Cusano Milanino, giovedì 25 novembre 2012. LETTERA DI MARTA MARIA ALL’ON. NICHI VENDOLA.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
LETTERA DI MARIA MARTA,
PERSONA IN TRATTAMENTO
C/O IL CMS DI FOGGIA,
ALL’ON. NICHI VENDOLA.  

Cusano Milanino, 25/10/12
 

Egregio Presidente,
 

Le scrivo in merito all’ormai imminente chiusura del Centro di Medicina Sociale di Foggia.
 
Faccio parte di quella categoria di giovani che la società avrebbe fatto fuori
  • cinque ricoveri psichiatrici tra TSO e TSV (Trattamento Sanitario Obbligatorio/Volontario); 
  • un periodo di permanenza in un CRA (Centro Riabilitativo Alta Assistenza);
  • un periodo di frequentazione di un Centro Diurno;
  • innumerevoli psicofarmaci assunti (Xeristar,Entact, Citalopram, Depakin Chrono, Seroquel, Risperdal, Abilify, En, Xanax, Tavor…)

Non farà fatica a pensare che un motivo al mio trattamento psichiatrico ci doveva pur essere, allora per renderle ancora più semplice la comprensione, glielo dico io.
 
Sono stata una suicida (due tentati suicidi), un’autolesionista, dipendente dalle benzodiazepine (ansiolitici), borderline, bipolare, ciclotimica, disforica.
 
Insomma, ai tempi di tutto questo calvario ero una giovane donna di ventitré anni afflitta da un cosiddettodisturbo di personalità cronico”: per me non c’era più alcuna prospettiva di vita fuori dalla mia patologia e dall’assunzione costante di psicofarmaci.
 
Non solo, mi ritenevano incapace di vivere in autonomia e per me era già imminente il ricovero in una Comunità Residenziale, quelle in cui entri e non sai quando esci, quelle in cui vieni allontanato dalla società e dalla tua famiglia.
 
Presidente, sono nata e cresciuta a Milano, in Lombardia, luogo in cui il modello sanitario è ritenuto un’eccellenza, in una famiglia colta composta principalmente da insegnanti e musicisti, eppure per salvare la mia vita ho preso un Intercity e sono scesa a Foggia, in Puglia, nel Sud Italia.
 
Lì sono stata devotamente accolta dal Dr. Mariano Loiacono, nel Centro di Medicina Sociale di Foggia, dal suo Metodo, dai suoi collaboratori (volontari e personale dipendente), dalla Puglia.
 

Ero disperata, Presidente Vendola, non avrei mai accettato di finire in una Comunità Residenziale, avrei molto probabilmente tentato il mio terzo suicidio e invece la vita mi ha voluto bene.
 
Nella meravigliosa terra che è la vostra, una terra che io amo incondizionatamente esiste un uomo – psichiatra e psicoterapeuta, ideatore del Metodo alla Salute – che non crede al concetto di malattia mentale o di dipendenza, che non crede all’uso degli psicofarmaci, delle comunità. Quest’uomo, che non guadagna nulla se non il suo onesto stipendio, ci ha aiutati e ci aiuta con fatica, dedizione e costanza a trovare un senso al nostro dolore, a ricontattare le nostre parti più profonde, a creare una prospettiva-progettualità e lo fa coinvolgendo le nostre famiglia, alla luce del sole, con un Metodo accessibile sia teoricamente sia praticamente, in una struttura pubblica, ottenendo risultati, producendo grandi quantità di documenti cartacei/audio/video.
 
Le posso garantire che il Centro di Medicina Sociale del Dr. Loiacono ha un’utenza immensa; si sono rivolte al Centro persone provenienti da: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Campania, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, dal Belgio addirittura e dalla Svizzera. E voi che cosa volete fare?
 
LO VOLETE CHIUDERE?
 
Ora io ho ventisette anni, non prendo più psicofarmaci da quasi due anni (dal 12 novembre 2010), non ho più tentato il suicidio, non ho più attuato atti di autolesionismo, non ho più messo piede in un ospedale psichiatrico, né in una Comunità, né in un Centro Diurno.
 
Sono una persona assolutamente autonoma; sono una persona “in equilibrio”, consapevole che la vita è un viaggio e che sarò sottoposta ad ulteriori cambiamenti del mio equilibrio e di quello delle persone accanto a me.
 
Prima di diventare “matta”, Signor Presidente, ero una ragazza molto attiva: studiavo Psicologia, cantavo in diversi gruppi, avevo molti amici, un fidanzato, viaggiavo.
 
Dentro di me in realtà si muoveva e si espandeva molta sofferenza e così un giorno il cortocircuito, un buco nero che mi risucchiava, l’incapacità di stare nella vita, un allontanamento progressivo da me stessa (disagio diffuso), dai miei bisogni, dalle abilità base di qualsiasi essere umano.
 
Per questa società sarei stata etichettata solo come una malata, una donna sensibile, una donna ingestibile e invece ora dopo aver vissuto l’inferno, sono tornata in una prospettiva di vita molto più globale e profonda di quella di prima del cortocircuito.
 
Le ripeto che tutto questo lo devo al Dr. Loiacono, al Metodo alla Salute e al luogo che mi ha accolta quando ero disperata, al Centro di Medicina Sociale di Foggia che non dovete assolutamente chiudere…
 
HA IDEA DI QUANTE MARTA CI SONO IN GIRO PER L’ITALIA?
 
La mia famiglia ed io siamo disponibili a raccontare la nostra storia a farle visionare documenti, fotografie, ad incontrarci per un colloquio.
 
Durante tutto il mese di novembre sarò a Foggia per seguire un corso di formazione tenuto dal Dr. Loiacono, perché non ci viene a trovare?
 
Mi voglio fidare di Lei, Presidente, voglio dar valore alla sua sensibilità e credere che mi risponderà,

Marta Maria


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