Romano d’Ezzelino (VI), lunedì 11 febbraio 2013. TERZO GIORNO DEL CORSO “RAPPORTO GENITORI-FIGLI: DENTRO L’UTERO… A CIELO APERTO”.
L’ALBERO DELLA VITA IN VIAGGIO.
CORSO “RAPPORTI GENITORI FIGLI”.
TERZA GIORNATA.
“La Vita tra Meiosi e Mitosi”.
L’11 febbraio ci ricorda il connubio della Chiesa con lo Stato… non è stata una bella pagina, ma si sa che non tutti i biscotti vengono col buco. Ma l’11 febbraio è stato anche il compleanno di Mila che abbiamo festeggiato in diretta con un affollato e coinvolgente abbraccio sonoro preceduto da una bella imitazione che Marta, collaborata da Michela, ha fatto; imitazione molto terrena e poco marziana.
È stato il giorno del primo bilancio in fieri… Davide oramai se n’è fatta una ragione della voce trascendente di Mariano e come un buon alpinista dopo aver preso fiato è salito sulle cime del Grappa per respirare a pieni polmoni nuove modalità di stare nel mondo che non è proprio quello che l’utero materno gli aveva prospettato… e con lui penso sia d’accordo Maggye, Angela, Michele e tutti gli altri bimbi che in mattinata hanno dovuto alzare la voce per fare sentire ai grandi che hanno dimenticato “di essere stati bambini una volta”. Non si sono accorti a sufficienza che la loro vita, il più delle volte, non vale la pena d’essere vissuta e che sarebbe opportuno qualche lacrima in più per purificare una psichè da lavanderia.
I Citton, lo dobbiamo riconoscere, se la sono goduta hanno potuto sperimentare come sia appagante passare dalla “tempesta al sereno“ e che se domani si apriranno le porte della scuola o se Davide dovrà incontrare su per i monti lo straniero saprà come difendersi senza entrare in crisi esistenziale. A lui basterà ricordare la voce assordante ed accomodante di MARIANO per non fare la fine dei tanti alpinisti che hanno dovuto soccombere per dare un futuro alle numerose generazioni di uomini e donne che li hanno seguiti, ricordati e ringraziati per il loro estremo sacrificio.
Tutto questo sta avvenendo al terzo giorno fatidico della resurrezione. Davide, Maggye e i 160 partecipanti non dimenticano e sanno che questo che viene continuamente agito al corso, è cibo prelibato per la vita che inizia col concepimento e dura oltre/tutto e tutti. Ognuno di noi è parte interante ed itinerante di un’atto poietico che ha avuto inizio nell’utero materno che stamattina si è fiondato nella mente e nel cuore dei partecipante per ricordarci come di fatto siamo molto più importanti del nostro stesso egocentrismo. Noi rappresentanti unici di una moltitudine di spematozoi dovremmo sentirci davvero dei grandi imperatori, dei governatori del nostro sistema vitale che continuamente abbisogna di essere oliato perché quel lungo viaggio che ha avuto inizio col concepimento non si fermi davanti ai primi ostacoli ma come uno schiacciasassi si alimenti di nuova energia per attraversare gli impervi territori di una vita cosparsa di morte perché strapiena di vita. Oggi abbiamo visto la morte prima della vita, le stalle prima delle stelle, l’indifferenziato presessuato prima del differenziato sessuato… abbiamo visto come la nostra vita necessiti dell’autopoiesi per respirare aria nuova e produrre nuova specie. La staticità è solo un pit/stop; è una sosta per completare e rifare l’Homelife, è un Quadrangolare aperto che non va mai addomesticato, è un Albero della Vita che va sempre nutrito ed alimentato non solo dalle radici, ma anche dal sole e va visitato dagli uccelli, come dal potatore, è una Piramide del Sarvas che deve ricordarci non solo che esistono gli egizi ma che senza le basi non ci sono altezze che contino, è il Cum–munitometro che ci mostra come il collante vitale ci è dato dalla capacità di vivere il nostro eden sapendo che lo possiamo sempre perdere. Ed in quel caso il perdersi tra le frantumazioni di una vita stanca ed insignificante è un modo come un altro per rialzarsi e lasciarsi accompagnare ad un nuovo eden o ad una nuova circolarità. In 9 mesi noi abbiamo imparato più di quello che la nostra esistenza viziata dalla materialità e dal possesso, dall’avere e dal denarocentrismo, non ci abbia dato. Nati come esseri perfetti siamo caduti nella trappola .
Il pomeriggio inizia con l’Inno alla Gioia che coincide, ed è solo una semplice e metastorica con la notizia di dimissioni di Papa Benedetto XVI entrato, ufficialmente, in meiosi. Come dire. Si aprono per la Chiesa nuovi scenari come per noi ogni qualvolta decidiamo di metterci in cammino per godere si del nostro esserci e starci nel mondo ma anche per le tante storie meiotiche radioattive che quotidianamente ci ricordano che la vita ci chiede di disintossicarci dalle certezze mitotiche per produrre nuovi equilibri meio/mitotici come quelli di cui la stessa Chiesa abbisogna se non vuol fare la fine di Celestino V costretto all’autismo da una scelta eremitica autoreferenziale ed inconcludente.
Il viaggio che ci ha permesso di conoscere l’importanza delle negatività nella costruzione di una vita plurale ci è stato permesso grazie al nostro Virgilio che nelle vesti di Mariano si è sobbarcato dei nostri pregiudizi e delle nostre resistenze per condurci lungo il cammino di una vita a più dimensioni che traguarda nuovi porti da dove poter vedere quello che Caronte, a cui a volte ci costringe la nostra esistenza, ci impedisce. È stato, dunque, molto breve questo nostro lungo viaggio… in appena nove mesi abbiamo potuto vivere e scorrere la storia della vita dall’era protozoica a quella presente a significare di come si è ridicoli quando si definisce infante il nascituro. Dopo un viaggio di miliardi di anni abbiamo come la presupponenza di vedere nei nascituri delle tabule rase su cui incidere le nostre impronte fatte di validate, pompose, retoriche e sistematiche esperienze a discapito dei frutti di un “laboratorio metastorico“ che in maniera incessante ha sostenuto i processi vitali di un’umanità che s’è persa nei meandri di una palestra terrestre che con fatica riesce ad accompagnare i processi mitotici o dell’infanzia, meiotici o dell’adolescenza e zigotici o dell’adultità. Il nostro Virgilio credo ci abbia fatto viaggiare tra le tenebre della frantumazione infernale del disagio diffuso per farci apprezzare la luce della pienezza di una vita che nel suo processo di strutturazione e destrutturazione ci conduce ad essere uomini e donne di una nuova specie in trascendenza che sta vedendo coinvolti in questo corso persone con storie completamente diverse e che assieme stanno gustando il piacere di condividere il mistero della vita che nessuna società denarocentrica o semplicemente mitotica potrà darci.
Angelo Vita