Romano d’Ezzelino (VI), domenica 13 gennaio 2013. DIARIO DI BORDO DI FLAVIO.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente: Dr. Mariano Loiacono

DIARIO DI BORDO.
DATA ASTRALE 3102.10.31
IL GRUPPO ALLA SALUTE
DELLA DOMENICA
A ROMANO…
7.45, suona la sveglia. Perché suona? È domenica!!!
Mmm… Ah!… già, devo andare al Gruppo alla Salute.
Uff! Posso fare le cose con calma: un’oretta per prepararmi. Devo Ho pensato ieri di andarci. Ma ora che mi sveglio non ne sono più tanto sicuro.
Sono stanco, il sabato è stato faticoso, fa freddo ed è brutto tempo.
Tutto indirizza verso rimanere a casa e fare una delle tante belle cose che potrei fare, cose che mi farebbero sicuramente stare bene! Leggere, guardare le mie amate foto, ascoltare musica
Dai, intanto alziamoci!
Doccia e poi colazione. Sto mangiando latte e biscotti e guardo fuori dalla finestra. E’ esattamente freddo e brutto come mi aspettavo, forse anche di più! Ma chi me lo fa fare di aver voglia di mezzora di macchina? E a fare cosa poi?
Vado a parlarepoco per la verità…- e ad ascoltare gli altri che parlano dello loro vite.
Voglia pari a zero, o forse qualcosa sotto. Mi piace ascoltare gli altri, parlare di me molto meno.
Provo a ricordare ciò che mi rimane di questi incontri e nei cassetti della memoria trovo solo cose belle, intense, vive. Ma il ricordo è così lontano in questo momento… I colori non sono più vividi, arriva solo uneco lontana di quelle armonie.
Aprire quella porta, salutare le persone. In quella porta c’è molto di più di ciò che sembra. Unione tra due mondi così vicini ma anche così diversi.
Di sicuro costa fatica entrare. E quindi, che fare? Vado, non vado, vado, non vado, vado…
So che è meglio andare, so che quanto pensato il giorno prima è ancora vero. Allora provo a mettere a fuoco uno dei cassettini della memoria e lo guardo, fisso quel colore. E mi piace, mi riconosco in quel calore, sento il fondamento dei miei pensieri, e allora mi convinco. Deciso: sprezzante dell’ignoto che mi attende parto!
Arrivo in orario – l’autostima aumenta!
Non siamo molti e così, nonostante sia poco che partecipo ai Gruppi, riconosco qualche faccia nuova che vado a salutare.
Dopo un po’ di convivio le conduttrici, Margherita e Roberta, ci riportano all’ordine invitando a sederci.
Ad una prima occhiata vedo che manca qualcuno che pensavo ci fosse. Una breve indagine ed è chiaro che vengono ma sono un po’ in ritardo. Penso allora che sarebbe bello se fossimo tutti sempre in orario, che il G. A. S. è una cosa seria. Ma poi penso che anch’io sono arrivato in ritardo qualche volta, che non sempre si riesce a rispettare i programmi. E forse è bello così perché questa è la vita. Un gruppo di persone che si incontra, ognuno con la sua storia, ognuno con il suo bagaglio di esperienze e di vissuto. Se sono in ritardo sarà accaduto qualcosa e allora sarà anche bello e interessante chiederne le ragioni, conoscerli un po’ di più.
Come tutte le altre volte il clima – per me – migliora con lo scorrere del tempo. E’ come una macchina appena messa in moto: ha bisogno di tempo per scaldarsi, per rendere fluido l’olio, per funzionare per come è stata progettata.
Come ho detto tempo fa entrare in quella stanza è come entrare in una bolla. E dentro alla bolla c’è un’energia che modifica chi vi è immerso. Che tu lo voglia o no, questa è la cosa bella! C’è una sorta di contagio positivo – e liberatorio – a cui non puoi opporti.
Appuntamento dedicato – anche – a presentare il Gruppo alla Salute alle persone che non lo conoscono. Allora le Conduttrici introducono il metodo mostrando l’oramai mitico “Graal alla Salute che con i suoli livelli scandisce la successione delle fasi del gruppo.
Prima di iniziare ci presentiamo, raccontiamo un po’ di noi, e già questo momento non è banale.
Sembra strano ma ricordandolo ora mentre scrivo, il parlare di sé in quel modo non è mica una cosa scontata. E’ una cosa semplice, questo sì, ma non ci siamo più abituati. Sono così rari i momenti in cui possiamo parlare di noi con qualcuno che interessato ci ascolta. 
Così tanta umanità in una cosa così piccola…
Seguendo l’ordine scandito dal Graal iniziamo ad “entrare” dentro di noi. Pensieri antenati, comunicazioni ed immersioni. Questi i primi tre momenti, via via più intensi e profondi.
In ogni incontro succedono un sacco di cose interessanti. Piccole e grandi. In questo due sono stati i momenti che più di altri hanno polarizzato la mia attenzione ed entrambi nascevano da due giovani coppie. Pensando a quanto vissuto immaginavo che avrei raccontato le due storie in modo molto diverso visto che descrivevano situazioni con pochi punti in comune. Ma quando la “penna” è arrivata a questo punto mi accorgo che storie diverse in realtà si riducono a dinamiche molto simili nella loro sostanza.
Non sempre è facile dirsi le cose, affrontare i problemi, trovare tempi e linguaggio idonei a spiegarsi. Loro – usando modalità diverse – ci sono riusciti “navigando a vista” in tutte le difficoltà che la vita di ognuno di noi possiede. Adoperando quella forza straordinaria che ti dà condividere con le persone giuste le tue difficoltà – mentre scrivo mi è venuta l’assonanza “essere nel gruppo è come essere in un Tempio” – si sono raccontati le cose più profonde, più vere. Situazioni molto diverse ma un denominatore comune: l’uomo. L’umanità se ne frega di tutte le distinzioni che noi mettiamo nel nostro vivere sociale. Ci pensiamo diversi per caratteri superficiali – razza, sesso, origine – o per esperienze di vita – tutti i vari casini che ognuno di noi ha vissuto. Ma poi alla fine di fronte al dolore siamo tutti uguali. Tutti con le stesse difficoltà, tutti con gli stessi bisogni.
E’ difficile raccontarsi certe cose. Spesso sono anche le più difficili perché nel farlo ci sentiamo esposti e quindi fragili. Ho sentito e pensato molte cose vivendo questi due momenti. Ma quello che mi è rimasto maggiormente era solo una parola: grazie… di esserci, di credere in quello che stavano facendo, di riconoscere che quel percorso aveva valore ed era condiviso. Di condividere, tra mille difficoltà, valori, obiettivi e progetti, e di farlo perché è una cosa che da senso alla vita.
Perché questo possa accadere e sia utile chiaramente il Gruppo deve essere guidato da persone preparate e con un carattere idoneo. Se parliamo di noi in modo autentico dobbiamo toglierci le briglie del “politicamente corretto”: quando accade usciamo con tutta la nostra forza vitale. Una sorta di istinto di sopravvivenza ci pervade. In un paio di momenti (anche per l’inesperienza) ero un po’ sconcertato da quello che accadeva. Mi sembrava che i toni fossero troppo accesi e istintivamente avrei riportato la tranquillità. Ma alla fine mi sono dovuto ricredere. Il lavoro sicuro e sapiente dei conduttori ha permesso al gruppo di esprimere la sua prerogativa, ha permesso in qualche modo che il prodigio si esprimesse. Ordinare il caos, portare comprensione nell’ incomprensione, creare un ponte tra gli individui usando quella parte che è comune tra tutte le persone. E, facendo questo, liberarci.
Non miracoli, i cammini sono inevitabilmente lunghi e faticosi. Ma sicuramente dei passi in avanti che danno soprattutto fiducia e speranza.
Ad ogni gruppo che faccio ricevo un dono. Le parole non riescono a descrivere quello che si prova a vivere queste esperienze. E’ proprio la vita che si fa davanti ai nostri occhi e noi siamo contemporaneamente spettatori e attori.
Approfitto di questo scritto allora (che non so se mai leggerete) per ringraziare.
Chi trova la forza di condividere, chi esprime la capacità di condurre, chi semplicemente con la sua presenza contribuisce a testimoniare.
A tutti voi il mio sincero grazie,
Flavio

