CMS (FG), giovedì 13 dicembre 2012. SETTIMANA INTENSIVA. Quarta giornata.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente Dr. Mariano Loiacono

 

QUARTA GIORNATA 
DELLA SETTIMANA INTENSIVA
A FOGGIA

“Santa Lucia ovvero l’ultima intensiva”

L’intensiva del giovedì si apre con gli auguri a Lucia e Luciana, prosegue con i ring e si conclude con la festa dedicata alla Fondazione Nuova Specie e soprattutto a tutti quelli che dopo una quattro giorni senza sosta hanno voluto concedersi una pausa per alleggerire e fare vuoto.
Santa Lucia per il CMS, per il Metodo alla Salute ed in primis per il Dr. Mariano Loiacono ha un sapore agrodolce che ricorda un’intensiva di 7 anni fa quando nel corso della conduzione si era lasciato andare in un pianto atavico da costringerlo ad abbandonare la seduta per riprenderla nel pomeriggio. Ci sono volute le corde della chitarra magistralmente toccate da Francesco per ricordare la fine  di 7 anni di vacche magre. Allora come adesso la preoccupazione era il futuro del CMS. Come dire, il tempo passa ma la musica è sempre la stessa. Non si riesce a mettere in banca uno straccio di contratto che garantisca il prosieguo del progetto all’interno dell’Utero devoto di una struttura pubblica.

La sera prima ci si stava ponendo un distinguo tra l’idea antipsichiatrica di Bucalo ed il Metodo alla Salute di Mariano, questo perché nell’occasione della presentazione del libro ‘La contessina’ si è voluto sottolineare come la realtà nostra sia aperta ad ogni confronto senza pregiudiziale alcuna. Per evidenziare la bontà e l’umiltà di come il Dr. Loiacono ha voluto porsi con Bucalo e le considerazioni fatte nei libri da questi pubblicati, ha ripescato una lettera inviata via email dove evidenziava il proprio compiacimento per l’esperienza siciliana, qualche perplessità sulla metodologia adottata e soprattutto la volontà di confrontarsi per aggiungere nuovi tasselli alle rispettive esperienze; lettera che non ha ancora avuto alcuna risposta nonostante l’assicurazione che fosse stata ricevuta e discussa, dal gruppo dirigente che supporta Giuseppe Bucalo. Ciò ha creato un certo disappunto da parte del Dr. Loiacono che avrebbe gradito una maggiore sensibilità da parte di un neoesploratore fermo alle colonne d’Ercole di un viaggio, di fatto autoreferenziale ed a circuito chiuso. 

Chiarita la linea sempre aperta al dialogo tra punti di vista diversi, la giornata operativa chiama e mette sul ring Victoria e sua madre Antonella. Il setting ha poche ma basilari regole: bisogna che i ‘contendenti’ si diano del tu, si guardino negli occhi, indispensabile per entrare nello spazio vitale di ciascuno e dicano la verità più profonda di ciò che pensano che ‘sentono’ utilizzando tutti i codici comunicazionali compresi nel GRAL. Si rileva come non bisogna avere paura di partire dal negativo che predomina e condiziona in quel momento la relazione in quanto mediatore di relazioni mature. Il negativo esternato non è altro che un atto d’amore che va valorizzato.
In questo primo ring Antonella riconosce le sue mancanze dando sue giustificazioni che la figlia Victoria conosce in buona parte e che non riesce ancora ad elaborare, per questo le suscitano rabbia che scarica sulla madre picchiandola al fine di scuoterla a farla uscire da una forma di anestesia analogica che la fa sentire più morta che viva. Ed è quello che Victoria non tollera più della madre. La cosa bella è stato l’abbraccio liberatorio di mamma e figlia a dimostrazione dell’amore che si libera dal negativo che ci condiziona spesso l’esistenza e non ci lascia vivere per come vorremmo.

Chiara ch’era stata chiamata a sostenere Victoria per storie similari vissute viene stimolata a dire la sua nei confronti del padre che assorbe, ancora una volta, le considerazioni della figlia in merito a ruoli anomali che egli s’era ritagliato in famiglia, ribadendo come non riesce ancora a capacitarsi com’era stato possibile che un fatto normale, spontaneo, come l’inizio delle prime mestruazioni gliel’abbia fatto vivere come se si fosse trattato di qualcosa di strano e non naturale. Ritornare a quel periodo diventa per lei doloroso perché a doverla informare di quello che le stava accadendo era stato il padre e non la madre.
Chiara ha continuato a lamentare rapporti con la madre ed il padre privi di autenticità. La verità nella sua totalità, bella e brutta, non era prassi condivisa perché la madre stava sempre in depressione ma non se ne doveva parlare, il padre faceva anche  il mammo/male e si doveva far finta che tutto andasse bene. Se gli effetti sono quelli frantumati che Chiara e la sorella hanno manifestato negli anni quella non era una famiglia ma altro su cui continuare ad operare con la consapevolezza che il percorso è solamente iniziato.

