MEMORIA STORICA,
VIVA ED
EMOTIVA
IL RITO DI CONSEGNA:
LA CHIAVE DELLA VITA.
Il passaggio
dalla famiglia d’origine
alla famiglia molteplice.
Lunedì 28 gennaio nell’accogliente casa della famiglia Boldrini-Garbati si è celebrato un momento di passaggio molto importante per Moise Kebè e la sua famiglia.
La coppia di Silvio e Michela che da anni è coinvolta sia affettivamente, sia da un punto di vista operativo per quanto riguarda le attività dell’Associazione alla Salute ONLUS Marche, ha sentito necessario che Moise si prendesse un periodo di separazione da sua madre Nicoletta e da suo fratello Malick, proponendo la loro casa come nuovo nido per Moise dove può cominciare ad esprimere e a vivere parti sue che in questo momento con la presenza dei suoi familiari fa difficoltà a condividere.
L’adolescenza, che è il passaggio più importante che sta attraversando Moise, è un momento dove si lasciano tante parti che fino a quel momento sono state molto legate alla relazione con i genitori e si inizia una fase dove ci si vuole sperimentare, si cerca una propria autoreferenzialità, dove tutto è possibile, dove la contestazione verso l’adulto e tutto quello che riporta all’ ordine sono la spinta che caratterizza questa fase. E’ anche un momento molto delicato, caotico, dove gli opposti della vita (iperattività, riposo, rabbia, chiusura…) spesso entrano in dinamica in maniera più evidente e le emozioni diventano il tutto e si amplificano; è necessario l’accompagnamento di una figura adulta che si sappia distinguere e separare dagli eventi e con devozione cerchi di aiutare l’altro a vivere questo passaggio senza farsi spaventare dalle mille sfumature inedite che l’adolescente mette in campo continuamente.
La prima accompagnatrice di Moise negli ultimi anni è stata Nicoletta, che grazie alla sua crescita personale sempre in movimento è riuscita a dare molto alla sua famiglia, e con umiltà a riconoscere che in questa fase era importante l’ingresso di qualcun altro che l’alleggerisse nelle dinamiche con Moise, perché spesso, quando si rimane troppo dentro ad una situazione, si rischia di non essere più in grado di distinguersi e di far luce su quello che sta accadendo.
Il legame che fino ad ora ha messo in relazione madre e figlio è stato molto forte; l’assenza del padre di Moise e Malick, anche quando ancora i loro genitori non erano separati, ha fatto vivere a Moise un senso di protezione nei confronti sia di sua madre facendo la funzione marito, sia di suo fratello più piccolo con il ruolo di padre, creando così molta confusione e privandosi verso se stesso il bisogno di essere anche lui figlio.
Questo spesso è quello che accade nelle famiglie e, se non si riesce a comprendere e ad accompagnare situazioni così confuse, c’è il rischio che poi crescendo i ragazzi, non avendo vissuto la propria infanzia, durante l’adolescenza cerchino strade e situazioni che li portano a vivere quelle emozioni che non sono riusciti ad esprimere nella propria famiglia o, ancora peggio, si chiudono dentro se stessi rinunciando completamente a vivere.
Inizia così il bilancio che segna questa consegna dalla famiglia d’origine alla famiglia molteplice, dove lo stesso Silvio sottolinea che oggi dobbiamo imparare a non riconoscere la famiglia solo in quella che ci ha generato o assistito nei primi anni di vita, ma è necessario superare questo punto di vista che solo chi è stato con noi da sempre è in grado di aiutarti, facendo entrare altre famiglie che possano dare ciò che una sola persona, un solo contesto non può dare.
Moise è figlio della vita, questo è il regalo più bello che sua madre può offrire al proprio figlio, donandogli la possibilità di scambiare con altri contesti familiari, ma allo stesso tempo dare la possibilità a questa nuova famiglia che lo accoglie di sperimentarsi e di crescere nella dinamiche che sicuramente un domani dovranno anche loro affrontare con i propri figli.
Dare e avere è un po’ il senso di questo progetto che mette in una nuova dinamica le due famiglie che vogliono andare oltre quel punto di vista vecchio che non lavora più nella vita, ma anzi tende a chiuderla e a farla morire, spesso poi facendo emergere grossi disagi e frammentazioni all’interno della persona stessa.
A dare il proprio contributo durante il bilancio e a benedire questo momento sacro dicendo quello che più veniva ispirato dal loro profondo sentire sono stati: Benedetta, Ripalta, Malick, Monica, Malick Sarr spinti dall’affetto e dal legame che ognuno nutre per questa famiglia in viaggio. Da lontano è arrivato un messaggio di Cindy, inizialmente un punto di riferimento importante per la famiglia appena trasferita nelle Marche che con difficoltà doveva ripartire tra mille avversità dovute anche alla separazione tra Nicoletta e suo marito.
La commozione non è mancata…gli occhi attenti di Moise si assicuravano che i suoi familiari vivessero bene questa separazione e che soprattutto Nicoletta sfruttasse questa sua assenza per alleggerirsi, senza preoccuparsi di quello che poteva emergere in questo periodo.
Le parole dolci e accoglienti di Michela invitano Moise a lasciarsi andare nella relazione con lei per sperimentarsi e condividere insieme anche la passione per la pittura.
La teoria di Silvio sottolinea ancora una volta il valore di Nicoletta nell’aver accettato questo tipo di accompagnamento, che ribadisce essere un regalo che lei sta facendo anche a lui e alla sua famiglia; invita Moise a riconoscere che a differenza di tanti ragazzi che spesso si perdono, lui oggi si può ritenere fortunato di avere una madre che continuamente ha desiderio di mettersi in discussione e allo stesso tempo, nonostante l’assenza significativa di suo padre, oggi può considerarsi non più solo, ma all’interno di una rete di tante persone pronte ad accoglierlo e ad aiutarlo la dove lui e la sua famiglia non può e non riesce a farlo.
