Fondazione Nuova Specie ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
L’ALBERO DELLA VITA IN VIAGGIO.
CORSO “RAPPORTI GENITORI–FIGLI”.
QUARTA GIORNATA.
I meccanismi della vita visti attraverso una magistrale lezione di embriologia.
Martedì 12 febbraio 2013, quarta giornata di corso “Rapporto genitori figli dentro l’utero e a cielo aperto”.
Nelle dinamiche è importante essere continuativi, questo ci insegna Mariano.
Ecco che innanzitutto si riprendono, facendo il punto della situazione, le interazioni già cominciate nei giorni precedenti.
Questa mattina è coinvolta per prima la piccola Alice che, dopo essere stata “svegliata dal coma”, viene ora stimolata a confrontarsi con il negativo perché la vita non è “il Paese delle meraviglie”, il mondo non è fatto solo da chi difende e protegge ma anche da chi invade.
Angela e Michele vengono stimolati dal “popolo” dei figli di genitori separati a riprendere contatto con i codici più profondi del corpo e delle emozioni, a seguire due ”madri coraggio” che, superando le resistenze personali, dei mariti e della propria membrana etno-culturale, hanno accompagnato i figli in un percorso di crescita.
Quindi una nuova presentazione dei quadri di Michela a testimonianza delle sue doti artistiche, figlie di Nuova Specie, risultati dell’accompagnamento devoto di Mariano.
La visione del video “Il miracolo della vita” ci permette di entrare nel vivo della giornata in cui il Dott. Loiacono rende unica una lezione magistrale di embriologia, mostrando come sia l’elettrone che lo zigote possano essere utilizzati come metafore, meccanismi della vita stessa.
La vita è molto saggia e graduale: ci mette una settimana a completare la transizione.
Dopo che spermatozoo e ovulo, lasciando le loro famiglie d’origine, unendosi, formano lo zigote, inizia una fase festosa di replicazione mitotica che porta, nei primi tre giorni, alla sua trasformazione in morula.
Questo meccanismo ripetitivo ed ossessivo è quello che porta nella vita, ciascuno di noi, a dire “io sono!”
Chi non ha potuto viverlo cercherà un’identità nella ripetizione di queste modalità; ecco come si possono interpretare i rituali cosiddetti ossessivi nelle situazioni psicotiche (morula al negativo) o come invece si possono costruire rapporti di coppia (morula al positivo).
Altra caratteristica di questa fase è la compresenza sia di movimento interno (replicazione cellulare/pensiero) sia di movimento esterno (migrazione verso l’utero/attività).
Questa fase morula deve però, al quarto giorno, finire: lo zigote, il seme, cade sulla terra cioè dentro una parte qualsiasi dell’utero mentre nella morula si fa vuoto; ecco il salto precipiziale e la formazione, attraverso un lavoro di squadra, della blastocisti.
Nel punto di impianto della blastocisti, incontro fusionale, si formerà il corion che “come dicevano i Grechi che sono gli unichi amichi dei Fenichi significa cuoio.
Il corion proteggerà l’embrione appena annidato attraverso il blocco di successive ovulazioni/evoluzioni.
Il quinto giorno lo zigote perde ciò che fino ad allora lo aveva protetto, la corazza detta anche zona pellucida che, una volta fecondato l’ovulo, aveva impedito la penetrazione di altri spermatozoi.
Se vogliamo entrare in relazione profonda dobbiamo accettare di perdere aspetti che hanno fatto parte della nostra famiglia d’origine, presentandoci nudi dalla zona pellucida delle esperienze precedenti.
Sesto giorno: dopo che sei nudo ti devi agganciare al laboratorio metastorico attraverso dei nodi.
Settimo giorno: dopo che il seme ha perso tutto ciò che era della famiglia d’origine, c’è l’interramento con il ritorno all’”humus” (terra).
Il sincizio trofoblasto formerà la placenta e attraverso di essa un’unità indissolubile tra blastocisti e utero, così come avviene tra la metastoria ei suoi figli attraverso “il laboratorio terrestre”.
Dalla seconda settimana inizia la vera e propria embriogenesi con la formazione dei tre foglietti (endo-meso ed ectoderma/codice biorganico-analogico e simbolico).
Da quello più esterno (ectoderma) avranno origine pelle (e connessi) e tubo neurale, organo della rappresentazione e della conoscenza; per conoscere infatti bisogna essere a contatto con il fenomeno vivo (l’esterno) ma bisogna anche, allo stesso tempo, distinguersi.
Dopo la seconda settimana si formano separatamente i vari organi.
Alla fine del terzo mese inizia la fetogenesi (da feo: sono, divengo, produco, cresco), dove ciò che si è già formato si accresce e matura rispetto alle specifiche funzioni.
Questo processo, la cui durata è più del doppio dell’embriogenesi,
porterà il feto in uno stato di perfetta fusionalità con la mamma, facendolo sentire ogni giorno sempre più dentro di sé e sperimentando l’Eden.
Ma alla nascita avviene la vera cacciata dal Paradiso Terrestre: l’utero resosi prima grande e devotamente disponibile, finita la sua funzione espelle il feto e torna ad essere molto piccolo.
Considerando l’etimologia greca della parola utero, che fa riferimento unicamente al suo essere “Posteriore”, non si può non considerare quanto la cultura maschilista non abbia riconosciuto il giusto valore della gravidanza e del viaggio di quattro milioni e’mezzo di storia che ognuno di noi ha potuto percorrere attraverso di essa.
La stessa cultura ha attribuito il significato di anima o spirito al respiro che di fatto avviene soltanto al termine di questo processo, mentre anima metastoria è tutto il viaggio.
E… dopo trepidante attesa avvenuta in un paesaggio coperto di neve, il calore dei
Barbapedana che ci hanno fatto fare un altro viaggio nei vari paesi attraverso
le loro musiche e le loro fiabe.
La serata si è conclusa degustando dolcetti tipici e cioccolata calda
e così tutti andarono a dormire…felici e contenti.