Marcagna, martedì 8 gennaio 2013. CIRCLE TIME NELLA SCUOLA PRIMARIA. BILANCIO E PROSPETTIVE.
FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente Dr. Mariano Loiacono
“CERCHIO MAGICO“
NELLA SCUOLA PRIMARIA.
GRAZIE AL
METODO ALLA SALUTE,
METODO ALLA SALUTE,
LA CRESCITA DEL GRUPPO CLASSE.
Dopo il corso di quadrimensionalismo, rientrando a scuola, ho sentito di dover dare maggior forma a ciò che in questi anni di ruolo nella scuola primaria ho fatto nelle mie classi.
Nel 2008, anno del mio ingresso in ruolo e del mio sradicamento dalla mia terra d’origine con i miei figli, presi la prima che quest’anno fa la quinta.
Questi bambini con i quali ho condiviso tanto in questi cinque anni sono stati, come ha detto uno di loro, i pionieri del circle time.
Così abbiamo chiamato i momenti di condivisione che ci siamo scambiati cercando di scavare meglio nelle nostre ferite e crescendo assieme.
Non sono stata molto costante con loro in questi anni anche perché dovevo affrontare una serie di problemi legati alla scuola, alla mia famiglia e alla mia-nostra crescita.
La scuola nella quale insegno è una realtà fondata su un simbolico molto forte e con una telecamera religiosa molto radicata.
Comunque in questi anni ho cercato di guadagnarmi la fiducia anche delle colleghe e di andare avanti cercando di non tralasciare ciò che potevo fare all’interno della classe con i bambini.
Il miracolo di questa quinta sta in un bambino di nome Francesco: biondo, occhi azzurri, bellissimo un angelo ma con dentro tanta parte diavolo che manifestava in classe.
Il primo anno era chiuso in se stesso, disegnava continuamente mostri, non voleva nessuno al suo fianco e se c’era un minimo cambiamento nella classe incominciava a buttare tutto all’aria.
Un giorno, arrivata in classe mi lanciò una sedia addosso che per fortuna mi sfiorò.
Quel giorno avanti alle mie colleghe che guardavano impassibili feci la mia prima dinamica con lui.
Lo contenni e lo obbligai a chiedermi scusa, poi mentre lui continuava a gridare me lo tenni avvinghiato tra le gambe e continuai a guardare i quaderni degli altri bambini.
Io dissi alle mie colleghe che il contenimento è una tecnica consentita e che non potevo permettere che lui facesse del male ad altri bambini.
Loro andarono via e da quel momento un poco alla volta Francesco si acquietò.
In seguito invitai i bambini a fare teoria assieme su quello che era accaduto e decidemmo che Francesco doveva cominciare a parlare quando qualcosa non andava e che pur tenendo il suo quaderno per disegnare doveva iniziare ad avvicinare il suo banchetto (dal quale non si voleva scollare) ai suoi compagni.
Questo è stato uno dei tanti episodi ma per tutta la prima e la seconda elementare se ne sono susseguiti tanti altri ed io e la classe siamo stati la sua terapia.
Da quel momento abbiamo cercato di condividere assieme i vari momenti della mattinata scolastica in modo proficuo, di crescita del gruppo classe e questo grazie a Francesco e poi anche a tanti altri bambini che pur non manifestando il loro disagio erano ben rannicchiati dentro loro stessi e un po’ alla volta si sono scoperti e ad oggi ne vedono il beneficio.
I compagni avevano paura di lui però dopo hanno cominciato a conoscerlo e a prendere fiducia anzi quando ci sono stati i suoi primi racconti hanno pianto con lui.
Io ho cercato di coinvolgere i genitori che lo hanno fatto solo i primi due anni, meglio di niente. Per tutto il resto ho messo in atto quello che io ho imparato con il metodo alla salute.
L’ho trattato come tutti gli altri, gli ho fatto capire che io non avevo paura di lui e che lui mi doveva rispettare, ho cercato di sensibilizzare la classe a non colpevolizzarlo ma a vedere ciò che loro potevano fare a partire dai loro cambiamenti , a trovare un positivo anche negli eventi difficili che hanno dovuto vivere con Francesco.
