.
Quanto più noi le conosciamo queste nostre parti tanto più riusciamo a scambiarle con gli altri ed è proprio attraverso l’unità didattica del Crossingover che presentandoci qualcosa che è gia nella vita possiamo spiegare come si passa dall’intolleranza al crossingover (cross- si attraversano e over – si avvicinano si sovrappongono).
Subito dopo il Dott. Silvio Boldrini è entrato in modo specifico passo dopo passo su quello che avviene quando c’è il Crossingover tra due etnie, in una coppia, tra un insegnante e l’alunno, tra un genitore e il figlio.
I meccanismi che noi pensiamo avvengono solo tra una coppia poi sono gli stessi anche tra una madre e il figlio oppure un’insegnante e l’alunno.
La globalizzazione economica ha coinvolto tutti i paesi, tutte le persone e non si può vedere il nostro star male, la confusione e il disagio che emerge in tutte le famiglie e nelle varie etnie separato da tutto quello che sta avvenendo a livello mondiale e che ha portato a mettere al primo posto l’economia e non la cultura, le emozioni, i vissuti e tanto altro.
Anche la scuola, che vede una popolazione varia e vasta tra bambini e ragazzi, spesso si trova disorientata sul da farsi proprio per le pluralità di richieste emergenti dagli alunni e dalle famiglie.
L’Unità didattica del Crossingover è stata utilizzata nel progetto tra le etnie e ci ha permesso di entrare in uno scambio di parti con le comunità.
Partendo dalla biologia ogni cellula all’inizio ha 46 cromosomi poi in quella cellula avviene la meiosi che significa riduzione, in questo modo ogni cellula madre e padre avrà 23 cromosomi.
Il cromosoma materno e quello paterno prima di lasciarsi cosa fanno? Over si avvicinano e cross– si attraversano scambiandosi ognuno il pezzo di cromosoma, ma ogni volta che si scambieranno non sarà mai la stessa parte.
Per crescere, rinnovarsi bisogna perdere qualcosa, ridurre perché altrimenti non si riesce a fare entrare niente di nuovo e non avviene lo scambio di parti.
Anche in una classe in cui ci sono dinamiche tra gruppi di bambini con caratteristiche diverse per far si che avvenga uno scambio tra loro e quindi un arricchimento devono perdere qualcosa delle loro certezze.
Il Crossingover avviene quando come prima condizione c’è l’ascolto.
Ascoltare significa che nel momento in cui io insegnante ascolto te alunno è perchè quello che dici mi arricchisce, è perché attraverso quello che ascolto, ti conosco, voglio scoprire quello che tu mi vuoi rivelare di te.
Un’altra condizione è l’assenza di Chrònos, di tempo, bisogna dedicarsi del tempo, perdere tempo e bisogna avere il tempo favorevole il Kairòs il momento che le cose arrivano.
E infine incontrarsi cioé andare verso qualcosa che ci contraddice e attraversarlo.
Ogni etnia che non conosciamo, nostra, del proprio alunno ci dice qualcosa che ci contraddice ma poi se riusciamo a perdere ci arricchisce.
Partendo dalla propria esperienza, il Dott. Boldrini ha evidenziato le difficoltà che un giovane potrebbe avere anche in una famiglia socialmente riconosciuta legate a un non essere ascoltato in profondità il che significa che molte volte di un figlio o di un alunno noi conosciamo molto poco e se non ci spingiamo verso lui non riusciamo a scorgere il cuore di quello che é veramente… Lui stesso descrive il tutto con varie tappe nel libro “Alla ricerca della mia stella”.
Anche la testimonianza di alcune mamme che freguentano i gruppi ad Ancona, come la mamma di un bambino della mia prima, sono state testimonianzia di un Crossingover che può e dovrebbe avvenire anche tra tante figure che girano attorno ad un giovane o bambino e gli insegnanti; nel dibattito hanno posto le loro difficoltà nelle gestioni delle classi.
Silvio ha proposto che alla fine del corso possa nascere un gruppo di insegnanti interessato alla progettualità del Cerchio magico che dal corso abbia riconosciuto una strada da sperimentare, uno sguardo verso cui orientarsi, un cammino che partendo dalle emozioni risana favorendo l’apprendimento e le relazioni avendo già la sottoscritta esperienza in tale progettualità.
Voglio ringraziare Silvio che ha saputo dare un taglio incisivo ed emozionale al corso scendendo nella sua storia di figlio e genitore con generosità e umiltà ponendo un ascolto prezioso verso le famiglie e gli insegnanti.
Ringrazio inoltre l’amorevole cura che Sandra e Cindy hanno trasmesso nei prime due incontri, sostenendomi e affiancandomi come due sorelle.
L’incontro si è chiuso invitando insegnanti e genitori a portare un pensiero per il prossimo incontro per entrare nel vivo e concretezza della progettualità del Cerchio magico cercando di passare dalla teoria alla pratica in un laboratorio di vita che possa partire prima da noi.
Nicoletta Pennella