Frattamaggiore (NA), martedì 12 febbraio 2013. G. A. S. IN CAMPANIA.
Il Gruppo alla Salute è stato molto intenso dal punto di vista emozionale e tutti si sono sentiti accolti e quindi liberi di esprimersi. Nella fase dei pensieri hanno partecipato tutti e si è sentito da subito la sincerità, la curiosità e l’interesse verso il metodo dal modo in cui tutti si sono messi in ascolto, Durante le comunicazioni oltre a presentarci ci si è perlopiù raccontati ed aperti ancora di più avvicinandoci anche col corpo. Qualcuno ha pianto, quando io ho raccontato molto liberamente di come sono approdata al Metodo, partendo dal momento di disagio che stava vivendo mia figlia e del coinvolgimento in seguito di tutta la famiglia, raccontando di come sia stato fondamentale e determinate il ruolo di Francesco come accompagnatore di se stesso e di tutti noi, in special modo della sorella (avverandosi ciò che Mariano aveva presagito un anno prima). Questa comunicazione l’ho fatta per la prima volta proprio alla presenza di mia figlia. A questo punto il Gruppo ha acquistato ulteriore fiducia raccontando ognuno la propria storia. Dai racconti fatti durante le immersioni sono venuti fuori elementi di nostra conoscenza come; paura, sensi di colpa e tanto dolore. Paura di una bambina che non riesce a dire al genitore di aver lasciato al cartella a scuola. Dolore ancora oggi per la perdita di un figlio appena nato avvenuta quasi trent’anni prima, per mancato accompagnamento. Ancora senso di colpa e paura di un figlio nel comunicare ad un genitore di essere rimasto coinvolto in un incidente stradale. Paura, forse terrore di una madre nel ricordare a distanza di anni il figlio steso su di una barella in ospedale poiché coinvolto in un incidente stradale e ancora paura di scalare gli psicofarmaci all’altro figlio poiché pensa di non riuscire a contenerlo nei momenti di escandescenza.
Nella teoria si è evidenziato anche il senso di protezione che i figli hanno verso i genitori e tanto dolore per lutti non accompagnati. Si è sentita la rassegnazione di alcuni di fronte al disagio, mentre altri hanno asserito di aver trovato un loro equilibrio con la fede in Dio frequentando la chiesa. Bisogna dire che è comodo trovare un facile soluzione, dove non ci si mette in discussione in prima persona per affrontare i propri mostri e magari si decide continuare a trattare con i farmaci il disagio di un proprio familiare in barba al fatti che costui è una vita con propria specificità, valore ed emozioni.