Favara (AG), giovedì 17 gennaio 2013. IMMERSIONE NEI SENTIMENTI-EMOZIONI DEGLI ALUNNI. A SCUOLA CON ANGELO.
La scuola se si apre alla sperimentazione di modalità rispettose dei sentimenti e delle emozioni dei suoi attori ha tanto ancora da dire. Le verifiche classiche date da consegne tematiche legate alle lezioni frontali e alle letture stereotipate dei testi in adozione non rispondono ai percorsi formativi che la società complessa continua ad imporci attraverso i mass/media e l’ipertecnologizzazione a cui vengono abituati i ragazzi che frequentano le nostre aule.
Le notizie che trasbordano dai network ci rappresentano una generazione di pre/e/adolescenti che fanno fatica a passare all’adultità e soprattutto vivono la loro età con grande pressapochismo e difficoltà. Purtuttavia continuano a vedere nella scuola un luogo di formazione a cui prestare tempo ed attenzione non sempre ricambiato. E cosa fare per ricambiare la “fiducia“ che ancora mantengono in questa importante istituzione formativa? È necessario, innanzitutto, non deluderli. E per far ciò occorre prendersi cura di ognuno di loro a partire dalla “gestione“ di sentimenti ed emozioni sottoposti ad una sorta di marginalizzazione e di schiacciamento da parte di una società patrimoniale che anziché investire sulla maturità dei suoi cittadini scommette, di fatto, sulla dis/maturità ‘utile’ per continuare a dare maggiore peso al “patrimonio (economico)“ rispetto alla psyché, all’essere, all’anima, alla iità di questi ragazzi in formazione.
La società patrimoniale, attenta quindi all’economia, non ha alcuna intenzione di puntare sulla costruzione/formazione di una cittadinanza attiva, ma sembra molto più interessata a ‘formare’ – si fa per dire – dei clienti/consumatori ai quali non occorre alcuna istruzione per foraggiare le multinazionali ed i poteri forti di una società ‘denarocentrica’.
La scelta di puntare su modalità di studio, di approccio e di verifica che abbiano al centro le emozioni va pertanto nella direzione opposta rispetto a chi continua a mortificare bisogni inespressi e mortificati di ragazzi allo sbando perché disorientati anche – perché non dirlo – da una politica scolastica di basso profilo.
E nonostante ci si trova ad operare in realtà fatiscenti noi vogliamo giocarcela e vogliamo dire la nostra per ridare fiato e speranza ai nostri alunni che ci chiedono maggiore impegno, serietà e lungimiranza. Ed è per questo che dopo avere proposto agli alunni della 2^ B (secondaria di primo grado) un’immersione con le musiche new age dalle quali si è partiti per fare la prova scritta d’Italiano l’altro giorno ho presentato il bastone della pioggia rivelatosi molto utile per continuare a dare ossigeno all’idea di dare piena cittadinanza alle emozioni profonde ed ataviche dei nostri alunni. Di seguito trascriviamo quanto ha sentito di comunicarci ciascun alunno dopo avere ascoltato per circa un minuto il dolce e ‘uterico’ suono del bastone della pioggia:
Le emozioni provate in una frase:
“Mentre, con gli occhi chiusi, ascoltavo quel rumore, sentivo la pioggia che scendeva e s’infrangeva sulle finestre. Ho provato una sensazione molto piacevole” – Eloisa.
“Ho provato tanta felicità. Il rumore mi ha fatto ricordare la nascita di mia sorella e mi ha fatto piacere sentirlo perché mi ricorda bei momenti” – Giusy.
“Il rumore mi ha portato ad immaginare un serpente nell’atto di mangiare qualche preda” – Alessio.
“Il bastone della pioggia a me ha dato un’emozione sgradevole e non ho immaginato niente in particolare” – Ilenia.
“Io ho ricordato una storia d’amore con una ragazzina della prima classe e mi ha fatto piacere” – Giovanni C.
“Il rumore mi ha fatto immaginare un camion mentre scarica brecciolino… e mi ha fatto piacere ascoltarlo” – Giovanni M.
“Il movimento del bastone della pioggia mi ha fatto immaginare un’estate molto arida… e che finalmente l’arrivo della pioggia ridava forza e vita alla vegetazione” – Calogero M.
“Ho immaginato di essere dietro alla finestra mentre dal cielo scendeva pioggia e grandine ed ho provato una bella sensazione di piacere” – Elisa.
“Ho provato un’emozione molto bella. Sentire la grandine che nel buio della notte cadeva come dei “fiori dal cielo“… mi sono rilassata davvero” – Giusy N.
“Io non ho provato alcuna emozione non a causa della musica ma per colpa di alcuni miei compagni che scherzavano anziché ascoltare” – Jasmine.
“Ho sentiti un fruscìo molto piacevole e mi sono rilassata” – Alessia P.
“Ho provato una strana sensazione era come se al posto dell’acqua piovessero tanti pezzettini di vetro” – Carmelo.
“Mi ha ricordato il mare e l’acqua limpida, trasparente e le conchiglie che si ammucchiavano a riva. Per me questo ha significato la trasparenza di una persona che porta fuori tutti i suoi pensieri e stati d’animo” – Miriam.
“Pur non provando emozioni particolari il rumore del bastone in movimento mi è stato molto gradevole” – Alessia S.
“Ho immaginato l’acqua mentre si muove, il vento e schegge di pietrisco colorate” – Erika.
“Il rumore mi ha fatto immaginare un serpente a sonagli nella foresta in cerca di una preda” –
Gabriele.
3 Commenti
Unknown
Bravo Angelo, l'idea di far scrivere i post ai ragazzi è geniale e penso che più materiale rispetto ai "cerchi magici" a scuola circoli meglio è!
Angelo
Carissimo Giuseppe, grazie per le tue parole e per i tuoi suggerimenti, credo che la cosa più importante – in questo momento – è la semina. Il raccolto ci aiuterà ad andare oltre. Ed i nostri ragazzi ci chiedono di far presto… vogliono essere ascoltati e noi sentiamo ch'è venuta l'ora di introdurre nella scuola, di tutti, nuove modalità d'interazione che promuovano i linguaggi del corpo e delle emozioni per viversi e vivere meglio il rapporto con se stessi e col mondo, con la propria storia intrafamiliare e con la quotidianità 'saccheggiata' da una società 'denarocentrica' ed anaffettiva.
Giuseppe
Bravo Angelo, sei davvero creativo e sai osare. Un grazie a tuo figlio Salvatore che ti ha spinto a cercare e trovare alternative per te e per il tuo lavoro. Cosa diventerebbe la scuola se tanti papà sfiancati dai probelmi psichiatrici dei figli si trasformassero in tanti angeli del cambiamento nella società e nel lavoro in cui sono inseriti. Credo proprio che tu, Sabrina, Sandra, Raffaele, Cindy, Nicoletta, Davide e altri rappresentate proprio una bella versione di cosa si può diventare se si adotta un nuovo punto di vista. Perché non vi mettete insieme e assieme ad altri non create un coordinamento dentro la scuola? Mi piacerebbe anche come speranza per i miei figli che ancora non ho.
Giuseppe