4 Commenti

  1. Graziana

    Caro Flavio, ancora non ci conosciamo…probabilmente ci incontreremo al corso in Veneto tra qualche giorno… Mi ha molto colpita il tuo modo di scrivere..l'ho trovato forte, intenso e delicato insieme e la danza di queste belle tue specificità che hai espresso attraverso le parole mi ha cullata facendomi rivedere e riprovare il senso e la bellezza di poter essere in viaggio. E anche la fortuna di non essere da soli in questo Viaggio.
    Graziana.

  2. Angelo

    Caro Flavio,
    sono curioso di conoscerti. Spero che verrai alcorso "Rapporto genitori figli" che si terrà a Romano.
    Chi bene incomincia è a metà dell'opera.
    Angelo

  3. Anonimo

    Carissimo Flavio…wow!!!!
    Non saprei neanche quali parole usare per esprimere ciò che ho provato leggendo il tuo diario…
    Potrei dirti che avevo gli occhi lucidi, che mi sentivo il "magone" in gola perchè hai colto molti aspetti in cui io mi rivedo e sento infatti che io e te abbiamo un buon "fondo comune"!
    Se ricordo bene, alla fine di quell'incontro ti complimentavi con Isaia per come riesce a fare teoria, ma questa non è proprio da meno…forse ti ci è voluto un po' più di tempo e una penna in mano, ma quello che scrivi è davvero un approfondimento di tutto quello che è accaduto il 13 gennaio e non solo…
    Si sente che l'hai scritto con il cuore e leggendolo si percepisce la tua profondità che si fa strada con le parole…
    Ci auguro di continuare a scambiare sempre più in profondità!
    Un abbraccio. Margherita

  4. Lucia Tamburri

    Grazie a chi "semplicemente con la presenza, contribuisce a testimoniare" e aggiungereri: con garbo, delicatezza, freschezza, dolore…….. Grazie Flavio, Lucia

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