Un giorno, in terza elementare, Francesco ha cominciato a raccontare, mi ha guardata con quei suoi grandi occhi azzurri e mi ha detto:” maestra io non ce la faccio più a vivere in quella casa, non mi fanno uscire, sono sempre solo, gioco da solo, le punizioni che mi danno sono esagerate e mia sorella è sempre la più brava.”
Metà classe piangeva.
I genitori si sono molto ammorbiditi ma non si sono voluti immergere.
Sono persone molto distanti dalla vita emotiva del figlio.
In questi cinque anni sono riuscita a tenerlo lontano da tante diagnosi e ad oggi è un bambino che ha imparato a esprimere le proprie emozioni e un po’ alla volta a relazionarsi con i compagni, è il migliore nella teoria.
Ha uno sguardo attento e indagatore.
Quest’anno ho deciso, proprio perché è l’ultimo anno, di dare a loro qualcosa di più continuativo. Infatti, almeno due volte al mese farò il nostro circle time.
I genitori sanno dei nostri gruppi e ne sono contenti ma le mie colleghe sono ancora molto distanti.
Giornalmente quando ci sono problemi o questioni da risolvere ci fermiamo.
Proprio per questo dopo essermi inserita nella commissione intercultura e disagio ho proposto un corso di aggiornamento sul disagio e l’intercultura in modo da poter presentare e proporre un progetto legato al circle time con l’Associazione alla Salute.
Dall’inizio dell’anno quasi ogni giorno facciamo i pensieri prima di aprirci alle attività ma due gruppi al di fuori dei banchi di scuola sono stati veramente preziosi.
Nel primo gruppo abbiamo voluto aiutare Luigi, un bambino che non ha mai conosciuto il padre, al quale quest’anno gli è morto il nonno che aveva sostituito tanto la figura paterna.
Immaginate che il giorno dei funerali del nonno lui è venuto a scuola e non gli hanno permesso di andare ai funerali, allora io dico come si può entrare la mattina in una classe e far finta di niente.
Luigi quella mattina ha pianto, ha parlato del nonno è stato accolto dai compagni e poi siamo riusciti anche a risalire ridendo e alleggerendo così è stato fatto nei giorni successivi.
Luigi da allora abbiamo cercato di aiutarlo coinvolgendo anche i genitori degli altri bambini che si sono attivati per aiutarlo ospitandolo a casa.
Lui quando è a casa con la nonna e la mamma ha degli scatti di aggressività con la madre e lei è spaventata.
Così abbiamo portato fuori questo aspetto e lui ha raccontato che la mamma vuole che stia con la nonna per consolarla e la nonna quando la mamma rientra dal lavoro le dice che lui la fa piangere perché la tratta male.
I bambini sono stati molto bravi perché gli hanno detto che lui non si deve chiudere ma deve esternare i suoi bisogni con la mamma e che loro l’avrebbero aiutato invitandolo a casa.
Dopo mi sono sentita con la mamma e anche lei in difficoltà ha pianto per telefono e ha cercato di fare un passettino verso i bisogni del figlio.
Nel secondo circle time.
Avevo le vertigini allora ho chiesto a due bambini di aiutarmi, Alesssandro ed Elisa.
In questo gruppo non abbiamo fatto in tempo a finire i pensieri che come una valanga Alesssandro, un bambino pugliese, comincia a piangere e a dire che c’è una cosa che lui si porta dentro che lo fa stare male da tanto tempo.
Un amico della classe con il quale era molto legato non va più a casa sua ma a lui questo lo fa stare male perché pensa che sia colpa sua.
Invece scopriamo che la mamma di quest’altro bambino lo costringe a non uscire per i tanti impegni della sorellina più piccola.
Francesco ha dato un titolo alla situazione” Federico lo spacca cuori” perché legato a questo bambino ce ne erano anche altri che vivevano la stessa situazione sempre con Federico.
Rispetto a quest’ultimo non ho preso posizione, ma abbiamo cercato di aiutare Alesssandro a liberarsi di questo senso di colpa e invitarlo ad aprirsi anche a nuove amicizie.