L’altra famiglia che è salita sul ring è stata quella di Silvano, Antonietta, Diego ed Enrico ed è qui che Mariano mostra le sue capacità d’interazione con Enrico che viene condotto, quasi per mano, a ribadire i suoi bisogni e ad essere positivamente invaso da alcune donne che si offrono per rispondere al bisogno  del ragazzo di sentirsi toccato nelle parti intime e quindi svegliato e valorizzato nella sua corporeità dimessa e inevasa. È da sottolineare, a tal proposito, il richiamo e la speranza di Mariano ad una chiesa che si mostra ancora chiusa ai bisogni dei nuovi cristi, delle nuove natalità, delle tanti croci come quella che da diversi anni porta Enrico, quando invece potrebbe mobilitare il suo esercito di giovani suore per liberare il corpo di tanti ragazzi intrappolati da nodi e/o da psicofarmaci restituendo loro parte della libertà perduta e del piacere sopito.
A seguire vengono chiamati sul ring Betty e Jasmina la quale chiede che sia la sorella a parlare per prima considerato ch’è sempre stato il contrario. Betty mostra il bisogno profondo di ricercare ancora la madre biologica pur stando bene con quella adottiva, ma Jasmina la sgrida perché non ritiene possibile insistere su qualcosa che oramai è risaputa. Non ha senso cercare una madre zingara prostituta quando bisogna stare coi piedi per terra. In sostanza Betty non vuol farsene una ragione dei richiami alla realtà della sorella che fa presente di volere distaccarsi per un po’ di tempo da Betty perché vuole iniziare a partire da sé senza andare appresso a Betty che di contro sembra soffrirne anche perché non è molto convinta che Jasmine sia sua sorella pur somigliandole come due gocce d’acqua. 

I quadri di Michela, raccontati, da Antonella e apprezzati da tutti hanno fatto da sfondo alla necessità di sostenere la Fondazione Nuova Specie attraverso la veicolazione di linguaggi artistici metastorici che tendano di raccontarci la vita nell’atto di liberarsi dalla morte che quotidianamente ci ricorda la sua presenza che ci spinge a considerare se vogliamo assaporare il piacere di stare bene con noi stessi e con gli altri.

Subito dopo il ring ha impegnato la famiglia di Roberto; si evidenzia sin dalle prime battute come i figli stanno aspettando i genitori per dare una svolta a relazioni affettive decisamente frantumate e che solo un lavoro specifico su Roberto e Mirella potrà aiutarli a liberare e sciogliere i nodi che nel tempo si sono incastrati nell’anima e nell’animo di ognuno di loro. 
La famiglia di Michele che segue si è ritrovata per riprendere una relazione che la separazione aveva messo in difficoltà e che dopo il chiarimento avuto, viste le considerazioni fatte, potrebbe rimettersi a posto e questo alla rete che li sta supportando;
cosa invece che non si è verificata con la famiglia di Lucio, Lucia e Marco (assente Dario). Se loro quando 10 anni fa erano entrati in crisi avessero avuto una rete di supporto come l’attuale può darsi che non sarebbero arrivati alla separazione ed ai malintesi che contraddistingue la loro comunicazione coi figli. Sia Marco che Lucia lamentano di Lucio la sua insensibilità e difficoltà a farsi sentire tramite il linguaggio delle emozioni che lui s’è sempre negato e che non riesce a sopportare negli altri in primis sua moglie della quale nemmeno stasera le ha riconosciuto una vecchia sofferenza legata ad un messaggio in cui Lucio si doleva d’essere solo… 

La giornata che s’è chiusa ad ogni partecipante ha dato tanto. Ognuno ha potuto prendere quello che l’ha toccato maggiormente e la cosa più importante è stata quella di verificare in prima persona come un uomo, un uomo solo, possa riuscire a seguire contemporaneamente più di 120 persone intercalando competenze teorico/prassiche specifiche a momenti di alleggerimento finalizzate a risvegliare l’attenzione di una moltitudine di persone dove dentro ci stanno pure bambini che se non lo si dicesse per motivi di cronaca non ce ne accorgeremmo nemmeno. 

Con il Dr. Mariano Loiacono tutto è possibile ed è per questo che lo ringraziamo in conclusione di quest’ultimo ring dell’ultima intensiva del 2012.
Lina e Angelo

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