CMS (FG), sabato 29 settembre 2012. BILANCIO DEL PROGETTO FAAMA. Primo giorno della duegiorni al CMS.

Fondazione Nuova Specie ONLUS 

Presidente: Dr. Mariano Loiacono

BILANCIO DEL PROGETTO “FAAMA”:

UN PROGETTO RICCO
DI TANTE NOTE METASTORICHE.

Inizia la duegiorni foggiana per concludere la prima fase, e dare nuove prospettive a due progetti importanti che hanno avuto luogo nelle Marche: Progetto Faama e Progetto La Finestra di Babich.

Oggi, nei locali del Centro di Medicina Sociale, si è svolta la supervisione del Progetto “Faama”, che in osco significa “casa”, proposta dal Presidente della Fondazione Nuova Specie, il Dr. Mariano Loiacono.
Questo progetto inizia il 12/10/11 in Ancona, al quartiere degli Archi, che coinvolge principalmente una famiglia del territorio, Silvio Boldrini, Michela Garbati e i loro tre figli, con l’appoggio dell’Associazione alla Salute ONLUS Marche.

Il progetto ha lo scopo di accompagnare all’interno della propria casa attraverso dinamiche di vita, un ragazzo cosiddetto “psicotico”, Luigi Compagnone; infatti, come si è già potuto sperimentare con altri progetti della Fondazione Nuova Specie,  si vuole andare Oltre le Colonne d’Ercole, che nella mitologia greca erano i confini oltre i quali non si poteva andare perché altrimenti sarebbe giunta la morte.

Mentre la psichiatria tradizionale si è fermata alle colonne d’Ercole, i protagonisti del progetto, che nel tempo si sono formati all’interno del percorso del Metodo alla Salute, cercano di oltrepassarle superando il problema “sintomo”, spingendo così Luigi a vivere delle parti sue che oramai non erano più visibili, e  che spesso si tende a far morire definitivamente; infatti sia la psichiatria tradizionale che i meccanismi psicotici di Luigi sono “mitotici, cioè si replicano tali e quali se stessi, non hanno prospettive.

Mariano, facendo riferimento all’Unità didattica chiamata Crossingover, definisce i cosiddetti “psicotici” come degli “eroi meiotici”, coloro che da una situazione mitotica o ferma, diventano la forza, la spinta a cambiare questa staticità, mettendo in dinamica anche  tutto ciò che oramai intorno a loro (famiglia, scuola, lavoro, ecc.) si è allontano dalla vita stessa.


La storia di Luigi è una storia chiusa, non è riuscita a fargli sviluppare un proprio patrimonio che lo rendesse autoreferenziale, e spesso chi soffre di questa carenza tende a ridurre anche quello di chi gli sta intorno.

Mariano precisa che non si possono fare sperimentazioni se la famiglia non lo desidera veramente, e spiega l’importanza della presenza di un Utero psichè, formato da persone che vogliono  agevolare ed aiutare questi ragazzi a far nascere nuove parti a cui  spesso hanno rinunciato.

Fin dall’inizio del progetto si è cercato di lavorare sulla separazione e distinzione tra figlio e madre (prima fase dell’Unità didattica del “Crossingover”), che per tanto tempo hanno vissuto insieme, ma senza riuscire a sciogliere i loro nodi legati da una relazione troppo simbiotica.

Il Progetto si è potuto svolgere grazie alla generosità di Mila-Milena (la madre di Luigi) che ha messo a disposizione la propria casa di Ancona ed ha finanziato tutta la sperimentazione.

In questo periodo di lontananza dal figlio, Mila si è potuta concedere un lavoro su se stessa e con suo fratello, e grazie alla sua sensibilità  ha dato vita ad altri progetti per situazioni cosiddette psicotiche.
Silvio e Michela riconoscono l’importanza che ha avuto questo anno di sperimentazione accanto a Luigi e vogliono ringraziare Mila regalandole un quadro dipinto dalla stessa Michela.  

Per l’occasione Michela presenta i suoi tre quadri ispirati ad una concezione sulla Vita più globale, mescolata ad una dote artistica fuori dal comune, mettendo così insieme più cose attraverso delle immagini, come se scrivesse un articolo. I quadri sono stati molto apprezzati dai presenti che ci hanno rivisto ognuno qualcosa della propria storia, e per Michela, non è stato difficile venderli donando una parte del ricavato alla Fondazione.

“Nuova Specie – Amore e Psiche”

“Il Mendicante di Cuori”

Monica, avendo avuto una relazione profonda con Luigi ed essendo stata importante per il progetto, espone un bellissimo know-how, aiutandosi con le Unità didattiche la Homelife e il Quadrangolare, che racchiude tutti i passaggi più significativi della loro relazione.


Mariano intervalla il bilancio di Monica con spunti teorici sottolineando che più si soddisfano i bisogni di Luigi, pensando così di aiutarlo, più i suoi bisogni aumentano. Quando ci si appoggia troppo ai bisogni dell’altro è perché non riusciamo ad esprimere i nostri.

 
Quando Monica parla delle dinamiche aggressive con Luigi, Mariano spiega che in quei momenti Luigi andrebbe bloccato, perché sta testando quanto l’altro si vuol fare invadere; è un test profondo per vedere quanta paura hai e quanto ci credi, ma una volta superata lui ti ripaga.

