Agrigento, lunedì 29 ottobre 2012. BILANCIO DI UN PERCORSO AL CMS DI FOGGIA.
FATTI E NON PAROLE…
QUESTO E’ IL METODO ALLA SALUTE
del DR. MARIANO LOIACONO
Siamo al bilancio che ritengo fondamentale dopo un periodo decisamente intenso. L’esperienza iniziata a Giugno e continuata a Luglio, metà Settembre ed Ottobre merita un minimo di considerazione e riflessione. Per far ciò è utile partire dall’anteprima.
Mio figlio prima di iniziare il percorso a Foggia era lo spauracchio di tutti; persino l’ospedale psichiatrico di Sciacca ad un certo punto ha chiuso ‘porte e finestre’ per non confrontarsi con le problematiche vissute ed agite dal ragazzo. È come se un solo ‘paziente’ avesse messo in crisi un’istituzione collaudata. Lui era ‘domabile’ solo con dosi massicce di antipsicotici e col passare del tempo noi, come famiglia, abbiamo preso atto che l’istituzione ospedaliera non era all’altezza di dare risposte efficaci ad una domanda precisa.
Gli psichiatri che abbiamo avuto modo di conoscere erano ‘psicotizzati’ sulla diagnosi. Per loro era importante stabilire il tipo di schizofrenia da definire per adattare gli psicofarmaci di pertinenza. Come dire. Il loro intervento era solamente ‘ricettario’, dovevano stabilire semplicemente il farmaco da dare poiché non intravvedevano e non contemplavano alcuna forma di riabilitazione né dalla ‘malattia mentale’ e né dal farmaco che doveva essere assunto vita natural durante. La loro opera non prevedeva pertanto altra funzione che quella della prescrizione chimica ad una condizione che pur non avendo nulla di psichiatrico era da psichiatrizzare, perché questo è in atto l’insegnamento che le nostra Università impartiscono.
Quando un familiare del ‘paziente’ chiede spiegazioni sugli effetti benefici della terapia farmacologica loro riescono solo a dire che i neurolettici sono dei farmaci sintomatici che se tolti fanno riemergere il sintomo che rimane come una cicatrice sull’anima di chi ne soffre e che pertanto può essere cambiato ma non tolto. Poco importa se il sintomo non è congenito e che una via alternativa sarebbe auspicabile, possibile e di fatto sperimentata da quasi 40 anni.
Per loro quando si parla di schizofrenia siamo alle soglie, se non oltre, della follia per cui gli ‘effetti collaterali’ sono la psichiatrizzazione, l’internamento nelle comunità – inutilmente – pagate dalle ASL e la possibilità per i malcapitati di una pensioncina utile a rimarcare ed etichettare l’appartenenza del ‘malato mentale’ alla grande famiglia delle industrie farmaceutiche che attraverso i dipartimenti psichiatrici, i SERT, le Comunità a ‘doppia diagnosi’ aumentano e sostengono la loro inutile, deleteria e miope attività promossa da un Sistema Sanitario Nazionale ed Internazionale superficiale, inadeguato e sottomesso.
Ma ‘ammuccia, ammuccia ‘ca tuttu pari’. Traduco: Nascondi pure quel che vuoi, prima o poi tutto verrà ugualmente alla luce. Seppure sull’esperienza del Metodo alla Salute del Dr. Mariano Loiacono s’è stesa una coltre di polvere dalla Sanità Ufficiale i bisognosi sono riusciti a dare quella visibilità che nessuna ‘coltre’ può impedire. Quotidianamente a Foggia si svolgono attività finalizzate a detronizzare e decapitare la ‘Malattia mentale’ che viene definita semplicemente disagio diffuso di conseguenza è la gente normale che, attraverso la conoscenza del Metodo alla Salute e l’esperienza maturata sulla propria pelle, riesce ad entrare nei nodi profondi di chi disorientato da un processo di cambiamento rapido e complesso si vede marginalizzato, ghettizzato e medicalizzato solo perché più indifeso e più fragile rispetto al proprio nucleo familiare d’appartenenza.
La ‘carta vincente’ del CMS di Foggia è l’accompagnamento, ovvero il cosiddetto sintomatico (diagnosticato ‘malato’) viene accompagnato – obbligatoriamente – da un familiare definito asintomatico (‘normale’) che nel giro di qualche incontro nei ‘gruppi alla salute’ comprende come il ‘problema’ non è di esclusiva pertinenza del sintomatico ma anche propria in quanto all’interno del nucleo familiare, da tempo, diverse relazioni e rapporti erano disagiati, inesistenti, bloccati ed inadeguati; di converso chi ne ha risentito maggiormente e non esclusivamente è colui che li ha portati prima dallo psichiatra e dopo – fortunatamente – a Foggia.
È una ‘carta vincente’, quella del CMS di Foggia, poiché l’asintomatico – tramite la frequenza e partecipazione quotidiana ai ‘gruppi alla salute’, acquisisce gli strumenti per potersi rapportare col proprio familiare ed aiutarlo a riabilitarsi sia dalla ‘malattia’ trasformata in disagio diffuso sia dai farmaci che col tempo non solo verranno o potranno essere dismessi ma si riveleranno semplicemente inutili e dannosi.
A giugno quando siamo arrivati a Foggia il ragazzo assumeva 1000 ml di Depakin e 20 mg di ziprexa per un peso ponderale di 90 Kg. Con un passato da paura: più di 8 anni di inutili terapie e psicoterapie. Da allora ed in maniera graduata non prende più il Depakin e ha dimezzato di 10 mg lo ziprexa, di conseguenza pesa 78 Kg, sta decisamente meglio ed ha aumentato l’autostima. Questi sono i fatti. E su questi cercheremo di andare avanti cercando di adoperarci perché l’esperienza foggiana abbi un prosieguo anche in Sicilia dove è forte la domanda di speranza tra i tanti che in silenzio affollano le strutture sanitarie senza che ricevano conforto alcuno.