La reciprocità in questo periodo è importante; infatti Silvio stesso chiede a Moise di sentirsi anche lui libero di interagire con i suoi figli, e di non escludere che insieme possono vivere momenti di alleggerimento dove entrambi sono alla pari ma anche momenti in cui c’è un angolo alfa che lui potrà anche contestare o criticare nell’ottica di una crescita di entrambi.
Silvio, questa volta rivolto a Malick, il fratello più piccolo, teorizza su ciò che in questi anni egli non ha potuto vivere con sua madre, troppo presa da suo fratello più grande. Questa è la buona occasione perché anche lui si possa riprendere un po’di quei pezzi mancanti e per la prima volta possa finalmente sentirsi il primo nella relazione con Nicoletta. –
La delusione di non avere potuto vivere il padre per questi due ragazzi sicuramente c’è, ma ora possono cominciare a guardare avanti godendo di ciò che di buono ora c’è.
Il bilancio si conclude con un semplice e profondo rito di passaggio preparato amorevolmente da Monica e Benedetta, con la preziosa presenza lontana di Ekaterina.
Il simbolo del rito è stata la Chiave Ankh, antenato che preso dalla cultura egiziana racchiude tanti significati; il più importante è quello di rappresentare la vita perché nella sua stilizzazione grafica richiama il sole, l’utero materno, il cielo e la terra…
La chiave della vita è quella che Nicoletta e Moise indosseranno al proprio collo come segno che ora possono ripartire ognuno dalla propria chiave senza aver paura di trovare la porta giusta che li condurrà in un altro viaggio inedito.

Ed eccoti, allora qui, Moise, tu davanti a tutti noi:
perché tu possa crescere salutando le antiche solitudini della tua infanzia;
… e che tu possa salutarle riconoscendoti non più solo… non come allora.
Ed eccoti noi con te, e tu Moise davanti alla tua famiglia d’origine:
Malick e la Mamma e un papà che oltre non è riuscito a portarsi.
Ed eccoti, così, tu Moise, tu davanti a te…
in questo rito che non solo ti vuole ricordare,
ma anche consegnare…
consegnare al ricordo tutto ciò che sei stato fino a questo momento…
consegnare a un inizio tutto tuo ogni cosa che da ora in poi puoi diversamente iniziare
iniziando
a desiderare di te e per te
a chiedere per te e non solo a te
a scoprire di te… e non solo attraverso te.
Che possa questo rito esserti da porta per questo tuo sacro passaggio,
una porta che tu possa aprire senza aver paura di sbagliare la chiave.
Che possa la chiave della giusta condivisione aprirti lì dove in solitudine non ce l’hai fatta.
Ed allora che possa una giusta chiave trovarti…
e prenderti per mano…
e quando scoraggiato ti capiterà di sentirti
possa tu non spaventarti del vuoto,
e ricordarti che anche la chiave ha bisogno di una strettoia e di un vuoto per girare…
E crescendo crescendo possa tu Moise, non dimenticarti mai di te,
di quegli occhioni neri quanto la profondità,
di questi tuoi occhioni neri per le tante cose viste… e a volte troppe.
Possano i tuoi occhi non lasciare mai quel coraggio di meravigliarsi…
come quella volta davanti alla tua prima alba con me,
Silvio consegna le chiavi di casa a Moise e dopo un atto di fiducia che entrambi si scambiano, Michela consegna a Moise un piccolo quaderno a lei molto caro, invitandolo a scrivere ogni giorno qualcosa che segni questi giorni che trascorreranno insieme, l’abbraccio porta alla conclusione del rito che era iniziato con una la musica di lucky dubi e si conclude con dei pezzi latini proposti dal nostro fedele Malick Sarr.
Il ballo è l’ultima fase di questa serata semplice, profonda e unica che vuol dare inizio a tanti altri progetti di vita come questo…ed i bambini entrano in campo con la loro ineguagliabile armonia.
E’ anche grazie all’umiltà di Moise, che ha saputo accogliere questo passaggio di consegna, che oggi portiamo nella nostre vite la sacralità di questo momento; mi auguro che gli occhi tristi di Moise possano ritrovare la spensieratezza e la luce di speranza che un ragazzo della sua età ha bisogno, diritto di sentire.
Con amore,
Benedetta
1 Commento/i
ekA
Leggere il post mi ha fatto sentire come ancora là… là con voi, ma anche là con il mio Moise che s'affaccia alla sua alba, la più importante della sua vita… quella che viene una volta sola: l'adolescenza, le emozioni della sua età. Di questa età che si cercherà nelle emozioni perdute, ma anche in quelle che grazie al perduto ora puoi sentirti spinto a cercare… cercandoti in esse… come solo un'adolescente ha l'onore di fare.
Possa tu farti accompagnare in ciò… da questa nuova famiglia che per te la vita ha scelto. E pensa che viversi tale età con questo tipo di accompagnamento è una gran fortuna… che non tutti gli adolescenti hanno… e che noi – un po' più anziani di te – non abbiamo avuto… per quanto sotto sotto desiderato… silenziosamente urlando questa fatica dell'adolescenza… che una volta condivisa… rimane fatica… ma forse più leggera… e arricchente. Più arricchente per te… per noi tutti che da lontano… ma anche da vicino ti portiamo dentro, caro mio Moise.
un po' Cat-rin… un po' ekA