Pistoia, domenica 24 marzo 2013. Incontro con il Dr. Mariano Loiacono.
DISAGIO DIFFUSO
E SALUTE GLOBALE
NEL TERZO MILLENIO:
un altro punto di vista su conflittualità, attacchi di panico, depressioni, alcolismo, tossicodipendenze, disabilità, disturbi dell’alimentazione, psicos, ecc.
incontro con il Dr. Mariano Loiacono.
Mariano, Giovanna, Lara e Marta arrivano a casa mia, arrivano da Urbania, sono stanchi, questa è l’ultima tappa del loro tour in giro per l’Italia, sono giorni che si spostano da una città all’altra.
Mariano però mi spiega, mi fa capire, io capisco. Io sono consapevole di non sapere parlare bene in pubblico, sono sicura che mi emozionerò, anche Mariano lo sa, ma è proprio questo che vuole, vuole che io racconti come è nata l’iniziativa, le motivazioni, e vuole proprio che io faccia arrivare le mie emozioni a chi sarà in sala ad ascoltare, in fondo è il Metodo alla Salute.
Da “Le Sette Corde della Didattica Globale” pag.2 “E’ per questo, poi, che una persona ha paura di parlare in pubblico, perché è un dire: “io esisto, io sono, io ho delle cose buone”; se non mi sento queste cose, chiaramente mi sento ancora un bambino inadeguato, incapace, e quindi non posso svolgere un ruolo.”
Rifletto… è questo che sono io? Una bambina inadeguata e incapace?
La conferenza deve iniziare alle 16:00 ma noi andiamo prima, arriviamo alla sala per sistemare le ultime cose.
Nel frattempo le persone iniziano ad arrivare, la sala è bella, tutto è pronto, abbiamo preparato 120 posti, le persone iniziano a sedersi, piano piano la sala si riempie, non ci sono più seggiole vuote.
Siamo pronti. L’ansia mi invade ma sono anche combattuta, mi rendo conto che non posso sempre “scappare”, oramai è arrivato il momento di affrontare me stessa, le mie paure, le mie insicurezze, le mie inadeguatezze. Mi lascio andare…sarà quel che sarà.
Devo anche essere solidale, mi sento fragile, ma anche forte, Mariano mi ha fatto un grande regalo e non posso non accettarlo.
Mi faccio coraggio, c’è anche una piccola parte di rabbia, e mi decido a parlare.
Racconto di come è nata questa iniziativa, di mia sorella Paola che da 25 anni viene “curata” con dosi massicce di psicofarmaci, di come sono arriva a scoprire l’esistenza di questo meraviglioso uomo che è Mariano, dopo tutti questi anni di disperazione e impotenza, di come all’inizio vedevo Foggia così lontana e di come invece, anche grazie al Buddismo, sono riuscita a ridimensionare questa distanza e sono andata a Foggia in due occasioni a delle settimane intensive di psicoterapia familiare di gruppo.
Mariano inizia la conferenza, 4 ore, con un breve intervallo, in cui le persone rimangono sedute alle seggiole, come incollati, quasi nessuno si alza.
L’attenzione è al massimo, vedo nei volti di tante persone che conosco, l’approvazione e la meraviglia nel sentire quello che dice Mariano. Queste persone che non hanno mai sentito questo punto di vista.
E’ veramente una serata straordinaria, tante persone si sono fermate anche a cena: è veramente festa. Alcune persone non hanno ancora terminato di mangiare che si inizia a ballare, siamo veramente in tanti a ballare, molti ci provano, anche chi non è abituato si lascia trasportare e tenta di liberare il corpo, la coppia più ammirata sarà quella di Werner e sua moglie, perché sono i più grandi ma non per questo rinunciano ad essere felici e vivi.
Bello spettacolo, peccato che se ne siano andati quasi tutti.
E’ lunedì, siamo in tanti, considerando che è un giorno lavorativo. Disponiamo un materassino sul pavimento, all’interno del cerchio, ci sono alcuni bimbi piccoli, li invitiamo a giocare sul materassino, insieme a noi.
Anche io mi siedo sul materassino, insieme a Rachele e Nicola, poi arriva anche Emanuela e poi la mamma di uno dei bimbi.
Luciana, uscita da decenni di psicofarmaci avendo intrapreso vari percorsi, ha portato una bellissima poesia che dedica alla sua amica Paola che ancora “vive” imbottita di psicofarmaci, Luciana legge la poesia e poi ne regala una copia a me e una ad Emanuela, pensando a nostra sorella Paola.
Poi prende la parola Alessandro, apre la sua cartella e mostra a tutti i suoi bellissimi disegni, ci mostra un suo progetto, un angolfinestra e un angolporta, roba da architetti… insomma possiamo renderci conto che Alessandro è un artista, una persona di valore.
Carolina ci racconta del suo disagio e del percorso con il Metodo alla Salute, che aveva fatto alcuni anni fa.
Emiliano prende la parola e piangendo ci racconta la sua esperienza, come è riuscito ad uscire dalla cocaina e dagli psicofarmaci seguendo il metodo di Mariano.
Io prendo la parola e ringrazio Emiliano per averci regalato la sua testimonianza, così importante per le persone che stanno soffrendo in questo momento e che devono iniziare il percorso. Chiedo di poter abbracciare Emiliano per potergli trasmettere la mia gratitudine e la mia comprensione. Gli altri applaudono.
Mariano chiede se c’è ancora qualcuno che vuole dire qualcosa. Io prendo la parola e chiedo di poter fare un Sansho, Mariano ci chiede di spiegare di cosa si tratta. Annalisa spiega che si tratta di un mantra Buddista ripetuto tre volte in modo solenne (Nam Mioho Renghe Kio).
Facciamo una prova, tutti i buddisti presenti nella sala si sono accucciati /inginocchiati sul materassino e facciamo il Sansho.
Concludiamo il gruppo con Mariano che ci suggerisce di iniziare a creare i gruppi.
E’ stata posata la prima pietra del Metodo alla Salute anche in Toscana.
Alla sera mangiamo nuovamente a casa mia, faccio le pizze, questa sera siamo in tanti: Mariano, Giovanna, Lara, Marta, Maria Pia, mio marito Renzo, mia figlia Rachele, mio figlio Fabio e la sua fidanzata Francesca.
Grazie Mariano, grazie ancora una volta, ti sarò grata per l’eternità, perché per un buddista non esiste la fine.
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Per leggere il post scritto da Luca Privitera,
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