Fondazione Nuova Specie ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
CORSO DI FORMAZIONE:
“DAREFORMA AL DISAGIO DIFFUSO”.
SECONDA GIORNATA.
La prima giornata del corso il Dr. Loiacono, partendo dal Bereshit e dai cinque verbi della creazione, ha spiegato il senso della prima parte del titolo del corso:
Per poter dare una forma a qualcosa che forma non ha più, che è morta, è necessario essere Spiriti creatori, cioè capaci di ricreare in modo nuovo, attraverso un processo basato sulla capacità di distinguersi e di essere flessibili per riuscire anche camminare su un mondo liquido.
In questa seconda giornata siamo passati alla seconda parte del titolo di questo corso:
Il termine non è ancora riconosciuto scientificamente e significa che l’allontanarsi da se stesso, non stare più in agio con se stessi (Dis-Adiacens), è una condizione diffusa, cioè che si allarga a macchia d’olio. Per poter DARE nuova FORMA alla vita di chi è a disagio, è necessario conoscerne l’origine, non si può parlare di malattia mentale e ignorare ciò che c’è stato prima del manifestarsi.
Gli studi effettuati dal Dr. Loiacono sul disagio sono iniziati nel 66, a seguito di un suo malessere, legato ad un punto di vista sulla vita diverso da quello dell’epoca, non da una menomazione fisica o intellettiva e quindi poteva capitare a tutti, indipendentemente dalla condizione sociale. Ha cercato un punto di vista più globale, perché si sentiva come una carrozza trainata da cavalli che andavano in direzioni diverse e quindi era praticamente ferma.
Per uscire dal proprio disagio pensò di approntare un Metodo (meta-odos) una strada per andare al di là, erano gli albori del Metodo alla Salute.
Con l’aiuto delle unità didattiche, che sono degli strumenti ideati dal Dr. Loiacono si può descrivere in maniera più semplice ciò che avviene nella nostra vita.
Con il “cum-munitometro“, che è rappresentato dalla forma più antica presente in natura, il cerchio, abbiamo visto come si può passare dalla vita alla morte. La parte superiore del cum-munitometro è rappresentata dal simbolico (Syn-ballo – tenere insieme) dalla vita più o meno in agio che conduciamo, a seconda che ci troviamo in una condizione di spettacolo, quindi vita piena, cioè di parti nostre ben incollate tra loro che vivono in armonia. O anche in una situazione di funzione-ruolo, obbligo-dovere che però, essendo etero referenziale, è tenuta in piedi da sanzioni o premi, quindi da una colla un po’ scadente che facilmente può portare ad uno scollamento di parti nostre, che non vivendo in armonia, possono portarci a cadere nell’anello inferiore diabolico, che scolla.
Qui si presentano i primi segnali di disagio.
Il primo sintomo è l’ansia, l’angoscia che ci dice che la nostra vita è angusta, stretta. Sono segnali amici perché ci indicano che contemporaneamente sta avvenendo altro, sono preludio per sintomi ulteriori, perché l’ansia somatizzata porta problemi al nostro corpo.
Nell’anello sottostante quindi troviamo le quattro fasi del disagio diffuso: la prima è la contestazione, contrapposizione, ossia la forma che esiste non la subisco, la allontano da me e diventa informe, siamo ancora in una dipendenza antibiotica – nella famiglia, comunità, coppia. Poi si passa ad una dipendenza simbiotica: non voglio più cambiare, non ti contesto, vado fuori, mi stacco dalle relazioni. Dipendo da una sostanza e questo mi dà ancora una identità. La terza fase è quella della genericità, contingenza, si passa all’uso di più sostanze, alla dismaturità, le identità cambiano e durano poco. Si conduce una vita generica, senza scelte importanti. I legami diventano sempre più inconsistenti.
L’ultima fase è quella della frantumazione psicotica, la vita è al massimo della massa informe e desertica, c’è il rifiuto di una vita che non c’è e quindi si preferisce la morte.
La fase dolorosa che si vive in questa ultima condizione, con il Metodo alla Salute, può rappresentare un aiuto per fare un salto evolutivo e transitare in un nuovo spettacolo, ma è necessario attraversare il tunnel, provando un forte dolore.
L’anello sottostante è una corteccia parziale, come viene rappresentato in un’altra U.D.: “Il Tronco della Parzialità”. Qui vediamo che la parte esterna del tronco, la corteccia è ciò che si vede, rappresenta anche ciò che c’era prima: il Villaggio mondo, con i ruoli ingabbiati, una vita circoscritta e una struttura sociale molto forte. Uscire da questa condizione, rappresentava un pericolo. Dal dopoguerra il tempo e lo spazio sono diventati sconfinati, il punto di vista sulla vita è cambiato, la rete tribale non c’è piu’, siamo in presenza di un mutamento antropologico. Siamo passati quindi dalla scorza al legno ma, per vivere in agio con noi stessi, dobbiamo rispettare il cuore della vita.
E’ necessario un esodo (ex strada) per approdare al Metodo, un esodo di popolo, perché da soli non si hanno gli strumenti.
Il Dr. Loiacono conclude così la mattinata.
Nel pomeriggio si riprende con la Dott.ssa Barbara Loiacono che ci introduce in un altro Dareforma, in questo caso parliamo di come si può arrivare alla sistematizzazione di qualsiasi materiale scritto e non, ad esempio di ciò che fa parte del Centro Documentazione Nuova Specie. Come si può raccogliere tutto il vissuto, rielaborarlo e costruire il nuovo come fa il Sistema nervoso.
Attraverso i cinque sensi acquisiamo informazioni dall’esterno, che vengono elaborate dal cervello, ritornano all’esterno e modificano la realtà. Questo processo viene descritto con due sistemi i cui acronimi sono A. P. E.
Afferenza: informazioni che entrano.
Pre efferenza: elaborazioni per poi portare fuori.
Efferenza: Modifica della realtà.
e P. I. M.
Percezione.
Iterpretazione.
Modifica.
Ciò che non viviamo non può essere elaborato dal cervello.
Con questa riflessione si conclude questa seconda intensa giornata.
Lucia e Marco