CMS (FG), giovedì 8 novembre 2012. CORSO DI QUADRIMENSIONALISMO. Seconda giornata.
p { margin-bottom: 0.21cm; }
III CORSO INTENSIVO DI
QUADRIMENSIONALISMO.
SECONDA GIORNATA.
Ieri era la pioggia che andava,
stamattina è ritornato il sereno: gli antenati Sole e Cielo ci
accompagnano inaspettatamente in questo secondo giorno di corso, a
ricordarci che la vita sa parlarci ed esprimere i suoi buoni auspici
attraverso un linguaggio antico. L’anello diabolico in cui il CMS
di Foggia si trova in questo momento storico, l’oscurità del
canale da parto, teatro di un travaglio doloroso, oggi sono stati
raggiunti da un raggio di speranza: le istituzioni, pressate dalla
pioggia di testimonianze di chi non si arrende alla chiusura del
centro, hanno fatto visita al folto popolo quadrimensionale, nelle
persone del l’Ing. Manfrini (Dir. Gen. ASL territoriale), Dr.
Fuiano (dir. Amm. A. O. Foggia), Dr. Procaccini (Dir. Sanitario A. O. di Foggia).
Il messaggio è stato incoraggiante: non potendo non riconoscere il
valore dell’esperienza professionale del Dr. Loiacono,
testimoniata anche oggi dalla massiccia presenza di persone
provenienti da tutta Italia – e non solo -, i re magi hanno prospettato
per il centro non solo un futuro, ma anche una possibilità di crescita.
Tuttavia, come Mariano ci ricorda, è importante in questa fase
continuare a inviare le nostre testimonianze alle istituzioni
(risparmiando per il momento i tre succitati), perché il tutto non
si esaurisca nell’entusiasmo di promesse verbali.
stamattina è ritornato il sereno: gli antenati Sole e Cielo ci
accompagnano inaspettatamente in questo secondo giorno di corso, a
ricordarci che la vita sa parlarci ed esprimere i suoi buoni auspici
attraverso un linguaggio antico. L’anello diabolico in cui il CMS
di Foggia si trova in questo momento storico, l’oscurità del
canale da parto, teatro di un travaglio doloroso, oggi sono stati
raggiunti da un raggio di speranza: le istituzioni, pressate dalla
pioggia di testimonianze di chi non si arrende alla chiusura del
centro, hanno fatto visita al folto popolo quadrimensionale, nelle
persone del l’Ing. Manfrini (Dir. Gen. ASL territoriale), Dr.
Fuiano (dir. Amm. A. O. Foggia), Dr. Procaccini (Dir. Sanitario A. O. di Foggia).
Il messaggio è stato incoraggiante: non potendo non riconoscere il
valore dell’esperienza professionale del Dr. Loiacono,
testimoniata anche oggi dalla massiccia presenza di persone
provenienti da tutta Italia – e non solo -, i re magi hanno prospettato
per il centro non solo un futuro, ma anche una possibilità di crescita.
Tuttavia, come Mariano ci ricorda, è importante in questa fase
continuare a inviare le nostre testimonianze alle istituzioni
(risparmiando per il momento i tre succitati), perché il tutto non
si esaurisca nell’entusiasmo di promesse verbali.
Questo 8 novembre è importante
anche perché ricorre il 38° anniversario della Laurea in Medicina e Chirurgia di Mariano: nelle fotografie in bianco e nero gli occhi
lucidi di un 26enne reduce dal viaggio attraverso i congegni
prodigiosi della vita, dove ogni sua parte, anche quelle considerate
inerti o nella loro mera funzionalità, svuotate della loro
specificità da una scienza fenomenologica e descrittiva, può
rivelare invece, ad un occhio che non si accontenta di ciò che vede,
un’anima, uno spirito creatore, una profonda sapienza delle leggi
della vita.
anche perché ricorre il 38° anniversario della Laurea in Medicina e Chirurgia di Mariano: nelle fotografie in bianco e nero gli occhi
lucidi di un 26enne reduce dal viaggio attraverso i congegni
prodigiosi della vita, dove ogni sua parte, anche quelle considerate
inerti o nella loro mera funzionalità, svuotate della loro
specificità da una scienza fenomenologica e descrittiva, può
rivelare invece, ad un occhio che non si accontenta di ciò che vede,
un’anima, uno spirito creatore, una profonda sapienza delle leggi
della vita.