Nei giorni successivi Alesssandro ha attraversato proprio un momento di lutto e noi gli siamo stati vicino e da Federico lo spacca cuori siamo passati a Federico risana cuori. Titolo dato da Francesco perché come è emerso nella teoria Federico è un bambino molto generoso e sensibile che ha un buon femminile e venendo a mancare nella relazione fuori dalla scuola con i compagni si era un po’ chiuso e i bambini ne soffrivano ma in silenzio perché si sentivano in colpa. Nessuno parlava, quindi è stato bravo Alesssandro a portare fuori e a liberarsi.
Prima di partire per le vacanze di Natale Alesssandro mi dice che la madre da brava pugliese ha organizzato una serata con i genitori dei bambini coinvolti in questa dinamica e lui mi ha ringraziato.
A volte si pensa che dietro dei litigi tra compagni non ci sia niente di più che roba da bambini e invece spesso ci siamo noi adulti.
Cercare di portare alla luce e di fare chiarezza tra di loro è importante perché si sciolgono meccanismi legati ai sensi di colpa, alla paura di non essere accettato dal gruppo che provocano sofferenza e un clima di malcontento in classe.
Fare il gruppo poi non significa risolvere grossi problemi ma partire da piccole cose che tenute dentro diventano grandi.
A volte anche la chiusura di un solo bambino può portare a cambiare le dinamiche di un’intera classe e a creare situazioni di disparità.
Rimescolare, rimettere in movimento e far emergere per poi fare chiarezza è fondamentale va di pari passo con la lezione da svolgere connesse a tutte le altre attività della scuola.
Fino a qualche tempo fa, non è passato poi molto tempo, quando entravo in contatto con loro sentivo una parte troppo coinvolta e non abbastanza distinta dentro di me poi l’anno scorso per me è stato un anno di silenzio, di maturazione e quest’anno invece sento di essere ripartita più a partire da me e dal progetto nuova specie.
Sento il valore e l’importanza di portare il Metodo Alla Salute nella mia scuola, un nuovo punto di vista che si metta dalla parte della vita dei bambini e non contro.
Sento che in questo una spinta forte me l’abbia data anche vedere una parte di quello che ha costruito Sabrina ad Ordona ma soprattutto sentire il suo crederci, mi ha anche incoraggiata dandomi valore.
Inoltre mi sento anche molto supportata dal lavoro cominciato con grande dedizione da Sandra e Raffaele e poi da Cindy che stanno facendo strada anche per le cose future che verranno con amore e serietà.
Un ringraziamento speciale però va a te caro Mariano e a ciò che tu, attraverso il tuo dolore hai saputo creare e che oggi hai lasciato dentro di me.
Vivere la vita con le tante variabili che ci presenta oggi e avere la possibilità di leggere al di là di ciò che appare per risanarsi e sanare è lo spettacolo, è meraviglioso. Il sapere emotivo che non si trova su nessun libro ma che emerge quando dal simbolico riusciamo a far scendere fino al codice delle emozioni il nostro vissuto e attraverso la teoria che fa luce ritorna su e diventa sapere per noi e per gli altri.
Un augurio speciale a te Mariano che questo 2013 sia un anno di realizzazione concreta dei tuoi-nostri progetti e che ci porti a scambiare con te in modo sempre più reciproco e profondo continuando a volerci bene.
Un bacio,
Nicoletta
1 Commento/i
Benedetta
Cara la mia coraggiosa e dolce Nicoletta,
le tue parole sono entrate come spade…
Mi hai commossa! E' troppo bello vedere quanto lavoro e quanta crescita oggi è in atto dentro persone come te che sono dovute ripartire da "niente".
Mi hai commossa anche perché mentre raccontavi le dinamiche avvenute coi tuoi bambini mi sembrava di essere li e ho sentito il valore alla vita che questi bambini hanno potuto respirare grazie al tuo desideroso e concreto operare.
Sei una donna preziosa per te,per la tua famiglia, per loro e per molti di noi…
Continua in questo viaggio inedito, io ti starò accanto.
Con grande amore!
Benedetta.