Pisa, sabato 10 novembre 2012. LETTERA DELLA PROF.SSA AMELIA CILEO ALL’ON. NICHI VENDOLA.

Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola
E p.c.
Assessore della Salute Ettore Attolini
Lettera aperta
Spm
Lei di me non può ricordarsi per ovvi motivi, ma sono la prof.ssa Amelia Cileo, oggi madre di due splendidi ragazzi, moglie separata e ancora con un lavoro precario e, mi creda, basterebbe questo dato a farmi star ancora malissmo come madre e donna perché costretta a vivere a Pisa come supplente di sostegno e a stare lontana dai miei figli in Puglia.
Io ebbi il grande onore di conoscerla dal vivo, quando nel 1998 con il suo fascio di 50 rose rosse, benedì la allora “casa famiglia Nazareth a Terlizzi”, -politicamente si intende! – un tentativo, per altro rimasto tale, di casa famiglia voluto dal Vescovo del momento e che io e il mio ex marito, Tardia Massimiliano e Mariapia Facchini gestimmo. E mi sono permessa di circostanziarle il nostro incontro solo perché, a seguito di quella esperienza di Terlizzi terminata nel lontano 2000, io e mio marito siamo scoppiati come coppia e, io in particolare, con il mio disagio personale ho conosciuto l’accoglienza del mio disagio, così passando dall’altra parte della riva e per mia fortuna conobbi il Centro di Medicina sociale di Foggia nel 2003 e il Metodo alla Salute! E oggi posso testimoniare dunque che sono serena e pronta ad occuparmi, tutelare, curare ancora i mie figli e che lo devo soprattutto alla crescita umana che ho sperimentato grazie al Metodo alla Salute. Un metodo semplice e a portata di popolo, che si contestualizza da molti decenni negli Ospedali Riuniti di Foggia.
Oggi quindi le scrivo inserita nella scia luminosa di quella miriade di persone che, beneficiarie di questo percorso, stanno cercando di richiamare la sua attenzione/ascolto, laddove sembra che non ci siano “nè orecchi per sentire nè occhi per vedere”, una realtà sanitaria troppo seria ed importante come quella di Foggia, nata dall’esperienza del Dr. Mariano Loiacono, psichiatra e nome che credo non le sia affatto sconosciuto perchè ogni tanto, come un’ ape, le ronza intorno attratto dalla sua fragranza.
E io allora, visti i suoi troppi impegni, spero con questa lettera aperta e pubblica, unitamente a quanti come me stanno cercando di essere ascoltati e visti da Lei, nutro la speranza viva di far risuonare la mia voce poiché “La speranza è proprio capatosta” e come qualcuno afferma…(e io ancora ci credo) – “nel dilemma della speranza…. io oso sperare in un dialogo”-, convinta che le Sue parole ben interpretano il cuore del Metodo alla Salute che oggi rischia di non poter proseguire la sua opera per pratici motivi burocratici vista l’ormai abbondantemente età pensionabile raggiunta dal Dr. Loiacono e il contestuale mancato rinnovo contrattuale del Dr. Gianni Chiariello, medico già esperto di tale Metodologia.
Sono qui nella presente a testimoniarle che per me il Centro di Medicina Sociale ha rappresentato un contesto sano e maturativo di crescita non solo per il mio personale disagio e/o quello di coppia, ma soprattutto prosegue oggi a supporto concreto di crescita umana per me i miei due figli, Paolo e Annamaria, e ci aiuta nell’affrontare, con la dovuta semplicità di cuore e dignità, il dramma del vivere lontani in una società sempre più globalizzata ma frammentaria e frammentata! Inoltre grazie a tutta l’esperienza complessa e intrecciata di crescita teorico/prassica che offre questa metodologia, ne beneficio anche come educatrice per gli approfondimenti generati e documentati dal prezioso Coordinamento Nazionale di Docenti ed Educatori nato per creare il singolare e innovativo know how del Metodo alla Salute sul mondo scuola!
Le ho scritto quindi convinta e certa che l’insistenza di un popolo che la chiama oggi incontrerà finalmente in lei l’uomo sanguigno e passionale capace di convincere e appassionare gli animi, che saprà e desidererà così trovare il “tempo del contatto” per percepire con la sua vista da falco pellegrino le potenzialità di un metodo che assieme alle altre frontiere della sanità pubblica non appartiene ad un casato di eroi ma all’umanità tutta!
Rimango in fiduciosa attesa delle stesse rose rosse che ricevemmo allora, convinta che oggi le rose porteranno il nome di quanti la potranno e vorranno ringraziare della sua presenza a Foggia!