Chiara con la sua storia e la sua
sofferenza offre un’ulteriore occasione per dar valore al negativo:
l’anello diabolico dello scollamento, dove ciò che è stato non
c’è più e ciò che verrà ancora non si vede, il buio in cui si
trova la fa sentire smarrita, la tenta a ricorrere a vecchie soluzioni, ad aspettare che un nuovo spettacolo, nuova linfa vitale
le arrivi dall’esterno. Mariano intrecciando vissuto e
rappresentazione, vita e conoscenza la accompagna a transitare, a
vedere al di là di questa storia, a valorizzare il momento di
perdita, di meiosi perché è proprio dalla meiosi che può nascere un nuovo e inedito spettacolo di vita. La esorta a ripartire da ciò
che solo lei è, dalla sua specificità rimasta a lungo umiliata in
una vita che non l’ha rispettata, schiacciata sotto il peso delle
macerie di una bella casa senza fondamenta, come l’estremità di
una bacchetta di legno spezzata dall’impeto di un gesto. Offrendole
il bastoncino di legno Mariano ritualizza l’augurio di questa
nascita, di una Chiara bambina che inizia ad affidarsi al viaggio
metastorico, alla pioggia di lacrime di vero dolore preludio di un
nuovo sereno.
sofferenza offre un’ulteriore occasione per dar valore al negativo:
l’anello diabolico dello scollamento, dove ciò che è stato non
c’è più e ciò che verrà ancora non si vede, il buio in cui si
trova la fa sentire smarrita, la tenta a ricorrere a vecchie soluzioni, ad aspettare che un nuovo spettacolo, nuova linfa vitale
le arrivi dall’esterno. Mariano intrecciando vissuto e
rappresentazione, vita e conoscenza la accompagna a transitare, a
vedere al di là di questa storia, a valorizzare il momento di
perdita, di meiosi perché è proprio dalla meiosi che può nascere un nuovo e inedito spettacolo di vita. La esorta a ripartire da ciò
che solo lei è, dalla sua specificità rimasta a lungo umiliata in
una vita che non l’ha rispettata, schiacciata sotto il peso delle
macerie di una bella casa senza fondamenta, come l’estremità di
una bacchetta di legno spezzata dall’impeto di un gesto. Offrendole
il bastoncino di legno Mariano ritualizza l’augurio di questa
nascita, di una Chiara bambina che inizia ad affidarsi al viaggio
metastorico, alla pioggia di lacrime di vero dolore preludio di un
nuovo sereno.
La storia di Chiara si intreccia con
quella di Giuseppe, anche lui immerso nelle tenebre del tunnel
meiotico, confuso dalla perdita di una relazione che per lungo tempo
aveva rappresentato l’oasi ristoratrice, l’approdo ad una
condizione in cui la vita è funzionale, soluzione a vuoti derivanti
da antiche ferite, dove il codice simbolico risplende, mentre quelli
più profondi sanguinano; fino a che l’oasi si inaridisce, fino
a voltare le spalle al viaggio della vita. Il sangue è il disagio di
Marina, è il disperato bisogno di vivere i codici delle emozioni, a
raccoglierlo c’è Mariano, che accoglie il negativo, ancora una
volta, non lo esclude dalla vita, anzi lo erge a occasione più
preziosa per riconoscere la Metastoria, a momento privilegiato, in
cui la vita può iniziare una nuova gravidanza, transita in una
spirale infinita di cicli simbolico-diabolico, vita-morte.
quella di Giuseppe, anche lui immerso nelle tenebre del tunnel
meiotico, confuso dalla perdita di una relazione che per lungo tempo
aveva rappresentato l’oasi ristoratrice, l’approdo ad una
condizione in cui la vita è funzionale, soluzione a vuoti derivanti
da antiche ferite, dove il codice simbolico risplende, mentre quelli
più profondi sanguinano; fino a che l’oasi si inaridisce, fino
a voltare le spalle al viaggio della vita. Il sangue è il disagio di
Marina, è il disperato bisogno di vivere i codici delle emozioni, a
raccoglierlo c’è Mariano, che accoglie il negativo, ancora una
volta, non lo esclude dalla vita, anzi lo erge a occasione più
preziosa per riconoscere la Metastoria, a momento privilegiato, in
cui la vita può iniziare una nuova gravidanza, transita in una
spirale infinita di cicli simbolico-diabolico, vita-morte.