Grazie alla presenza di Federico anche Luigi scrive il suo bilancio che viene interpretato da Mariano.
All’inizio Luigi stava bene con Michela e andare al passetto con Silvio era divertente, però a volte non sentiva che c’era un progetto per lui. E’ stata importante la presenza delle persone del quartiere e  per lui l’interazione del gruppo era stimolante.

A seguire, prima della pausa del pranzo, ci sono stati gli interventi delle altre persone dell’Associazione che all’interno della sperimentazione hanno potuto dare un loro importante contributo.

Nel pomeriggio Silvio fa una sintesi della mattinata e prendendo spunto da uno dei quadri di Michela, inizia il suo bilancio affiancato da quest’ultima.

Anche qui Mariano ci regala una profonda teoria globale; Luigi si è svenduto nei codici profondi chiudendosi in quello simbolico-razionale.

Il progetto “Faama” è stato un progetto ambizioso, che tentava di riprendersi i codici più profondi attraverso una nuova famiglia bio-organica.

Per la buona riuscita di un progetto bisogna decidere sul campo una propria strategia per non farsi dissanguare, il troppo entusiasmo si consuma subito e non ti dà la possibilità di vedere oltre.
Non passa inosservato il valore che hanno avuto all’interno del progetto i bambini e gli adolescenti; infatti sono i primi, che senza sforzo, riescono a cogliere e ad attivare dinamiche di gioco e di leggerezza fondamentali per completare e arricchire le dinamiche con un cosiddetto “psicotico”.
Grazie alla presenza di Silvio, che riesce ad avere una relazione alla pari con Luigi, entrambi si riprendono parti adolescenziali che vogliono venir fuori anche se ancora Luigi si fa tirare indietro dall’infanzia.

Se non si rielaborano i nodi con la madre non si riesce ad andare avanti, infatti è stato importante inserire Monica nel progetto che per Luigi rappresenta il surrogato più vicino a Mila.

E’ da qui che comincia a rielaborare la figura femminile provando ed esprimendo i due opposti attrazione-aggressività.

Nella relazione esclusiva di Monica e Luigi si comincia a dare spazio a nuove relazioni con altre donne che, grazie alle dinamiche metastoriche e al lavoro personale che Monica, accompagnata dalla rete di persone ha potuto fare, si è potuta chiarire la confusione che fino a quel momento c’era  stata tra loro. Da qui, nonostante il dolore che ha dovuto attraversare in questo momento di distinzione, si è cercato di aiutare Luigi a costruirsi un proprio angolo alfa, spingendolo anche ad essere più reciproco.
Silvio evidenzia che in quel periodo Luigi è riuscito relazionarsi con le persone del quartiere e ad essere più autonomo nei suoi gesti quotidiani.

Sciolta la simbiosi che lo legava a Monica, Luigi è potuto arrivare al suo nodo centrale; non si accontentava più di surrogati, ma ora aveva bisogno di sua madre.

Ritornare a questo suo bisogno antico non risolto, ma ancora aperto con sua madre, ha messo in crisi Luigi che da questo momento in poi ha cominciato a regredire, a non accettare più l’aiuto di tutte le persone coinvolte.

Non riuscendo a togliersi la vita Luigi aveva deciso di farlo lasciandosi andare; non chiedeva più niente, il cibo e le sigarette passano in secondo piano.

All’inizio il suo arrendersi è stato vissuto come un fallimento, ma grazie a Mariano si è riusciti ad andare oltre portando Luigi a vivere la morte con il corpo scendendo così dal suo simbolico-razionale di partenza.

L’atto d’amore in questo passaggio forte è stato proprio quello di accompagnare Luigi alla morte senza scappare; la sua morte nelle relazioni lo portano ad una parte nuova che non dipenderà più dalla relazione con sua madre, ma sarà solo sua.

Successivamente ad un incontro con Mila dal quale è rimasto profondamente deluso Luigi decide di farsi ricoverare.

E’ grazie al ricovero che Silvio e Michela hanno potuto vedere il valore di ciò che era stato fatto con Luigi; infatti entrambi si sono ritrovati a rassicurare i medici, mettendo fuori le competenze che hanno sviluppato durante il periodo del progetto, attraverso le dinamiche che attivavano ogni volta che andavano a visitarlo in ospedale.
Luigi in quel periodo si è potuto riprendere fisicamente, e grazie ai controlli scrupolosi dei medici si è potuto escludere qualsiasi malattia grave.

Il ricovero determina la chiusura del progetto “Faama”, anche se nei mesi successivi Luigi riesce a partecipare ad altri due progetti; a chiudere questo periodo importante della storia di Luigi è l’accompagnamento costante di Federico che lo guida fino ad oggi.

La giornata si conclude con un rito improvvisato da Riccardo, dove tutti i protagonisti del progetto “Faama” vengono invitati, con un gesto simbolico ricco di emozione e commozione, a lasciare andare Luigi accompagnandolo verso le persone che decidono di  ri-accoglierlo nella sua terra madre.   

Benedetta 
e
Monica

1 Commento/i

  1. Daniela

    Bene si vede che è stato fatto un grande lavoro ! Non parlo solo del post, che è veramente bello, ma anche del lavoro che voi avete fatto accompagnando Luigi in quello che adesso lui è !

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