In questo
viaggio infinito la storia, che è ciò che vediamo e sappiamo, deve
essere radicata nell’esistenza, che nella radice etimologica – ex
ci rivela quella oscurità misteriosa, che mai si rivelerà
completamente, mai potrà essere colta del tutto da qualsivoglia
rappresentazione – religiosa, filosofica, scientifica che sia -, perché
limitate da una percezione simbolica e parziale di ciò che non può
vedere né sapere. Per questo nessuna rappresentazione dovrebbe
imporsi come assoluta, perché questo ostacolerebbe il viaggio della
vita che è infinito, dinamico, complesso così come In.Di.Co. è la
stessa oscurità misteriosa che nella sua Poesia globale Mariano
chiama Metastoria.
viaggio infinito la storia, che è ciò che vediamo e sappiamo, deve
essere radicata nell’esistenza, che nella radice etimologica – ex
ci rivela quella oscurità misteriosa, che mai si rivelerà
completamente, mai potrà essere colta del tutto da qualsivoglia
rappresentazione – religiosa, filosofica, scientifica che sia -, perché
limitate da una percezione simbolica e parziale di ciò che non può
vedere né sapere. Per questo nessuna rappresentazione dovrebbe
imporsi come assoluta, perché questo ostacolerebbe il viaggio della
vita che è infinito, dinamico, complesso così come In.Di.Co. è la
stessa oscurità misteriosa che nella sua Poesia globale Mariano
chiama Metastoria.
La Metastoria è, al di là delle categorie
temporali, è quel tutto dal quale non possiamo uscire, è il vento
che spinge Ulisse a superare le Colonne d’Ercole, ad affidarsi
all’oscurità misteriosa del mare aperto, a spronare i suoi
marinai, ad ammonirli che la vita nella sua essenza profonda non è
stanziale, ma avida di virtute e canoscenza. La Metastoria stessa non
è statica, non un’entità genitoriale e suprema che si nega o
taglia il male sublimando il bene, ma è in dinamica continua con
ognuno di noi; ognuno di noi è un In.Di.Co., anche se non tutto, è
il cordone ombelicale che ci collega alla Metastoria, il cuore
pulsante che ci mantiene in vita nelle tenebre dell’anello
diabolico. Ciò che solo io sono. La Metastoria è in ognuno di noi,
ma è necessario saperla riconoscere. Essa è in viaggio insieme a
noi: mentre noi siamo in viaggio come spiriti creatori, anche il suo
processo di creazione prosegue, come in gravidanza sia la madre sia
il feto sono in transizione, entrambi sono, senza sapere quale sarà
l’esito del viaggio. La Metastoria ci spinge al viaggio, mentre
essa stessa è in viaggio, così come l’ Ulisse-Mariano ci esorta
al viaggio non dalla terra ferma di una rappresentazione simbolica,
ma dal mare aperto, al nostro fianco.
temporali, è quel tutto dal quale non possiamo uscire, è il vento
che spinge Ulisse a superare le Colonne d’Ercole, ad affidarsi
all’oscurità misteriosa del mare aperto, a spronare i suoi
marinai, ad ammonirli che la vita nella sua essenza profonda non è
stanziale, ma avida di virtute e canoscenza. La Metastoria stessa non
è statica, non un’entità genitoriale e suprema che si nega o
taglia il male sublimando il bene, ma è in dinamica continua con
ognuno di noi; ognuno di noi è un In.Di.Co., anche se non tutto, è
il cordone ombelicale che ci collega alla Metastoria, il cuore
pulsante che ci mantiene in vita nelle tenebre dell’anello
diabolico. Ciò che solo io sono. La Metastoria è in ognuno di noi,
ma è necessario saperla riconoscere. Essa è in viaggio insieme a
noi: mentre noi siamo in viaggio come spiriti creatori, anche il suo
processo di creazione prosegue, come in gravidanza sia la madre sia
il feto sono in transizione, entrambi sono, senza sapere quale sarà
l’esito del viaggio. La Metastoria ci spinge al viaggio, mentre
essa stessa è in viaggio, così come l’ Ulisse-Mariano ci esorta
al viaggio non dalla terra ferma di una rappresentazione simbolica,
ma dal mare aperto, al nostro fianco.
Chiara
e
Alessia
e
Alessia